fabrizio saccomanni

E’ MORTO FABRIZIO SACCOMANNI - IL PRESIDENTE DI UNICREDIT ERA NATO A ROMA IL 22 NOVEMBRE DEL 1942 - MINISTRO DELL'ECONOMIA NEL GOVERNO DI ENRICO LETTA, ERA NATO IN UNA FAMIGLIA DI MEDICI - LAUREA ALLA BOCCONI, IN BANKITALIA DAL 1967 (CON UNA BREVE PARENTESI A LONDRA ALLA VICEPRESIDENZA DELLA BERS), FU ASSUNTO DAL GOVERNATORE CARLI CHE POI LO MANDÒ A STUDIARE A PRINCETON PER “FARSI I MUSCOLI”...

fabrizio saccomanni

(ANSA) - Il presidente di Unicredit, Fabrizio Saccomanni è deceduto. Era nato a Roma il 22 novembre del 1942. Ministro dell'Economia nel governo di Enrico Letta, Saccomanni già direttore generale in Banca d'Italia era entrato nel board dell'istituto di credito nel novembre del 2017.

 

BIOGRAFIA DI FABRIZIO SACCOMANNI

Da www.cinquantamila.it

 

• Roma 22 novembre 1942. Economista. Ministro dell’Economia del governo Letta dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014. Già Direttore generale della Banca d’Italia (dall’ottobre 2006). Di lui dicevano che fosse «l’esponente più a destra della corrente di sinistra della Banca d’Italia» (Stefania Tamburello). Dal 2003 al 2006 è stato vicepresidente della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (Bers) e prima sempre per Bankitalia è stato rappresentante della Banca d’Italia, presso il Fondo Monetario Internazionale, l’Unione Europea, la Banca dei Regolamenti Internazionali e la Bce.

 

FABRIZIO SACCOMANNI MUSTIER

• Famiglia di medici, laurea alla Bocconi, in Bankitalia dal 1967 (con una breve parentesi a Londra alla vicepresidenza della Bers), fu assunto dal governatore Carli «che poi lo mandò a studiare a Princeton per “farsi i muscoli” ed è sempre rimasto in posizioni delicatissime con tutti i suoi successori. Con Carlo Azeglio Ciampi, in particolare, ha co-pilotato la lira nei giorni terribili della crisi del 1992 e, successivamente, ha condiviso la grande battaglia per entrare nell’euro, nella “serie A”, come si diceva a quel tempo. Il suo nome era anche circolato per il vertice della Bce, nel maggio del 1998, ma poi non se ne fece nulla: in quel posto andò Tommaso Padoa-Schioppa» (Elena Polidori) [Rep 28/7/2006].

fabrizio saccomanni paolo gentiloni

 

• «Un tecnico che sa parlare il linguaggio di tutti, con ironia quando capita, pur se, come dirigente della Banca d’Italia, di rado se lo è potuto permettere. E la grande finanza mondiale l’ha avuta sempre come controparte, l’ha frequentata tenendola a distanza: sempre incarichi pubblici durante tutta la sua carriera (...) Saccomanni è un esperto, ascoltato nel mondo, di come domare i mercati» (Stefano Lepri) [Sta 28/4/2013].

 

saccomanni

• Pare che a imporlo come ministro sia stato proprio Napolitano «Secondo il presidente, il suo nome non era negoziabile perché il Paese, in un momento così difficile, ha bisogno di avere un personaggio ben conosciuto all’estero, oltre al sostegno pieno della Banca d’Italia» (Elena Polidori) [Rep 28/4/2013]. Il Presidente era pronto anche a un braccio di ferro con Berlusconi, che pochi giorni prima del giuramento del nuovo governo, in un’intervista al canale americano Fox, ha dichiarato: «Niente tecnici, Saccomanni compreso, il ministero dell’Economia dovrebbero darlo a me, ma non lo faranno»

 

• «Romano come Draghi, gli è stato vicino nel periodo in cui entrambi lavoravano nella capitale britannica; ottimi i rapporti con Prodi. Un uomo dai nervi saldissimi, sottoposto a tensioni enormi a tutte le ore del giorno e della notte, eppure sempre gioviale e di buon umore, si diceva di Saccomanni quando come capo del servizio rapporti con l’estero sovrintendeva alla difesa del cambio della lira. Con Tommaso Padoa-Schioppa erano amici da quarant’anni, da quando erano studenti all’Università Bocconi» (Stefano Lepri).

 

SACCOMANNI GUZZETTI

• Dall’ottobre del 2006 direttore della Banca d’Italia. Tra i suoi compiti quello delicato di sovrintendere al riordino della Banca d’Italia che prevede la chiusura di 33 filiali entro il 2011. È stato riconfermato nel luglio del 2012.

 

• Per spiegare l’origine della crisi finanziaria disse che «affidarsi al giudizio delle agenzie di rating era come farsi consigliare dei tagli di carne dall’amico del macellaio» (Stefano Lepri) [Sta 28/4/2013].

 

• Sposato, senza figli. «Possiede un talento unico di esprimere concetti profondi con una eloquenza italiana e con un senso dello humour britannico» (Jean-Claude Trichet, presidente della Bce): nel Novanta rispose all’Economist che aveva paragonato l’Europa del semestre di presidenza italiana a un autobus guidato dai fratelli Marx, con una lettera scritta a nome dei tre attori.

SACCOMANNI E DRAGHI

 

• Ama il cinema, la musica classica e la cucina gourmet. Scrive poesie in dialetto romanesco e ha una passione per i sonetti del Belli (che cita a memoria). Molte pubblicazioni, tra cui il libro Tigri globali, domatori nazionali (Il Mulino 2002).

Ultimi Dagoreport

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI. LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UNA FRECCIATA-AVVERTIMENTO ALL’AMICO LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA… PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE AD ATTIVARE L'INDAGINE È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)