LA DONNA CHE PER 40 ANNI HA TACIUTO I FIGLI SEGRETI COL CAMIONISTA, NON AMMETTE LA TRESCA EXTRACONIUGALE: “MASSIMO È FIGLIO DI MIO MARITO. MA SE HA UCCISO YARA DEVE PAGARE”

Niccolò Zancan per "La Stampa"

 

Tutto il giorno chiusi in casa a guardarsi in faccia senza riconoscersi. Con le telecamere delle televisioni puntate contro ogni finestra. Con i carabinieri che vanno e vengono, pieni di fogli da firmare. E sospetti, pianti, pugni sul tavolo. Ogni tanto si scosta la tendina del balcone e si affaccia il padre, quello che credeva di essere il padre di Massimo Bossetti. Entra un parente: «Vi prego, cercate di capire la situazione...». Interno di famiglia all’inferno. Pensavano di conoscersi da una vita, erano degli estranei.

BossettiBossetti

 

MAMMA ESTER

«Se è stato mio figlio Massimo, deve pagare» dice agli amici Ester Bossetti. «Ma non ci credo. Non è stato lui, sono sicura...». E tutti gli amici abbassano lo sguardo. Vanno via. Nessuno osa dire una parola. Perché nulla qui, in questo condominio con i bambini che giocano a pallone sull’erba, è uguale a come sembrava fino a ieri.

 

La vita normale della famiglia Bossetti oggi doveva essere un’altra. La signora Ester, 67 anni, magra, «con il viso tirato, ancora bella», sarebbe uscita a piedi alle sette e trenta di mattina. Avrebbe camminato per dieci minuti a passo spedito, fino alla casa della vedova del più importante imprenditore edile della zona. La famiglia si chiama Belli. La signora è malata. Ester Bossetti si sarebbe occupata di lei. Cibo, cure, attenzioni.

 

Dopo aver fatto per quattro anni le pulizie nell’asilo nido di Terno d’Isola, aveva trovato questa nuovo lavoro da badante. «Le piaceva molto. Una persona allegra, puntuale. Ci davamo il cambio. Io faccio il turno di notte. Mai detto nulla di quei figli nati fuori dal matrimonio. Lo giuro. È una storia assurda». La famiglia Bossetti la nega alla radice. Non sopporta il peso di questo segreto. Se non è stato vero per quarant’anni, non lo è neanche adesso.

massimo giuseppe bossetti, il presunto assassino di yara gambirasio 46742f5a25a9a4b3191386467cc51d9cmassimo giuseppe bossetti, il presunto assassino di yara gambirasio 46742f5a25a9a4b3191386467cc51d9c

 

UNA VITA NORMALE

Oggi, nella vita normale della famiglia Bossetti, bisognava seguire la convalescenza del marito Giovanni. Erano da festeggiare i successi di tre figli amatissimi: Massimo, Laura e Fabio, un piccolo imprenditore edile, una madre felice, un idraulico molto conosciuto nella zona. Artigiani con la Volvo e la villetta.

 

E tutto filava liscio. La cresima del nipote, le paste della domenica. «Massimo veniva qui a comprare le mimose per la mamma - racconta la fioraia Laura Maffi - sempre allegro, abbronzato. Adorava i bambini. Prendeva in braccio mia figlia, giocava con lei. E pensavo: cavolo, che fortuna sua moglie... Mi è venuto da piangere».

 

GLI AMICI E «L’ANIMALE»

Gli amici in piazza lo chiamano animale. Ma è una cosa affettuosa: «Non ha mai raccontato quel segreto di famiglia - dice Maurizio Ghisleni - non credo neanche che ne fosse a conoscenza. Con l’animale andavamo in Vespa al “Jack” di Curnasco. Discoteca. Donne. Intesi? Gli piacevano le donne, l’animale era regolare. Normalissimo...». È questa la parola del giorno. La normalità è evocata come un antidoto.

 

yara gambirasio yara gambirasio

Alle cinque di pomeriggio, a casa di mamma Ester entra il sindaco del paese. Corrado Centurelli, avvocato: «Sono sconvolti e provati, ma respingono le accuse. Per loro Massimo è innocente. Combatteranno per difenderlo. Anche io l’ho conosciuto: una persona normalissima. Posso dire che lui e la moglie sono proprio una bella coppia».

 

IL PASSATO INCONFESSABILE

Questa storia ha due scene madri. Raccolte. Ultra locali. Certe volte la geografia è importante come un Dna. La prima si svolge in alta Val Seriana. C’è un piccolo paese che si chiama Parre. E sotto Parre, di passaggio sulla provinciale, la frazione di Ponte della Selva.

 

massimo giuseppe bossettimassimo giuseppe bossetti

Nel 1969, abitano lì sia la famiglia Bossetti, sia quella dell’autista di pullman Giuseppe Guerinoni. Abita lì anche un collega ed amico di Guerinoni, si chiama Vincenzo Bigoni, ed è l’unico che aveva capito e non era stato zitto: «Guerinoni mi aveva confidato di aver messo nei guai una ragazza di Rovetta».

 

Rovetta è un’altra frazione della stessa zona. Quella ragazza «inguaiata», secondo gli investigatori, è proprio Ester Arzuffi, la signora Bossetti. Erano vicini di casa. È stato un segreto custodito benissimo. Anche quando le indagini su Yara Gambirasio avevano indicato proprio in Guerinoni il padre naturale dell’assassino.

 

YARA E BREMBATE

La seconda scena madre è nell’autunno del 2010. Si svolge a valle. Giù, verso Bergamo. Nel triangolo compreso fra Mapello, Terno d’Isola e Brembate. Anche qui sono tutti vicini. Si incrociano quotidianamente. C’è una famiglia normale che porta i fiori a nonna Ester. C’è un padre di quarant’anni che i vecchi amici ancora si ostinano a chiamare affettuosamente «l’animale».

 

Non ha più la Vespa, ma un furgone bianco da muratore. E anche se non abita proprio a Brembate, passa il suo tempo libero proprio qui. Perché? «Veniva spesso a prendere il caffè da noi», dice la cassiera del bar di via Sorte. «Era sempre qui a farsi la lampada», dice la titolare del centro estetico di via Locatelli.

 

la casa di massimo giuseppe bossettila casa di massimo giuseppe bossetti

A cento passi dalla casa della famiglia Gambirasio. A un minuto dalla palestra in cui una ragazzina con l’apparecchio ai denti, molto brava nella ginnastica artistica, la sera del 26 novembre è stata avvicinata dal suo assassino. Si chiamava Yara, aveva 13 anni. L’hanno ritrovata con i vestiti strappati e la calce nei capelli.

 

Ultimi Dagoreport

meloni salvini chat fratelli d'italia

CACCIA ALLA TALPA! - DIVERSI ESPONENTI DI FRATELLI D'ITALIA AVREBBERO INTENZIONE DI RIVOLGERSI AL GARANTE DELLA PRIVACY DOPO LA PUBBLICAZIONE DEL LIBRO "FRATELLI DI CHAT. STORIA SEGRETA DEL PARTITO DI GIORGIA MELONI” – MA VE LI IMMAGINATE MELONI, LA RUSSA, CROSETTO, URSO CONSEGNARE VOLONTARIAMENTE IL LORO CELLULARE ALLE "TOGHE ROSSE" PER SCOVARE "L’INFAME"? - LA TALPA, INVECE, PASSANDO PER VITTIMA E DENUNCIANTE, ALLONTANA DA SE’ LA POSSIBILITÀ DI VERIFICA, COSTRINGENDO LA MAGISTRATURA A GUARDARE AL DI FUORI DEI PARLAMENTARI: QUINDI GLI STAFF, LE SEGRETERIE, I PORTAVOCE, GLI ANELLI PIÙ DEBOLI…

donald trump xi jinping coronavirus mondo globalizzazione

DAGOREPORT - DOPO APPENA TRE SETTIMANE ALLA CASA BIANCA, TRUMP HA GIA' SBOMBALLATO I PARADIGMI DELL'ORDINE GEOPOLITICO MONDIALE. UNO TSUNAMI MAI VISTO. DA ORIENTE A OCCIDENTE, SI STANNO CAGANDO SOTTO. TUTTI, ECCETTO UNO: LA CINA - AL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, L'UNICO ANTIDOTO È L’IMPERO DEL DRAGONE, LA SOLA POTENZA CHE OGGI PUO' RIBATTERE AD ARMI PARI AL BORDELLO NEO-IMPERIALISTA DELLA TECNODESTRA USA - DAVANTI AL BULLISMO DI TRUMP, XI JINPING È RIMASTO TRANQUILLO COME UN PISELLO NEL SUO BACCELLO. ALL’ANNUNCIO DEI DAZI USA AI PRODOTTI CINESI, LA RITORSIONE DI PECHINO È STATA IMMEDIATA - POCHI MEDIA HANNO SOTTOLINEATO QUAL È STATA LA DURA RISPOSTA DI XI JINPING SUL NAZI-PROGETTO TRUMPIANO DI DEPORTARE DUE MILIONI DI PALESTINESI: “GAZA È DEI PALESTINESI, NON UNA MERCE DI SCAMBIO POLITICA, NÉ TANTO MENO OGGETTO DI QUALCOSA CHE SI PUÒ DECIDERE IN BASE ALLA LEGGE DELLA GIUNGLA" - RISULTATO: LE SPARATE DEL TRUMPONE STANNO RENDENDO INAFFIDABILE WASHINGTON AGLI OCCHI DEL MONDO, COL RISULTATO DI FAR SEMBRARE IL REGIME COMUNISTA DI XI JINPING, UN INTERLOCUTORE SERIO, PACIFICO E AFFIDABILE PER FARE AFFARI, A PARTIRE DALL'EUROPA. LA SVOLTA PRO-CINA DI URSULA CON SBERLA AL PRIMO BULLO AMERICANO...

software israeliano paragon spyware whatsapp alfredo mantovano giorgia meloni peter thiel

DAGOREPORT – SE C’È UNO SPIATO, C’È ANCHE UNO SPIONE: IL GOVERNO MELONI SMENTISCE DI AVER MESSO SOTTO CONTROLLO I GIORNALISTI COL SOFTWARE ISRAELIANO DI “PARAGON SOLUTIONS” - PECCATO CHE L’AZIENDA DI TEL AVIV, SCRIVE "THE GUARDIAN", NON FACCIA AFFARI CON PRIVATI, MA VENDA I SUOI PREGIATI SERVIZI DI HACKERAGGIO SOLO A “CLIENTI GOVERNATIVI” CHE DOVREBBERO UTILIZZARLI PER PREVENIRE IL CRIMINE - CHI AVEVA FIRMATO IL CONTRATTO STRACCIATO DAGLI ISRAELIANI PER "VIOLAZIONI"? QUAL È "L'ABUSO" CHE HA SPINTO PARAGON A DISDETTARE L'ACCORDO? – ANCHE IL MERCATO FIORENTE DELLO SPIONAGGIO GLOBALE HA IL SUO BOSS: È PETER THIEL, IL “CAVALIERE NERO” DELLA TECNO-DESTRA AMERICANA, CHE CON LA SOCIETA' PALANTIR APPLICA L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE AL VECCHIO MESTIERE DELLO 007…

barbara berlusconi

DAGOREPORT - BERLUSCONI ALLA SCALA SI È VISTO UNA SOLA VOLTA, MA IL BERLUSCONISMO SÌ, E NON AVEVA FATTO MALE CON FEDELE CONFALONIERI, CHE FU PRESIDENTE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA E BRUNO ERMOLLI, POTENTISSIMO VICEPRESIDENTE DELLA FONDAZIONE TEATRO ALLA SCALA - INVECE BARBARA B. LA SI VIDE DUE VOLTE, AL BRACCIO DI PATO, L’EX ATTACCANTE DEL MILAN. LA SUA NOMINA NEL CDA DELLA SCALA? DONNA, GIOVANE… E POI CON QUEL COGNOME! LA COMPETENZA? BEH… LA PASSIONE MMM…: PERCHÉ, DA QUEL GIORNO CHE VENNE CON PATO, NON SI È PRESA UN BEL PALCO ANZICHÉ TORNARE ALLA SCALA SOLO QUINDICI ANNI DOPO DA CONSIGLIERE/A?