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“MOANA NON È MORTA IL 15 SETTEMBRE 1994. HA SIMULATO LA SUA SCOMPARSA PER ANDARSENE IN PACE UN ANNO DOPO. ERA TERRORIZZATA CHE SI SAPESSE DEL SUO TUMORE” - LA VITA "HARD" DI EVA HENGER: “I FILM PORNO? MA NE HO GIRATI SOLO QUATTRO. MOLESTIE? UNA VOLTA SOLA. UN PRODUTTORE MI FA SEDERE SU UN DIVANO LURIDO, SI GIRA E AVEVA IL SUO COSO IN MANO. HO INIZIATO A URLARE MENTRE MI RINCORREVA: BRUTTO BAVOSO, VERGOGNATI!" – CICCIOLINA "CHE SI FA MENARE DA MIA MADRE IN UNO STANZINO", SCHICCHI "TIRCHIO E CONTRO LA VIOLENZA": "HA SMESSO DI FARE IL REGISTA PORNO QUANDO HA VISTO SIFFREDI CHE METTEVA LA TESTA DI UN’ATTRICE NEL WC E TIRAVA LO SCIACQUONE" - IL FILM "DIVA FUTURA" + VIDEO
Giovanna Cavalli per corriere.it - Estratti
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«Di film porno ne ho girati solo quattro. Mio marito Riccardo Schicchi non voleva, ma non so che mi era preso... Facevo foto e spettacoli sexy, però ovunque andassi, mi dicevano: ho visto tutti i tuoi film. Non ne avevo fatto neanche uno, ma per tutti ero una pornostar, ero già giudicata e condannata. E vedevo Moana e Ilona che guadagnavano molto più di me, per cui ho pensato: tanto vale, li faccio anche io».
Si è pentita Éva Henger. Quei quattro film sono stati rimaneggiati fino a trarne oltre venti e ne sono scaturiti anni di cause legali. Nel frattempo, le è riuscito di fare il salto nella tv nazionalpop, condurre programmi per famiglie come Paperissima Sprint con il Gabibbo, è rimasta vedova, ha un altro marito (il produttore Massimiliano Caroletti), ha cresciuto tre figli, sta per girare la sua prima regia e ha scritto un film, The Contract, ritorno al cinema di Kevin Spacey dopo quattro assoluzioni dalle accuse di molestie sessuali sulla scia del MeToo.
In questi giorni, nelle sale, è arrivato Diva Futura di Giulia Louise Steigerwalt, storia di Riccardo Schicchi, interpretato da Pietro Castellitto, e di come sdoganò il porno in Italia rendendo popolari Moana Pozzi e Ilona Staller in arte Cicciolina e la stessa Éva, qui interpretata da Tesa Litvan («non mi somiglia, eppure nel film è uguale a me» dice lei).
L’assunto del film è che si possono creare dive a luci rosse restando un puro, un idealista e persino un bravo ragazzo. In cosa consisterebbe la purezza di Schicchi?
«Riccardo era folle, infantile. Mi diceva: vieni, andiamo a caccia di farfalle, le prendiamo e le liberiamo in casa. Faceva cavolate, anche. Una volta, in Kenya mi fece quasi arrestare: s’innamorò di due camaleonti, me li mise nello zaino. Esportarli era vietatissimo. Me ne accorsi mentre mi passavano lo zaino ai Raggi x. L’agente mi guardò malissimo, ma mi lasciò andare. Riccardo era corso via, ridendo. Lo raggiungo, gli do un calcio. Dico: sei matto. E lui: sei una bella ragazza, sapevo che non ti avrebbero fatto nulla».
Un bambinone. Che c’entrava col porno?
«Era un eterno sognatore, voleva vivere in un mondo tutto farfalle, gioia, amore. E la sua era una lotta per la libertà e contro l’ipocrisia. Era un visionario che è riuscito a portare Cicciolina in Parlamento e Moana Pozzi su tutte le televisioni. Grazie a lui la morale è cambiata».
Riccardo diceva «siamo amorali non immorali». Qual è la differenza?
«Me lo chiedo pure io. È una frase tratta dalla sua autobiografia, Oltraggio al pudore, appena ripubblicata. Ma Riccardo era così, era geniale. Per esempio, parlava di Internet e di sesso a distanza già alla Fiera Erotica di Bologna del ’94».
Lei diventa Miss Teen Ungheria a 17 anni, è così che inizia tutto?
«Quel concorso lo vinsi facile facile perché a 15 anni ne avevo vinto un altro, diventando testimonial di una catena di abbigliamento e del principale quotidiano ungherese: ero già popolare come modella».
L’incontro con Schicchi?
«Feci una foto per la copertina di Burda, ricorda la rivista di ferri e uncinetto? Il fotografo mi presentò a Riccardo per un servizio in Italia, Riccardo mi vide e non voleva farmi andare via. Restai qualche giorno, poi mi misi a piangere: volevo tornare dalla mamma, non aveva il telefono e non volevo farla preoccupare».
Lei quante volte ha subito molestie?
«Una sola, quasi comica. Il regista mi aveva già scelta e il produttore mi dà appuntamento per firmare il contratto all’ora di pranzo: l’ufficio era deserto. Mi fa sedere su un divano lurido, si gira e aveva il suo coso in mano. Ho iniziato a urlare mentre mi rincorreva. Io avanti, lui dietro. Io che urlavo: brutto bavoso, vergognati! Per fortuna, il mio autista era fuori dalla porta».
In «Diva futura», è lei che insiste con Schicchi per fare i film hard e aiutarlo coi suoi problemi economici. Che cosa gli era successo?
«Riccardo era tirchio quando si trattava di spendere diecimila lire, ma sulle grosse cifre era ingenuo e si era fatto raggirare più volte. Un tizio, poi condannato per truffa, gli fece firmare assegni, cambiali, mi buttai per terra pregandolo di non farlo. Dicevo: sono tua moglie, ascoltami, io a che servo? Niente.
Perse anche il nostro appartamento. Però gli sono stata vicino sino alla fine. Sono rimasta nello stesso condominio e, quando già stavo con Massimiliano e ho partorito Jennifer, Riccardo pretendeva di venire in sala parto e si rifiutava di firmare la rinuncia di paternità. Massimiliano gli disse: tu vieni con me all’anagrafe o ti ammazzo. Riccardo rideva».
Quante volte avete avuto grane con la polizia?
«Tante. Era una caccia alle streghe. Una delle prime volte, a una manifestazione alla Fontana di Trevi contro le limitazioni agli spettacoli dal vivo, c’erano duemila persone. Io arrivo con un abito scollato solo dietro, Moana è in jeans, ma gli agenti, temendo che volessimo spogliarci, ci portano in commissariato. Arriviamo e Moana inizia a flirtare con un poliziotto. Gli fa: che segno sei? E lui: Scorpione. La guardavo e pensavo: ma che cavolo fai, siamo arrestate e chiedi l’oroscopo? Ma lei era abituata ai fermi. Quando siamo uscite, le domando: stavo per avere un attacco di panico, come fai a essere così calma? E lei: non hai capito cos’è successo. Dico: no. E Moana: domani siamo su tutti i giornali».
Quella notte, lei si fece fotografare nuda nella Fontana di Trevi.
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«Riccardo mi svegliò alle tre del mattino. Gli dissi: sei matto, mi vuoi in carcere. Ma era una goccia cinese e, alle quattro, riuscì a farmi uscire. Arriviamo e troviamo i carabinieri a guardia della fontana. Dico: non scendo, non c’è manco Moana che ci prova col carabiniere. Ma Riccardo: dai, due foto e scappiamo. Scendo. E gli agenti, invece di arrestarci, si mettono a ridere».
Quanto era amica di Moana?
«Mi piaceva. Trasmetteva tranquillità. Amavo lavorare con lei, le facevo da ragazza di contorno, lei era la star, io la starlette. E il suo pubblico era più educato di quello di altre colleghe».
Moana è viva come vuole una leggenda che circola?
«No, ma non è morta il 15 settembre 1994. La sera prima, ho sentito che chiamava Riccardo e gli diceva che aveva recuperato cinque chili. Però, ero terrorizzata che si sapesse del suo tumore e che la gente la vedesse sciupata. Credo che si sia data per morta anzitempo per poter morire in pace. Per il secondo anniversario della morte, chiesi a Riccardo se facevamo qualcosa per ricordarla e lui si fece scappare un: no, tanto non è questa la data».
Quindi, Moana avrebbe letto i giornali che parlavano della sua morte?
«Riccardo l’ha insinuato più volte. Davanti alla copertina dell’Europeo, disse: non se la sarebbe mai persa. Credo sia morta un anno dopo».
Di Ilona, ex di Schicchi, era altrettanto amica?
«Ho provato a esserlo in tutti i modi. Le facevo la spesa, cucinavo per lei, badavo al figlio. Ma ogni tanto impazziva e m’insultava. Una volta, si mise a urlare sostenendo che avevo usato un suo fondale per una foto. Un’altra, si fece menare da mia mamma. Eravamo in ufficio, litighiamo, prende il fax e lo butta per terra, poi mi lancia qualcosa, io le lancio una 24ore e la colpisco di striscio, ferendola al petto. Ci dividono, la chiudono a chiave in una stanza. Ma nella stanza c’era mia madre che, quando Ilona ha iniziato a insultare mia figlia di due anni, non si è tenuta».
Oggi, che cosa direbbe Schicchi di OnlyFans?
«Che è la libertà del porno perché tutti possano avere amicizie sessuali via Internet, ma che è il declino del porno perché mostra scene brutte, con brutte luci e persone brutte. Lui ci teneva all’estetica, a storie intriganti in cui l’atto sessuale era solo la conclusione. Ed era contrario alla violenza: ha smesso di fare il regista quando vide la scena di Rocco Siffredi che metteva la testa di un’attrice nel Wc e tirava lo sciacquone».
Il fatto che tanti minori oggi apprendano il sesso dal porno è considerato un allarme sociale, che ne pensa?
«Io spero che i giovani imparino il sesso con le compagne, capendo che, se Rocco prende un’attrice per i capelli, possono trovarlo eccitante ma non significa che alla loro ragazza piace».
Lei ha tre figli, Mercedes e Riccardino da Schicchi, Jennifer da suo marito. Cosa dicono del suo passato?
«Non gli fa piacere, ma lo accettano perché mi amano molto».
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