
PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME
DAGONOTA
MEME SULLA VISITA DI JD VANCE A PAPA FRANCESCO
L’incontro tra JD Vance e Papa Francesco non si sarebbe dovuto fare. E non tanto perché, come si legge in certi tweet scatenati, è stato il vicepresidente americano a portare jella al Pontefice, quanto piuttosto perché lo stesso Bergoglio non voleva parlare con l’esponente di un’amministrazione lontanissima alla pietà cristiana, a partire dal trattamento che riserva ai migranti.
È stato il Pontefice, all’ultimo minuto, a cambiare idea, fedele al vecchio motto di Giovanni XIII: “Non si scappa mai, mai si interrompono i rapporti diplomatici”. Papa Roncalli, nel 1959, come riporta Gian Guido Vecchi sul sito del “Corriere”, si riferiva allora a Cuba, quando missionari e suore scappavano dal Paese dopo la rivoluzione castrista. Ma lo slogan vale oggi più di ieri, soprattutto se in ballo c’è la prima potenza mondiale, che conta più di 70 milioni di cattolici.
jd vance e pietro parolin in vaticano
Dopo aver dato buca a Vance nella giornata di sabato (Bergoglio ha ragionevolmente accampato scuse legate alla sua salute e alla sua difficoltà ad esprimersi), il Papa ha mandato avanti il suo fedele segretario di Stato, Pietro Parolin. Il cardinale italiano, ora nella lista dei “papabili”, avrebbe elencato i molti dossier su cui la Chiesa e Trump sono agli antipodi. Lamentazioni a cui, pare, Vance avrebbe reagito con un approccio aperto all’ascolto e “ricettivo”.
jd vance e papa francesco a santa marta
Parolin ha riferito al Papa che l’ex “hillbilly” ripulito ha mostrato di accogliere positivamente le istanze, promettendo addirittura di coinvolgere il suo superiore. E a quel punto, Bergoglio ha deciso di dare udienza a Vance, pur mantenendo il minimo entusiasmo possibile (la prova sono i regali “raccattati” all’ultimo: tre uova di cioccolata Kinder, una cravatta e tre rosari, uno per la moglie di Vance, che non è nemmeno cattolica)…
Un ultima prova di apertura e dialogo, prima del malore di questa mattina che ha causato la morte del papa “venuto dalla fine del mondo”
MEME SULLA VISITA DI JD VANCE A PAPA FRANCESCO IL GIORNO PRIMA DELLA MORTE
Il Papa e Vance, l’incontro a sorpresa e il “memorandum” di Francesco su migranti e poveri
Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi per www.repubblica.it
Ipotizzato, vagheggiato, dato per già avvenuto, smentito, sfumato, alla fine l’incontro tra papa Francesco e J.D.Vance si è fatto, e nel giorno più solenne e improbabile, domenica di Pasqua.
Jorge Mario Bergoglio ha ricevuto il vice di Trump per un “breve incontro privato” nella sua residenza a Casa Santa Marta, mentre a poche decine di metri, in piazza San Pietro, si concludeva la messa di Pasqua. Una cordialità che non cancella le divergenze tra Bergoglio e la Casa Bianca, come emerso chiaramente dal messaggio urbi et orbi del Papa, alla città e al mondo, che di lì a poco sarebbe risuonato in piazza San Pietro.
papa francesco al balcone della basilica di san pietro per il messaggio urbi et orbi di pasqua
[…]
L’incontro con il Papa veniva dato fin dall’inizio per possibile sia dal Vaticano che dagli Stati Uniti, ma nessuno lo dava per certo. I dubbi, nel corso delle ore, si sono infittiti. J.D.Vance è stato in Vaticano sia venerdì pomeriggio, per la rievocazione della Passione di Gesù in San Pietro, sia sabato mattina, per un incontro con il cardinale Pietro Parolin, ma non ha incontrato Francesco.
[…] Oltretevere, dove anche i suoi collaboratori vengono presi di sorpresa dal Papa, si scommetteva sul fatto che se Francesco avesse deciso di ricevere Vance – nonostante non fosse un Capo di Stato “pari grado” ma un vicepresidente – sarebbe stato sabato, e non nel giorno di Pasqua, già impegnativo per un Pontefice convalescente. Ma come dice un suo collaboratore, appunto, “le cose nascono dal suo desiderio di fare sorprese che sorprendono anche noi”.
MEME SULLA MORTE DI BERGOGLIO IL GIORNO DOPO LA VISITA DI JD VANCE
E così oggi il Papa ha ricevuto Vance. E’ chiaro che per Francesco la distanza da un leader politico non è mai stata ragione sufficiente per evitare un incontro. E’ altrettanto chiaro che il vice di Trump è arrivato in Vaticano con un ramoscello d’ulivo in mano, da fedele oltre che da politico, desideroso […] di trovare convergenze e punti di collaborazione.
Un dialogo, insomma, capace di lasciare alle spalle le differenze emerse nei mesi scorsi quando Bergoglio ha criticato apertamente le politiche migratorie di Trump o i vescovi a stelle e strisce hanno criticato la Casa Bianca per i tagli a UsAid che colpiscono molti progetti della Chiesa nei paesi poveri.
JD VANCE IN VISITA DA DONALD TRUMP
Il dialogo, però, non nasconde le divergenze. E solo pochi minuti dopo avere incontrato Vance il Papa ha accompagnato con una benedizione dal loggione di San Pietro un messaggio urbi et orbi, che marca una serie di distanze dalle politiche di Trump. Non era quello l’obiettivo, ovviamente, il Papa si rivolge, appunto, alla città e al mondo, ma in questo mondo ci sono anche gli Stati Uniti. Francesco ha condannato il “disprezzo” che c’è nel mondo “verso i più deboli, gli emarginati, i migranti”, stigmatizzato “il crescente clima di antisemitismo” e la “drammatica e ignobile situazione umanitaria” nella Striscia di Gaza, fatto appello per una pace “giusta e duratura” per la “martoriata Ucraina” e sferzato i politici a “non cedere alla logica della paura che chiude, ma a usare le risorse a disposizione per aiutare i bisognosi, combattere la fame e favorire iniziative che promuovano lo sviluppo”. Auspici che Francesco, c’è da giurarlo, sarebbe felice che Donald Trump facesse propri. […]
J.D. Vance, l’ultimo leader a incontrare Papa Francesco: «Ricorderò per sempre le sue omelie nei giorni del Covid»
Estratto dell’articolo di Ugo Milano per www.open.online
jd vance e papa francesco a santa marta
«Ho appena appreso della morte di Papa Francesco. Il mio pensiero va ai milioni di cristiani in tutto il mondo che lo hanno amato. Sono stato felice di vederlo ieri, nonostante fosse molto malato».
È con queste parole che J.D. Vance ha voluto esprimere il proprio cordoglio per la morte del Pontefice, scomparso nella mattinata di oggi, lunedì 21 aprile, a 88 anni. Il vicepresidente americano è stato ieri a Casa Santa Marta ed è l’ultima figura istituzionale ad aver avuto un incontro privato con Bergoglio prima della sua morte. «Lo ricorderò sempre per le sue omelie nei primi giorni del Covid, è stato veramente meraviglioso», scrive ancora Vance sui social.
[…] Non è sfuggito al mondo dei social il fatto che sia stato proprio J.D. Vance, un leader considerato ideologicamente molto distante dalle idee di Papa Francesco, l’ultima persona ad aver incontrato il Pontefice.
PAPA FRANCESCO DI SPALLE A PIAZZA SAN PIETRO
«Il papa è sopravvissuto a una polmonite bilaterale, ma non è riuscito a sopravvivere al fetore dell’autoritarismo teocratico», si legge in un tweet molto condiviso nelle ultime ore. C’è chi va persino oltre e ironizza sul fatto che Vance potrebbe aver avvicinato il Santo Padre alla morte: «Che diavolo ha fatto J.D. Vance a papa Francesco?», chiede un altro utente. Mentre sui social iniziano a circolare meme sul vicepresidente americano nei panni della morte.
Usa e Vaticano, primo passo verso la distensione. L’incontro tra il Papa e Vance e la regola “cubana” di Papa Roncalli: «Mai interrompere i rapporti diplomatici»
Estratto dell’articolo di Gian Guido Vecchi per www.corriere.it
[…]
Come si è arrivati, allora, al dialogo tutto sommato «cordiale» tra Vance e il Segretario di Stato Pietro Parolin, sabato, e all’incontro privato con scambio di auguri che Francesco, la mattina di Pasqua, ha concesso a Santa Marta al «baby Catholic» che si è convertito al cattolicesimo nel 2019?
La risposta sta nell’ultima frase della nota vaticana diffusa dopo l’incontro di sabato con il cardinale Parolin, l’uomo che guida la diplomazia della Santa Sede: «Si è auspicata una serena collaborazione tra lo Stato e la Chiesa cattolica negli Stati Uniti, di cui è stato riconosciuto il prezioso servizio».
Dietro questa righe c’è la regola aurea della diplomazia vaticana. Loris Capovilla, segretario di Giovanni XXIII divenuto poi cardinale, raccontava di quando Fidel Castro aveva preso il potere a Cuba, all’inizio del 1959, c’erano missionari e suore in fuga dall’isola e Papa Roncalli era furibondo, non per la rivoluzione ma «perché non si scappa, non si scappa mai: mai si interrompono i rapporti diplomatici, se no non si può fare più nulla».
JD VANCE PREGA IN VATICANO - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA
Vale sempre, con chiunque. Tanto più nei confronti di un Paese con i quali i rapporti sono stati talvolta problematici - è negli Stati Uniti, dall’inizio del pontificato, l’epicentro dell’opposizione a Bergoglio - ma nella sostanza solidi.
La visita di Vance, in questo senso, può rappresentare un primo passo, l’inizio di una distensione. Non è questione di politica, per il Papa, ma di Vangelo, la parabola del buon Samaritano che «costruisce una fratellanza aperta a tutti, senza eccezioni», come ha scritto Francesco il 10 febbraio ai vescovi americani.
E poi c’è un punto che il cardinale Pietro Parolin non si stanca di ripetere, in tema di rapporti internazionali, la preoccupazione per la crisi del multilateralismo e quindi degli organismi internazionali: «Credo sia la conseguenza del cambio dello scenario geopolitico mondiale. Sono nati una situazione di guerra fredda, subito dopo i due grandi conflitti mondiali, e fondamentalmente rispondevano a quella situazione. Oggi il mondo è profondamente cambiato, è un mondo multipolare dove ci sono tanti centri di potere», ha spiegato il Segretario di Stato vaticano. Il problema è che «non c’è stato l’impegno di adattarsi a questa nuova realtà mondo», per il cardinale: «Da quanti anni si sta parlando di riforma dell’Onu e del consiglio di sicurezza di fronte all’emergere di nuove realtà nazionali e statali?».
jd vance in vaticano
papa francesco in piazza san pietro per il messaggio urbi et orbi di pasqua
MONSIGNOR RICHARD GALLAGHER ACCOGLIE JD VANCE IN VATICANO
PIETRO PAROLIN ACCOGLIE JD E USHA VANCE CON I FIGLI
jd vance e pietro parolin in vaticano
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