christian greco 1

“FACEVO LE PULIZIE, OGGI SONO DIRETTORE DEL MUSEO EGIZIO DI TORINO” - PARLA CHRISTIAN GRECO: "SONO L’UNICO STUDENTE CHE DURANTE L’ERASMUS NON SI E’ DIVERTITO. SE FOSSI RIMASTO IN ITALIA NON CREDO CHE SAREBBE STATO POSSIBILE FARE QUEL CHE HO FATTO. DOVE SONO I GIOVANI? DOVE SONO LE LORO POSSIBILITÀ? INVESTIAMO TROPPO POCO IN RICERCA”

CHRISTIAN GRECO 1CHRISTIAN GRECO 1

Marco Imarisio per il Corriere della Sera

 

«La prego di scusarmi per la mia immensa ignoranza sul calcio». Alla richiesta di aiuto del collega direttore del Museo della Fifa, la federazione internazionale dello sport più popolare del mondo, ha risposto così. Volentieri, se posso do una mano, ma sappiate che a stento so distinguere Pelé da Maradona.

 

All' estero Christian Greco ha imparato anche l' arte del volare basso, dello stare al proprio posto. Arrivò a Leiden il 7 gennaio del 1997. Uno degli inverni più freddi della storia d' Olanda. Nella cittadina universitaria si pattinava sui canali ghiacciati. «Ma io sono l' unico che durante l' Erasmus non si è divertito».

 

Rimase chiuso in camera a studiare il nederlandese, una delle lingue più difficili del mondo. L' impresa gli valse la sua prima stagione di scavi con l' impegno di pubblicare tutti i materiali metallici raccolti poco distante da Aleppo. Aveva 21 anni.

 

«Complimenti, state per cominciare a studiare la disciplina più bella del mondo, sappiate però che nessuno di voi troverà un lavoro» gli aveva detto all' inizio della prima lezione il professor René Van Walsen. L' allievo italiano ha fatto le pulizie nei bagni pubblici della stazione, ha lavorato come guardiano di notte all' hotel Ibis.

 

MUSEO EGIZIO MUSEO EGIZIO

«Con turno di notte nel fine settimana. Tornavo a casa alle 7 del mattino, facevo la doccia, e andavo di corsa in aula. Ho imparato la dignità del lavoro, qualunque esso sia. Ho imparato che è importante chi sei, non cosa fai. Io sarò sempre un egittologo, anche se dovessi tornare a servire birra in un bar, e non certo perché oggi ho un ruolo».

 

Il Museo Egizio di Torino viene spesso dato per scontato. Tutti o quasi sanno che è il più antico del mondo, persino più anziano di quello del Cairo, e che l' anno scorso si è rifatto il trucco duplicando la sua superficie. Eppure la venerabile istituzione che oggi presenterà il budget previsionale del 2017, vanta un bilancio annuale da un milione di visitatori, 9,5 milioni di euro d' incasso, ricavo netto di 810.000 euro, investiti in quattro fondi che corrispondono ad altrettanti progetti, dalla digitalizzazione degli archivi al progetto di «Public archeology» per rendere condiviso il proprio patrimonio, il tutto in regime di autofinanziamento, ha saputo anche cambiare pelle.

 

«Sembra di entrare nell' isola di Tonga» disse una volta l' ex sindaco Piero Fassino, a sottolineare una tendenza all' autoreferenzialità dell' Egizio.

GRECO CHRISTILLINGRECO CHRISTILLIN

 

«Io credo ai musei come centri di ricerca, come agorà aperta, capaci di programmare e di crearsi nuove possibilità di crescita» racconta Greco. Al concorso internazionale per il posto di nuovo direttore dell' Egizio arrivarono 101 candidature, equamente divise tra italiani e stranieri. Pochi giorni prima della scelta un membro della commissione indipendente incontrò la presidente Evelina Christillin.

 

«Ne abbiamo trovato uno che forse non ha l' età, ma è un fenomeno». «E allora prendetelo, se potete» fu la risposta. La «signora delle colline», nomignolo più malevolo di quanto appare, emblema e incarnazione del sistema Torino, è stata premiata ieri come torinese dell' anno dalla sindaca Chiara Appendino, che doveva abbattere il sistema Torino. Di lei e della sua collezione interminabile di incarichi, ultimo dei quali il posto nel Consiglio della Fifa, si può dire molto.

 

 

Ma è difficile negare la sua tendenza a dare fiducia ai giovani, a favorire il loro percorso.

Greco detesta la retorica della fuga dei cervelli all' estero con annesso rientro del figliol prodigo. «Quando all' università di Pavia mi proposero di andare a Leiden, pensavo fosse in Germania... Ma se fossi rimasto in Italia non credo che sarebbe stato possibile fare quel che ho fatto. Dove sono i giovani? Dove sono le loro possibilità? Investiamo ancora troppo poco in ricerca». A 34 anni divenne direttore del Museo Nazionale di Leiden. Il suo successore ne ha 32.

MUSEO EGIZIO DI TORINOMUSEO EGIZIO DI TORINO

 

«Ci sono stato la scorsa settimana. Ho incontrato sei ricercatori italiani. Non siamo più un polo d' attrazione, e non solo per l' egittologia». Greco appare all' antica come i suoi studi, tormentato il giusto, come chi ha fatto della sua unica passione una ragione di vita. «Mi chiedo spesso cosa spinge le persone a fare migliaia di chilometri e tre ore di fila per vedere reperti di 4-5.000 anni fa perfettamente conservati. La mia risposta è che l' Egitto ci comunica il senso dell' immortalità, perché la sua civiltà è stata capace di superare la caducità umana e i limiti del tempo».

 

A 12 anni fece il classico viaggio sul Nilo in compagnia della mamma. E di fronte al tempio di Ramsete ebbe l' illuminazione. I genitori, papà architetto, madre negoziante, non erano d' accordo, poche possibilità, alto rischio di tornare nella natia Vicenza con le pive nel sacco. Dopo gli anni di Leiden, e gli allestimenti in mezzo mondo, da New York a Helsinki, si sono arresi all' evidenza.

 

«Mi manca il lavoro sul campo. Per me è linfa vitale. Ma se con il Museo Egizio riesco in qualche modo a favorire e promuovere la ricerca, questo può essere un bel modo per appagare il mio desiderio». E comunque il 13 marzo Christian Greco partirà per tre settimane di scavi in Egitto.

 

Ma prima farà tappa a Zurigo, per una consulenza sul nuovo allestimento di quell' arte antica che si pratica in ventidue con un pallone di cuoio, su un prato verde. Capirci di calcio aiuta, ma anche fare bene i musei non è male.

MUSEO EGIZIO DI TORINO MUSEO EGIZIO DI TORINO

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...