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È BAL-MANIA! NEGLI H&M DI TUTTO IL MONDO ARRIVA LA COLLEZIONE DI BALMAIN - DA VIA INDIPENDENZA A REGENT STREET CODE INTERMINABILI E BUTTAFUORI CHE DOMANO LE FOLLE IMPAZZITE (VIDEO)

 

VIDEO - CAMPAGNA BALMAIN X H&M CON KENDALL JENNER

 

Da www.repubblica.it 

 

shopping a regent streetshopping a regent street

 

Puff! Sparita in pochi istanti, qualche minuto alle nove, la collezione maschile di Balmain per H&M all’ultimo piano della palazzina liberty di via Indipendenza a Bologna. Gli abiti femminili invece al piano inferiore alle nove spaccate erano ancora lì a far bella mostra di loro, ordinati come in una vera e propria boutique dentro la zona delimitata dalle transenne. Quando i commessi hanno però dato il via all’ingresso alle 9.06 si è scatenato l’inferno quando le ragazze con il braccialettino rosso che dava a loro il diritto di entrare per prime si sono letteralmente gettate sulle grucce sparpagliando quei capi firmati come su una bancarella al mercato.

 

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Rispetto alle collezioni speciali degli anni passati, quella di Balmain ha attirato molta più gente armata di una particolare foga battagliera per raggiungere l’obiettivo agognato. “Ieri avremmo avuto bisogno di una persona che rispondesse solo al telefono” dicono i commessi alla cassa che registrano un successo forse pari alla collezione di Jimmy Choo. Merito del designer Olivier Rousteing che ha disegnato una capsule collection rivolta a quella che lui stesso, classe 1985, ha definito la “generazione H&M” desiderosa quindi di possedere un capo d’alta moda a un prezzo decisamente inferiore che in negozio. I primi ad arrivare si sono presentati sulla porta dello store alle 23 e hanno atteso chiacchierando l’apertura del negozio.

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Maxime e Silvia sono arrivati alle 2.20 e prima di loro ce n’erano già in fila una trentina. Tradizionale colazione alle 7.30, servita con un certo anticipo rispetto al solito, vista la folla assiepata sotto al portico, preparazione olimpica e strategia militare poi per riuscire a portare a casa più roba possibile a seconda dalla disponibilità del portafogli. I clienti non erano i soli a concentrarsi: lo staff di H&M al gran completo per il loro evento dell’anno, come gli All Blacks ma firmati Balmain, si sono caricati con un balletto sulle note di Uptown Funk di Mark Ronson e Bruno Mars sapendo che di lì a pochi minuti si sarebbero trovati a tentare di arginare la furia delle fashioniste. Un bel respiro profondo per i ragazzi che, letteralmente travolti al “fischio d’inizio”, dovevano tentare di tenere tutto sotto controllo e rispedire dietro le “sbarre” le furbette che volevano saltare la fila.

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Stamattina anche il pavimento tremava mentre le fanciulle si accapigliavano per una camicetta. E mentre si consumava il rito a fila controllata, Ciro pagava alla cassa il prezzo del suo bottino. “Sono arrivato alle 11 di ieri sera e sono riuscito a prendere tutto quello che volevo” spiega il ragazzo al secolo Yuwen Shao che sogna un futuro come quello di Rousteing. “Vengo dalla Cina e sono in Italia da cinque anni” ” spiega “sono uno studente del corso di Fashion Design dell’Accademia e sì, Balmain è proprio il mio stile”. Ciro e il suo gruppo di amici (con Yorkshire al seguito) si sono davvero fatti notare. “Quest’anno abbiamo fatto i conti con la concorrenza cinese, agguerritissima” incalza Maxime, un professionista degli eventi di questo tipo a Bologna. “E anche quella degli uomini… Etero!” gli fa eco Silvia che evidenzia la tendenza: agli uomini tutti oramai piace fare shopping tanto quanto le donne.

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A dimostrazione di questo c’è la premiata ditta Agnese e fidanzato. Loro sono perfettamente assortiti e rodati: lei, vestita con la felpa Wang della collezione dell’anno scorso, fa la fila per il ragazzo e lui paga. “Tanto poi quello che compriamo ce lo mettiamo entrambi, quella felpa sarebbe stata la mia” sorride lui mentre tirano le somme sui pezzi da mettere in guardaroba. Del resto sulle riviste si legge che la tendenza del momento è la moda “agender” o “genderfree” mettendo in mezzo la parola più abusata di questi tempi. Cosa significa? Che nel secolo scorso l’avremmo chiamata “unisex”.

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