LA FORTUNA È CIECA, MA I TRUFFATORI CI VEDONO BENISSIMO – MAXI SEQUESTRO PER LA BANDA DEI “GRATTA E VINCI” CON A CAPO UN DIPENDENTE “INFEDELE” DI LOTTOMATICA CHE ENTRAVA NEI SERVER, INDIVIDUAVA I BIGLIETTI VINCENTI E MANDAVA AMICI E PARENTI A COMPRARLI – TRA I VARI INSOSPETTABILI DIVENTATI MILIONARI A COLPO SICURO C’È ANCHE IL GUARDALINEE CRISTIANO COPELLI, MANTOVANO, LEGATO ALLA MENTE DELLA TRUFFA DA…
Adelaide Pierucci per "il Messaggero"
L' informatico, l' arbitro-guardalinee e la furbata. Incassare vincite milionarie non è mai stato così facile: due biglietti da 5 milioni col Gratta e Vinci Maxi Milionario e uno da 7 col Gratta e Vinci Supercash. Da dipendente, anzi da funzionario, Fabio Giacovazzi, romano e informatico della Lottomatica Holding spa, concessionaria dei giochi per conto dello Stato, in base al codice deontologico, non avrebbe dovuto nemmeno partecipare alle lotterie. Invece, alla faccia di milioni di italiani che speravano nella fortuna, lui con poche manovre si assicurava i biglietti milionari facendoli incassare a parenti e amici, compreso un ex guardalinee di serie A.
Ora, dopo un sequestro da 27 milioni scattato nell' ottobre scorso, per la banda del Gratta e Vinci è arrivata una nuova batosta: un altro sequestro a sei zeri. Ecco l' escamotage di Giacovazzi: recuperava il codice del biglietto vincente introducendosi nei server di Lottomatica e mandava qualcuno a fare l' acquisto. È così che entrato di scena il guardalinee Cristiano Copelli, mantovano, cruciale nelle partire di campionato fino a qualche anno fa. Un insospettabile, divenuto milionario a colpo sicuro.
IL BIGLIETTO L' acquisto vincente a Milano. È il 24 luglio 2015. L' ex guardalinee gratta la tessere e spuntano 5 milioni di euro. Si scoprirà poi che Copelli era il nuovo compagno della ex di Giacovazzi: i due erano rimasti legati da un figlio. La truffa dell' informatico e del guardalinee nasce così. Giacovazzi, però, si muove da ingordo. Non si ferma.
Tre mesi dopo il colpo fa incassare altri 5 milioni alla nuova compagna che deve scomodarsi solo ad andare in provincia di Brescia per acquistare il biglietto vincente. Due anni dopo la supervincitrice, con un premio da 7 milioni, è la madre dell' informatico. Che, come gli altri, scova il biglietto fortunato non proprio a Roma, dove abita, ma a Foggia.
A scoprire il raggiro il pm Alessia Miele e una squadra di finanzieri: una volta ricostruito l' inganno e dopo aver indagato una dozzina di persone, a ottobre fanno scattare un sequestro da 27 milioni di euro.
Gli inquirenti, nei giorni scorsi, con un secondo provvedimento, hanno ottenuto un nuovo sequestro per la banda, questa volta a carico di parenti e amici di Giacovazzi: un appartamento all' Eur, la porzione di un villino a Casalpalocco, la nuda proprietà di una villa, un' auto, un appartamento all' Axa e la porzione di una villetta a schiera. Beni, secondo il gip Emanuela Attura, acquistati coi proventi della truffa del Gratta e Vinci.
Quando lo scorso ottobre, era circolata la notizia del coinvolgimento del guardalinee Copelli, Luciano Moggi aveva perso i freni su Facebook: «Amici, vi ricordate di quando io in occasione di RegginaJuventus, famosa per il sequestro di Paparesta che non è mai avvenuto, litigai con lui e con il suo assistente di linea Cristiano Copelli perché ci aveva annullato un goal valido e non ci aveva dato un rigore? Era lo stesso che a Torino in occasione di una Supercoppa con l' Inter annullò un goal valido di Trezeguet che ci fece perdere la Supercoppa.
Mi riferirono da Mantova che questo signore avrebbe detto a più persone che fino a quando avesse arbitrato lui, la Juventus avrebbe avuto difficoltà a vincere. Cristiano Copelli è attualmente indagato per truffa. Questo vi potrà far capire la serietà di alcune persone che hanno iniziato a colpire la Juventus e hanno creato Calciopoli».