DUE “FRANCE” DELLA STESSA MEDAGLIA – AD AMMAZZARE,IL 16ENNE THOMAS PEROTTO, NELL'ASSALTO AL "BALLO DI INVERNO" DEL PAESINO DI CREPOL, È STATO CHAID AKABLI, 20ENNE DI CITTADINANZA FRANCESE MA DI ORIGINI MAGHREBINE. IL COMMANDO CHE HA ASSALITO IL PARTY ERA TUTTO COMPOSTO DA GIOVANI IMMIGRATI DI SECONDA GENERAZIONE. E SUI SOCIAL C’È CHI ESULTA PER LA MORTE DEL BIANCO THOMAS, E INNEGGIA A CHAID. PER QUANTO ANCORA MACRON POTRÀ IGNORARE LA STRISCIANTE GUERRA CIVILE IN ATTO NEL PAESE?
1. ASSALTO ALLA FESTA IN FRANCIA, IL NOME ARABO DEL KILLER SCATENA LA POLEMICA POLITICA
Estratto dell'articolo di Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
Venerdì si sono tenuti i funerali di Thomas Perotto, il liceale di 16 anni ucciso una settimana fa alla festa di paese durante un’esplosione di violenza inaudita; e sempre venerdì è stato finalmente reso noto il nome del ragazzo accusato di averlo colpito alla gola e al cuore gridando, secondo più testimoni, di volere «accoltellare i bianchi»: si tratta di Chaïd Akabli, 20 anni, arrestato pochi giorni dopo a Tolosa mentre con i suoi amici si preparava a fuggire in Spagna e poi forse nel Maghreb delle origini.
Alla fine del «ballo d’inverno», verso le due della notte tra sabato e domenica, la banda di Chaïd […] ha dato l’assalto alla sala delle feste di Crépol, piccolo villaggio di campagna di neanche 600 abitanti vicino a Grenoble, colpendo a caso chiunque capitasse a tiro. In tutto venti accoltellati.
Thomas e Chaïd: i nomi sono importanti nel dramma che negli ultimi giorni scuote la Francia. La tragedia si è consumata tra sabato e domenica, i nove arresti sono arrivati martedì sera. Al Consiglio dei ministri di mercoledì mattina il responsabile dell’Interno, Gérald Darmanin, ha mostrato la lista a un collega, che poi si è confidato col Figaro : «Sono tutti di nazionalità francese ma non ce n’è uno che abbia un nome francese.
Vedrete che cosa succederà quando si verrà a sapere...».
Il procuratore di Valence, Laurent de Caigny, subito aveva parlato di una «rissa», evocando una specie di litigio tra bande rivali, e anche per questo, nei primi giorni, il massacro di Crépol ha destato un interesse relativo. I ragazzi del paese hanno protestato, indignati per la confusione tra aggrediti e aggressori. Molti commentatori e esponenti politici, soprattutto all’estrema destra, hanno cominciato a denunciare una forma di omertà chiedendo di conoscere l’identità degli arrestati.
Quando è spuntato il nome arabo di Chaïd, le polemiche sono esplose. Marine Le Pen parla di razzia ricordando le incursioni arabe dei secoli scorsi; Eric Zemmour conia il termine di francocidio , ovvero l’uccisione di qualcuno che non ha altra colpa se non quella di essere francese. Thomas e Chaïd diventano gli archetipi dell’integrazione riuscita e di quella fallita: Thomas Perotto ha un cognome italiano, piemontese, ma i suoi genitori scelsero per lui un nome francese; era un adolescente gentile e molto amato, che sabato sera faceva festa assieme a tutto il villaggio in una campagna che credeva di essere lontana dal mondo e quindi felice; anche Chaïd Akabli è francese ma «solo sulla carta», dice il filosofo Michel Onfray: è arrivato con i suoi amici vestito in tuta da teppista di periferia per distruggere una vita e una comunità. […]
IN FRANCIA ESULTANO PERIL RAGAZZO UCCISO
Estratto dell’articolo di Mauro Zanon per “Libero quotidiano”
Si chiamano Chaïd Akabli, Ilyes Zazane, Yasir El Moujahid, Nassir Hemaizia, Kouider Maref, Yanis Boukmiri Canel, Fayçal Ramdani e Kais Chorfia gli assalitori che, nella notte tra sabato 18 e domenica 19 novembre, nel piccolo borgo di Crépol, hanno lanciato una spedizione punitiva per accoltellare «dei bianchi», durante la quale ha perso la vita un ragazzo di sedici anni, Thomas Perotto.
Sono i nomi che il governo francese voleva nascondere, come riportato da alcune fonti di sicurezza sentite in forma anonima dal settimanale Valeurs Actuelles, ma che l’esponente del partito sovranista Reconquête Damien Rieu ha reso pubblici venerdì sera su X.
[…] Il sito Fdsouche.com ha postato i messaggi raccapriccianti pubblicati da alcuni utenti che si rallegrano della morte di Thomas, perché sul suo account TikTok condivideva pubblicazioni patriottiche e gli interventi sui talk-show di Jordan Bardella, presidente del Rassemblement national.
[…]
Ma il peggio è accaduto a Sciences Po Paris, la scuola-fornace delle élite francesi, nota per essere il santuario del pensiero socialista. Sui muri dei vari campus di Sciences Po, il sindacato studentesco Uni, storicamente vicino alla destra gollista, ha affisso questa settimana alcuni manifesti per denunciare la barbarie che ha ucciso Thomas, sui quali campeggia la foto del suo volto e la scritta «le laxisme tue», il lassismo uccide.
Peccato che i manifesti in memoria del sedicenne siano stati rapidamente strappati da alcuni militanti di estrema sinistra, come testimoniato da un video pubblicato sui social dall’Uni. [...] Il giornalista-reporter Vincent Lapierre ha raccolto invece la testimonianza del padre di una ragazza presente alla festa. «Mia figlia mi ha detto di aver sentito on est venu tuer du céfran (siamo venuti a uccidere dei francesi, ndr.) e lo ha detto ai gendarmi», ha dichiarato il padre.
Ma la gendarmeria, dai piani alti della République, ha avuto come consegna di tenere nascosti i nomi degli aggressori per non scioccare l’opinione pubblica. Lunedì, intanto, davanti al Tribunale dei minori di Parigi, compariranno sei adolescenti implicati nell’assassinio del professore di storia e geografia Samuel Paty, sgozzato nel 2020 da un islamista ceceno per aver mostrato le vignette di Charlie Hebdo su Maometto in classe. Fra gli imputati, una ragazzina che aveva 13 anni al momento dei fatti sarà processata per calunnia. È all’origine della menzogna secondo cui Paty aveva invitato gli studenti musulmani ad uscire dalla classe: menzogna che ha fomentato la rappresaglia islamista.