
“IL LICENZIAMENTO DELLA PROF CHE SI ESIBIVA SU ONLYFANS? E’ UN PROVVEDIMENTO ODIOSO CON CUI E’ IMPOSSIBILE SOLIDARIZZARE” – FRANCESCO MERLO E LA CACCIATA DI ELENA MARAGA, L’INSEGNANTE TREVIGIANA DI 29 ANNI, “COLPEVOLE” DI AVER UN SECONDO LAVORO SU ONLYFANS: “NON CONOSCO LE REGOLE DI ONLYFANS MA PIÙ CHE LIBERTÀ SESSUALE MI PARE FRUSTRAZIONE SESSUALE, UN EROS REPRESSO DA MASCHI CAPRONI CHE INEVITABILMENTE SI RISVEGLIEREBBE NEL FUORI LUOGO DELLA SCUOLA, NEL GIOCO DEL…”
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Dalla rubrica delle lettere di “Repubblica”
Caro Merlo, lei che sui diritti di libertà ha sempre espresso un pensiero limpido e radicale, ci rifletta bene e risponda alla seguente domanda: è compatibile l’esibizione a pagamento su OnlyFans con l’insegnamento in una scuola materna, anche laica, non solo quella cattolica che ha licenziato la maestra in provincia di Treviso, dove tutti la paragonano alla Bocca di rosa di De André? Licenziandola hanno violato la sua libertà? Se lei fosse preside come si comporterebbe?
Laura Traverso, Genova
Risposta di Francesco Merlo
Il licenziamento, probabilmente legittimo in una scuola privata cattolica, rimane un provvedimento odioso con il quale mi è impossibile solidarizzare. Ed è vero che “spogliarsi non è reato” come ha rivendicato l’insegnante nell’intervista piena di fierezza che ha rilasciato a Giampaolo Visetti. Penso anche che il paragone con la Bocca di rosa di De André sia una pigrizia mentale perché quell’insegnante non fa la prostituta.
Rimane il disagio di incontrare come maestra dei loro figli i tuoi clienti che, più tardi, nella stessa giornata, ti pagano per eccitarsi e sfogarsi senza toccarti. Non conosco le regole di OnlyFans ma più che libertà sessuale mi pare frustrazione sessuale, un eros represso da maschi caproni che inevitabilmente si risveglierebbe nel fuori luogo della scuola, nel gioco del “so cosa c’è sotto, conosco mutande, reggiseni e tanga e so come sei fatta…”.
Fare l’insegnante non è una professione come un’altra. Aggiungo, però, che nello sfigato che contempla l’esibizione c’è una richiesta di assistenza che somiglia a quella dello scolaro. E dunque? Se fossi il preside sicuramente non la proporrei per il licenziamento, ma affronterei concretamente il problema. A freddo e in astratto non c’è una risposta.
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