franco cardini

“MANCA UN'ANALISI SERIA DELLA RESISTENZA PERCHÉ POSSA DIVENTARE MEMORIA CONDIVISA” - LO STORICO FRANCO CARDINI, COME GIA’ FECE GIAMPAOLO PANSA, “OSA” INFILARE IL DITO NELLE OMBRE DELLA RESISTENZA: “RICORDO CASI ABERRANTI TRA I PARTIGIANI, LA BRIGATA OSOPPO, IL TERRORISMO INTERNO. LA GUERRA CIVILE È FINITA IL 25 APRILE MA LE UCCISIONI SONO CONTINUATE FINO AL 1949 NONOSTANTE L'AMNISTIA DI TOGLIATTI. SUL SANGUE DEI VINTI NON SI PUÒ STENDERE UN VELO - I REPUBBLICHINI STAVANO DALLA PARTE SBAGLIATA MA VOLEVANO DIFENDERE LA PATRIA. IL 25 LUGLIO MUSSOLINI VENNE ROVESCIATO DA UNA CONGIURA DI PALAZZO E 18 SETTEMBRE IL RE SCAPPÒ. ALLORA SI SAPEVA POCO DELLA SHOAH”

1. DISFIDA TRA STORICI

Estratto dell’articolo di Francesco Rigatelli per “La Stampa”

 

franco cardini

Il significato del 25 Aprile e l'uso mancato della parola antifascismo da parte della premier Meloni fanno discutere gli storici e traballare la manifestazione "La Storia in piazza" di Genova. «Caro Canfora, ha sentito Franco Cardini su La 7 nel programma di Gruber? Una specie di apologia dei giovani della Repubblica sociale, mascherata da equanimità del giudizio storico a posteriori. Se non lo ha sentito, la invito a farlo. E poi a domandarsi se è possibile, e moralmente accettabile, collaborare con un tipo simile».

LUCIANO CANFORA

 

Firmato Antonio Gibelli, 81 anni, già professore ordinario di Storia contemporanea a Genova ed ex organizzatore della manifestazione "La Storia in piazza", i cui curatori attuali sono gli storici Luciano Canfora, 80 anni, Franco Cardini, 82, e Anna Foa, 79.

 

Canfora trova strumentale la provocazione […] «Sono argomenti complessi su cui non giova un approccio manicheo. Ci sono stati tanti antifascismi, […] si tende a equiparare antifascismo e guerra di Liberazione, mentre sono due momenti diversi. […] La verità è che l'Italia era un Paese largamente fascista ed è diventato afascista, non antifascista. Per questo la celebrazione del 25 Aprile resta contestata, lo fu fin dall'inizio da Almirante, e in tanti conservano un'idea del fascismo che io respingo». Cardini da Gruber aveva parlato di «antifascismo usato in modo terroristico», contestato «l'eroicizzazione di tutti i partigiani» e difeso «la memoria dei ragazzi di Salò che lottarono per la patria» […]

resistenza

 

2. FRANCO CARDINI: «I REPUBBLICHINI SBAGLIARONO MA PER AMORE DELLA PATRIA»

Estratto dell’articolo di F.Rig. per “La Stampa”

 

[…] Franco Cardini, 81 anni, fiorentino, storico del Medioevo, si trova a disagio nella contemporaneità: «Evidentemente a "Otto e mezzo" non sono riuscito a spiegarmi bene se ora il professor Gibelli, ex organizzatore de "La Storia in piazza" di Genova, chiede le mie dimissioni da curatore della manifestazione al collega Canfora».

 

franco cardini

[…] Tutto nasce dalla sua difesa dei ragazzi di Salò, perché?

«Il punto centrale è la riconciliazione tra gli italiani e una memoria condivisa. Perché questo avvenga bisogna mettersi d'accordo e non è detto che se ne trovi una, ma in quel caso ognuno si terrà la propria memoria».

 

[…] «Manca un'analisi seria e articolata della Resistenza perché possa diventare memoria condivisa. Ricordo casi aberranti tra i partigiani, la brigata Osoppo, il terrorismo interno, e va bene che in guerra tutto è legittimo ma con il senno di poi tanti episodi andrebbero riesaminati».

 

Troppi sconti ai partigiani insomma?

partigiani 3

«Ad alcuni partigiani. La guerra civile è finita il 25 aprile, tutti si sono abbracciati, dopodiché le uccisioni sono continuate fino al 1949 nonostante l'amnistia di Togliatti. Sul sangue dei vinti non si può stendere un velo, occorre una conciliazione».

 

E Salò?

«Nella Storia non si può mai generalizzare, anche i repubblichini hanno avuto dei meriti. Magari stavano dalla parte sbagliata, ma volevano difendere la patria. Il 25 luglio Mussolini venne rovesciato da una congiura di palazzo e 18 settembre il Re scappò. Teniamo presente che allora si sapeva poco della Shoah».

partigiani 5

 

La diatriba sulla parola antifascismo cosa c'entra con tutto questo?

«Nulla, ma faccio fatica a pronunciarla perché se parlo con un comunista vuol dire colpire il fascismo come braccio armato del capitalismo e se mi rivolgo a un liberale prende il significato di tutela di tutte le libertà, compresa quella economica. Insomma, gli antifascismi sono in contrasto tra loro».

 

L'antifascismo non è semplicemente l'avversione alla dittatura?

«Può darsi, ma i comunisti allora andrebbero considerati fa scisti perché appoggiavano la dittatura sovietica. Resta una parola ambigua».

 

[…] Qual è la sua proposta di riconciliazione?

partigiani2

«In Italia c'è stata una guerra civile tra minoranze. Un 10% di partigiani, un 5% di repubblichini e l'85% degli italiani alla finestra. La riconciliazione tra chi combatté per liberare il Paese e chi per rispettarne l'onore non può essere così complicata, anche perché li accomunò una volontà di riscatto». […]

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…

andrea orcel francesco milleri giuseppe castagna gaetano caltagirone giancarlo giorgetti matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL RISIKONE È IN ARRIVO: DOMANI MATTINA INIZIERÀ L’ASSALTO DI CALTA-MILLERI-GOVERNO AL FORZIERE DELLE GENERALI. MA I TRE PARTITI DI GOVERNO NON VIAGGIANO SULLO STESSO BINARIO. L’INTENTO DI SALVINI & GIORGETTI È UNO SOLO: SALVARE LA “LORO” BPM DALLE UNGHIE DI UNICREDIT. E LA VOLONTÀ DEL MEF DI MANTENERE L’11% DI MPS, È UNA SPIA DEL RAPPORTO SALDO DELLA LEGA CON IL CEO LUIGI LOVAGLIO - DIFATTI IL VIOLENTISSIMO GOLDEN POWER DEL GOVERNO SULL’OPERAZIONE DI UNICREDIT SU BPM, NON CONVENIVA CERTO AL DUO CALTA-FAZZO, BENSÌ SOLO ALLA LEGA DI GIORGETTI E SALVINI PER LEGNARE ORCEL – I DUE GRANDI VECCHI DELLA FINANZA MENEGHINA, GUZZETTI E BAZOLI, HANNO PRESO MALISSIMO L’INVASIONE DEI CALTAGIRONESI ALLA FIAMMA E HANNO SUBITO IMPARTITO UNA “MORAL SUASION” A COLUI CHE HANNO POSTO AL VERTICE DI INTESA, CARLO MESSINA: "ROMA DELENDA EST"…