funivia stresa mottarone

MANU-TENSIONE - ERANO CONTINUI GLI SCAZZI TRA I NERINI, PROPRIETARI DELLA FUNIVIA STRESA-MOTTARONE, E L'AZIENDA LEITNER DI VIPITENO CHE DOVEVA CURARE LA MANUTENZIONE - DEBITI E DENUNCE, CON UN CREDITO DI 840 MILA EURO NEL 2017: GLI ALTOATESINI ARRIVARONO A IPOTECARE LE PROPRIETÀ DEL CAPOFAMIGLIA, CITANDOLO IN GIUDIZIO - IL COMUNE DI STRESA PAGA UN CONTRIBUTO AL GESTORE DELLA FUNIVIA DI 130 MILA EURO ANNUI...

Mario Gerevini per www.corriere.it

 

incidente funivia stresa mottarone 3

Il gestore della funivia e il titolare della manutenzione. Relazioni economiche, appalti e la parentesi di una denuncia: è una storia che va messa a fuoco.

 

La Leitner di Vipiteno (Bz), una multinazionale «familiare» da un miliardo di fatturato, e la Ferrovie Mottarone della famiglia Nerini, storici gestori degli impianti che dal lago portano i turisti fino ai 1.492 metri del Mottarone, si mettono insieme nell’estate del 2015. Partecipano all’appalto per i lavori di revisione generale della funivia Stresa-Mottarone, per poi gestirla fino al 2028.

 

FUNIVIA STRESA

Contributo pubblico

L’operazione è sostenuta da un contributo pubblico di circa 3 milioni che per la sua parte, circa metà, il Comune di Stresa rateizza in tranche annuali da circa 130 mila euro bonificati alla società di gestione dell’impianto.

 

incidente funivia stresa mottarone

Leitner-Nerini è un tandem affiatato sulla carta: l’azienda altoatesina è il socio costruttore-manutentore mentre l’azienda locale è il gestore-finanziatore. Si aggiudicano l’appalto e a fine 2015 costituiscono la società di progetto Funivie del Mottarone.

 

I Nerini hanno il 20% e Leitner l’80% ma con un patto di cessione ai primi dell’intera quota al pagamento dei lavori e al collaudo. E qui emerge il primo problema: gli imprenditori locali non pagano, secondo Leitner, che cita in giudizio sia Ferrovie del Mottarone che Mario Nerini, il capostipite della famiglia, per ottenere un’ipoteca sui loro beni.

 

funivia stresa mottarone 7

Nel frattempo i lavori si concludono e Funivie stipula un contratto con Leitner per la manutenzione dell’impianto per 13 anni. Da notare che in quel momento (aprile 2016) Funivie è ancora all’80% della stessa Leitner.

 

Attrazioni turistiche

Il contratto di concessione della gestione dell’impianto viene stipulato il 28 ottobre 2016 tra Funivie (sempre nella combinazione 80%-20%) e il concedente Comune di Stresa. La funivia torna a funzionare dopo due anni di stop. Pochi mesi dopo, a marzo del 2017, quando i ricavi cominciano a ingrossare il bilancio e a far vedere buoni risultati, Leitner cede il suo 80%: il prezzo è di soli 8 mila euro.

 

funivia stresa mottarone 9

Ma a garanzia dei suoi crediti per i lavori (840 mila euro con un tasso del 4,5%) si prende in pegno tutto il capitale e ipoteca gli immobili di Mario Nerini. Nel giro di poco, con gli affari della funivia che decollano, i Nerini trovano le risorse per saldare il debito con Leitner.

 

funivia stresa

E a quel punto la famiglia decide di fondere la società Funivie nella storica (nata nel 1908) azienda di famiglia, Ferrovie del Mottarone, portandosi dentro attivi, passivi e contratti. Tra questi anche quello della manutenzione con Leitner, stipulato quando la stessa società bolzanina aveva il controllo: scadrà al termine della concessione, nel 2028.

 

funivia di stresa

A che prezzo? Circa 2 milioni di euro per tutto il periodo. Per fare cosa? Manutenzione straordinaria e ordinaria mentre quella giornaliera e settimanale sarebbe a carico della società di gestione.

 

Nel frattempo Luigi Nerini, 56 anni, ha rilevato il 100% dell’azienda di famiglia e con le altre sue società gestisce attrazioni per turisti in vetta al Mottarone (pista da bob su rotaia) e un Safari Park.

Ultimi Dagoreport

turicchi, giorgetti, sala

FLASH! - IL DILEMMA DI GIORGETTI: IL CAPO DELLE PARTECIPATE DEL TESORO E SUO FEDELISSIMO, MARCELLO SALA, NON HA INTENZIONE DI TRASLOCARE ALLA PRESIDENZA DI NEXI PER FARE POSTO AD ANTONINO TURICCHI, CHE VANTA PERO’ UN ‘’CREDITO’’ NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL MEF PER AVER CONDOTTO IN PORTO LE TRATTATIVE ITA-LUFTANSA. MA ALLA PRESIDENZA DI ITA, INVECE DI TURICCHI, MELONI & C. HANNO IMPOSTO SANDRO PAPPALARDO, UN PILOTA PENSIONATO LEGATO AL CLAN SICULO DI MUSUMECI – ORA GIORGETTI SPERA CHE VENGA APPLICATA LA LEGGE CHE VIETA AI PENSIONATI DI STATO DI RICOPRIRE INCARICHI RETRIBUITI)…

donald trump

DAGOREPORT - LA DIPLOMAZIA MUSCOLARE DI TRUMP È PIENA DI "EFFETTI COLLATERALI" - L'INCEDERE DA BULLDOZER DEL TYCOON HA PROVOCATO UNA SERIE DI CONSEGUENZE INATTESE: HA RIAVVICINATO IL REGNO UNITO ALL'UE, HA RILANCIATO L'IMMAGINE DI TRUDEAU E ZELENSKY, HA RIACCESO IL SENTIMENT ANTI-RUSSO NEGLI USA - LA MOSSA DA VOLPONE DI ERDOGAN E IL TRACOLLO NEI SONDAGGI DI NETANYAHU (SE SALTA "BIBI", SALTA ANCHE IL PIANO DI TRUMP PER IL MEDIO ORIENTE) - I POTENTATI ECONOMICI A STELLE E STRISCE SI MUOVONO: ATTIVATO UN "CANALE" CON LE CONTROPARTI BRITANNICHE PER PREVENIRE ALTRI CHOC TRUMPIANI...

giorgia arianna meloni maria grazia manuela cacciamani gennaro coppola cinecitta francesco rocca

DAGOREPORT - MENTRE LE MULTINAZIONALI STRANIERE CHE VENIVANO A GIRARE IN ITALIA OGGI PREFERISCONO LA SPAGNA, GLI STUDIOS DI CINECITTÀ SONO VUOTI - SONDARE I PRODUTTORI PER FAVORIRE UNA MAGGIORE OCCUPAZIONE DEGLI STUDIOS È UN’IMPRESA NON FACILE SOPRATTUTTO SE A PALAZZO CHIGI VIENE L’IDEA DI NOMINARE AL VERTICE DI CINECITTÀ SPA, CARDINE DEL SISTEMA AUDIOVISIVO ITALIANO, MANUELA CACCIAMANI, LEGATA ALLE SORELLE MELONI, IN PARTICOLARE ARIANNA, MA DOTATA DI UN CURRICULUM DI PRODUTTRICE DI FILM “FANTASMA” E DOCUMENTARI “IGNOTI” – FORSE PER IL GOVERNO MELONI È STATA PIÙ DECISIVA LA FEDE POLITICA CHE IL POSSESSO DI COMPETENZE. INFATTI, CHI RITROVIAMO NELLA SEGRETERIA DI FRANCESCO ROCCA ALLA REGIONE LAZIO? LA SORELLA DI MANUELA, MARIA GRAZIA CACCIAMANI, CHE FU CANDIDATA AL SENATO NEL 2018 NELLE LISTE DI FRATELLI D’ITALIA - QUANDO DIVENTA AD DI CINECITTÀ, CACCIAMANI HA LASCIATO LA GESTIONE DELLE SUE SOCIETÀ NELLE MANI DI GENNARO COPPOLA, IL SUO COMPAGNO E SOCIO D'AFFARI. QUINDI LEI È AL COMANDO DI UNA SOCIETÀ PUBBLICA CHE RICEVE 25 MILIONI L'ANNO, LUI AL TIMONE DELL’AZIENDA DI FAMIGLIA CHE OPERA NELLO STESSO SETTORE…

consiglio europeo giorgia meloni viktor orban ucraina zelensky ursula von der leyen

LE DECISIONI ALL’UNANIMITÀ IN EUROPA SONO FINITE: IERI AL CONSIGLIO EUROPEO IL PRIMO PASSO PER IL SUPERAMENTO DEL VETO, CON L’ISOLAMENTO DEL PUTINIANO VIKTOR ORBAN SUL PIANO IN CINQUE PUNTI PER L’UCRAINA – GIORGIA MELONI NON POTEVA SFILARSI ED È RIUSCITA A RIGIRARE LA FRITTATA CON MATTEO SALVINI: NON ERA UN DESIDERIO DI TRUMP CHE I PAESI EUROPEI AUMENTASSERO FINALMENTE LE SPESE PER LA DIFESA? DI CHE TI LAMENTI? - ANCHE LA POLEMICA DEL LEGHISTA E DI CONTE SUI “SOLDI DEGLI ASILI CHE FINISCONO IN ARMAMENTI” È STATA AGILMENTE NEUTRALIZZATA DALLA SORA GIORGIA, CHE HA FATTO “VERBALIZZARE” LA CONTRARIETÀ DELL’ITALIA ALL’UTILIZZO DEI FONDI DI COESIONE…