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LA STORIA DELLE DONNE KILLER DEL TERZO REICH, DETTE ‘’LE FURIE DI HITLER’’, È STATA SPESSO TRASCURATA, SOPPRESSA, CAMUFFATA. SADICHE E SPIETATE, LE DONNE-SOLDATO CHE UCCISERO A SANGUE FREDDO I PRIGIONIERI EBREI O I ‘NEMICI’ DEL REICH ESISTEVANO, ERANO TANTE, E VENIVANO SPEDITE NEI PAESI ANNESSI PER ASSICURARNE LA 'GERMANIZZAZIONE'

Da http://www.thedailybeast.com

 

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La storia delle donne killer del Terzo Reich, soprannominate le Furie di Hitler, è stata spesso trascurata, soppressa, camuffata. Ma le donne-soldato che uccisero a sangue freddo i prigionieri ebrei o i ‘nemici’ del Reich esistevano, erano tante, e particolarmente sadiche e spietate.

 

Anche se i casi documentati non sono numerosi, non dovrebbero essere liquidati come anomalie. Le ‘furie di Hitler’ non erano casi isolati di sociopatiche marginali. Queste donne credevano fermamente in quello che facevano. Giustificate dell’apparato nazista, le loro opere abominevoli erano, nella loro testa, espressioni di fedeltà.

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Un nuovo libro intitolato ‘Hitler’s Furies’, della scrittrice Wendy Lower, alza il velo sull’ampio coinvolgimento femminile nelle attività più micidiali e brutali del Terzo Reich.

Concentrate nei lager, soprattutto a oriente, le naziste tedesche esercitavano un abuso di potere uccidendo chi veniva considerato ‘feccia della società’. Mollavano la loro routine quotidiana e si riversavano nei campi di concentramento. Arrivavano al vertice di potere nel grosso apparato di distruzione. Erano protagoniste dirette sulle scene del crimine. Avevano ricevuto la ‘licenza’ per uccidere.

 

furie di hitlerfurie di hitler

Le ‘Furie di Hitler’ erano amministratrici zelanti, ladre, torturatrici e assassine. Lavoravano per il Fuhrer, negli ospedali vicini al fronte, alle stazioni per rifornire viveri e munizioni ai soldati. L'esercito tedesco addestrò oltre cinquecentomila giovani donne, per diventare operatrici radio, segretarie specializzate in intercettazione telefoniche e custodia di file segreti. Distribuivano e monitoravano i materiali di consumo necessari per mantenere la macchina da guerra in corsa.

 

furie di hitler 2furie di hitler 2

Oltre duecento mila donne furono spedite nei paesi annessi all’est. Qui mettevano su organizzazioni per promuovere il partito, diventavano esaminatrici razziali, consulenti per il reinserimento, educatrici e insegnanti di tedesco.

 

In una regione della Polonia annessa avevano creato un laboratorio di "germanizzazione", dove i leader nazisti schierarono migliaia di insegnanti. Altre centinaia furono inviate in altre enclavi coloniali del Reich. Mentre l’esercito nazista costruiva l'impero, queste donne erano incaricate di assicurare quel processo di “civilizzazione” tedesco . Chiaramente le pratiche di ‘costruzione’ e ‘distruzione’ erano inseparabili.

 

donne sospettate di crimini di guerra dopo la liberazione di bergen belsendonne sospettate di crimini di guerra dopo la liberazione di bergen belsen

Tra le tante, nel libro viene raccontata la storia della 22enne Johanna Altvater che, dal 1942 all'autunno del 1943, fu mandata in una città al confine ucraino-polacco chiamata Volodymyr-Volynsky, un importante punto tattico per i rifornimenti di guerra. Qui la popolazione ebraica nel giro di nemmeno due anni fu ridotta da 20mila a poco più di 400 persone. Johanna vi partecipò attivamente. In un estretto del libro si legge:  “Una volta nel ghetto fece cenno a un bambino di avvicinarsi. Aveva sei anni e viveva vicino al muro costruito nel ghetto. Il bambino si avvicinò. Lei lo afferrò così forte che il piccolo iniziò a urlare e dimenarsi. Altvater prese allora il bambino per le gambe, a testa in giù, e iniziò a sbatterlo contro il muro del ghetto, così come si sbatte un tappeto impolverato dalla finestra. Poi gettò il corpo del bambino morto ai piedi del padre, che in seguito testimoniò: "Non ho mai visto un tale sadismo in una donna."

donne in attesa fuori dal tribunale di luneburg   1945donne in attesa fuori dal tribunale di luneburg 1945

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