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GAY WEDDING: CONFETTI E ROSE ARCOBALENO, LISTE DI NOZZE PER COPPIE DELLO STESSO SESSO: A ROMA ARRIVA LA FIERA PER MATRIMONI OMOSESSUALI - LE UNIONI CIVILI SONO ANCHE UN BUSINESS: PORTERANNO NEL MERCATO UN 15 PER CENTO IN PIU’

Claudia Voltattorni per il “Corriere della Sera - Roma”

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Due lui che si baciano. Due lei in abito bianco abbracciate. I manifesti sono ovunque. Ai semafori e sui maxi cartelloni. Qualcuno è stato anche imbrattato. Ma il messaggio resta: «Basta nascondersi: dopo l' approvazione delle unioni civili anche Roma è pronta a celebrare il matrimonio tra due uomini o tra due donne». E soprattutto a festeggiarlo al meglio. Confetti e rose arcobaleno e sposi (dello stesso sesso) sulla torta inclusi.

 

Al Palazzo dei Congressi si è appena chiusa Roma Spose, la tradizionale fiera dedicata al matrimonio. Ma tra pochi giorni, il 21 ottobre (fino al 23) debutterà «Gay Wedding», la prima fiera di Roma dedicata alle unioni civili. Centocinquanta espositori invaderanno l' Hotel Ergife e proporranno abiti, luoghi per ricevimenti, viaggi di nozze, bomboniere, feste, liste nozze per coppie dello stesso sesso pronte a celebrare in Italia e a Roma in particolare la propria unione.

 

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All' inaugurazione ci sarà anche la deputata Monica Cirinnà, che ha dato il nome alla legge sulle unioni civili in vigore dal 5 giugno scorso.

Arriveranno coppie da tutta Italia, racconta Fabio Ridolfi, ideatore di «Gay Wedding»: «Dopo l' approvazione delle unioni civili anche da noi, stanno rientrando tante coppie che si erano sposate all' estero e ora possono celebrare la loro unione anche nel nostro Paese».

Ecco, spiega, «la nostra manifestazione serve da punto di riferimento dopo anni in cui se due lui entravano in un negozio per scegliere l' abito da sposi venivano guardati male».

In realtà tra gli stand non ci saranno cose molto diverse da quelle che si trovano in una fiera per spose tradizionali.

 

«Quello che è diverso - spiega Ridolfi - è l' approccio, il modo di porsi degli espositori». I fotografi ad esempio. Nei loro book mostreranno servizi con sposi dello stesso sesso, «ed è chiaro - sottolinea Ridolfi - che sono servizi fotografici molto diversi da quelli con un lui e una lei». Ma comunque la festa per l' unione civile tra due donne o due uomini ha qualcosa di diverso, spiega sempre Ridolfi che sul «Gay Wedding» sta lavorando da due anni: «Si è più concentrati sui dettagli, magari meno sull' abito che invece per la sposa tradizionale è quasi la cosa più importante».

 

Ci sono coppie gay o lesbiche che con orgoglio vogliono rivendicare la propria unione e allora ecco la richiesta di fiori e confetti arcobaleno. Oppure quelli che puntano più al viaggio di nozze.

 

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E se festa deve essere che sia un vero e proprio evento, con musica, spettacoli, balli.

Fino a poco tempo fa, spiega Ridolfi, «gli invitati erano molto pochi, la festa una cosa ristretta e poco "urlata"; ora invece c' è una gran voglia di far sapere a tutti che ci si sposa finalmente e che non si è contro la legge e la festa diventa il momento più importante».

 

E gli operatori del settore se ne stanno accorgendo, tanto che al «Gay Wedding» ne aspettavano un centinaio e invece sono saliti a centocinquanta.

D' altronde, riconosce Ridolfi, «questo è un business tutto in espansione, e se il settore del matrimonio tradizionale ogni anno perde il 10 per cento, possiamo stimare che invece le unioni civili porteranno un 15 per cento in più, che su un mercato annuale da almeno 100 milioni di euro non è poco».

Ecco perché, ad esempio, grandi alberghi a cinque stelle che di solito disertano questo tipo di manifestazioni, stavolta invece hanno voluto esserci.

Come il Parco dei Principi o il Ritz.

 

Ma c' era bisogno di una fiera ad hoc per le unioni civili?

«Assolutamente sì», risponde Maria Laura Annibali, presidente di GayProject ma soprattutto futura moglie di Lidia Merlo, si sposeranno in smoking bianco il prossimo 23 novembre nella cappella sconsacrata di Santa Maria in Tempulo. E venerdì sarà all' Ergife.

«Mi mancano ancora le bomboniere - sorride - e poi voglio vedere le acconciature, le scarpe, il bouquet».

 

E sì, ammette, del «Gay Wedding» «c' era un gran bisogno, provvidenziale direi: io che a 72 anni sarò la nubenda più grande d' Italia e per chi si sposa anche in tarda età, trovare tutto quello che serve in un solo posto e soprattutto senza doversi vergognare né sentirsi diverso è importantissimo, serve a dare un po' di coraggio a chi non ancora non lo ha, a sentirsi meno soli».

 

Quella delle Unioni civili, dice, «è stata una battaglia dura, alla fine è una legge monca ma c' è: ecco i tempi sono cambiati, per noi che siamo sul campo da tanti anni, dopo tante lotte e tanti dolori, ora sì, c' è una gran voglia di festeggiare, ce la siamo guadagnata questa felicità».

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