yoav gallant benjamin netanyahu

A GAZA NON CI SONO PIÙ EDIFICI DA ABBATTERE. E ISRAELE CAMBIA STRATEGIA – IL MINISTRO DELLA DIFESA, YOAV GALLANT, ANNUNCIA IL CAMBIO DI ROTTA: “BASTA MANOVRE INTENSE, ORA CI SARANNO OPERAZIONI SPECIALI” – I BOMBARDAMENTI MASSICCI SARANNO SOSTITUITI DA RAID MIRATI CONTRO I TERRORISTI DI HAMAS. LA BATTAGLIA SARÀ LUNGA, E SI POTREBBE ALLARGARE A LIBANO, IRAN E SIRIA: “STIAMO COMBATTENDO CONTRO UN’ALLEANZA, NON CON UN SINGOLO NEMICO. HEZBOLLAH HA VISTO COSA SUCCEDE A GAZA, POSSIAMO FARE LA STESSA COSA A BEIRUT”

Estratto dell’articolo di Gianluca Di Feo per “la Repubblica”

 

GALLANT NETANYAHU

«Dovremmo permettere a Hamas, a Hezbollah e all’Iran di decidere come dobbiamo vivere in Israele? Non lo accettiamo. Noi stiamo combattendo contro un’alleanza, non contro un singolo nemico. L’Iran sta costruendo una potenza militare intorno a noi, preparandosi a utilizzarla».

 

In un colloquio con il Wall Street Journal , il ministro della Difesa Yoav Gallant chiarisce la visione strategica di Israele: il 7 ottobre ha trascinato il suo Paese in una lunga guerra, composta da tanti conflitti che saranno affrontati in tempi e modi diversi fino a rendere completamente sicuri i confini. Con un avvertimento feroce diretto agli Hezbollah libanesi: «Hanno visto cosa sta accadendo a Gaza, sanno che possiamo fare la stessa cosa a Beirut».

 

BA-HAMAS - MEME BY EMILIANO CARLI

Gallant ribadisce che nella Striscia l’offensiva sta per cambiare passo, ma soltanto nelle zone dove Hamas è già stata colpita duramente. La «fase delle manovre intense » si trasformerà in «differenti tipi di operazioni speciali». In pratica, gli attacchi massicci condotti con tank, artiglieria e bombardamenti che spianano ogni ostacolo per aprire la strada ai rastrellamenti della fanteria saranno sostituiti da raid mirati contro le postazioni jihadiste, cercando di limitare i danni ai civili palestinesi. «Siamo vicini a questa nuova fase nel Nord della Striscia, inclusa Gaza City dove le nostre truppe hanno largamente preso il controllo, almeno sulla superficie», conferma il ministro.

 

A Sud però si sono accatastate oltre due milioni di persone e gli scontri possono provocare un numero di vittime addirittura più grande dei 23 mila morti contati finora dalle autorità di Hamas: «Dobbiamo tenere conto dell’enorme quantità di civili e stiamo mettendo a punto le tattiche militari – sostiene Gallant - . Ci vorrà un certo periodo di tempo».

 

bombardamento israeliano sul campo profughi maghazi a gaza 5

La battaglia più difficile si annuncia a Rafah, il centro vicino al confine egiziano dove si ipotizza che i guerriglieri ricevano ancora rifornimenti dai tunnel, spesso gestiti da bande di criminali.

 

Il vertice delle Israeli Defence Forces ritiene che il flusso di cibo, carburante e medicinali per la popolazione vada aumentato: «Consideriamo gli aiuti umanitari una necessità strategica. Ci permettono di andare alla caccia dei terroristi e dividerli dagli abitanti».

Migliorare la situazione dei residenti palestinesi è infatti la condizione per proseguire le incursioni, che probabilmente andranno avanti per mesi. Il futuro della Striscia invece resta vago.

 

carro armato israeliano a gaza

Secondo Gallant, la supervisione della ricostruzione dovrebbe essere affidata a una forza multinazionale guidata dagli Stati Uniti, con partner europei e mediorientali. Le pressioni internazionali non sembrano pesare su Israele. «Il 7 ottobre è stato il giorno più sanguinoso per gli ebrei dal 1945.

 

Il mondo deve capirlo: siamo in una situazione differente rispetto al passato. Una minaccia così grave è alla base della violenza della risposta di Israele e della sua determinazione non solo nel distruggere Hamas ma anche nell’agire con la forza necessaria per fermare altri potenziali avversari alleati con l’Iran, incluso Hezbollah. La priorità non è entrare in guerra contro Hezbollah, ma nel Nord 80 mila persone hanno bisogno di tornare nelle loro case in sicurezza. Se non ci sarà un accordo per renderlo possibile, non rinunceremo a un’azione militare».

bombardamento israeliano sul campo profughi maghazi a gaza 8

 

Dopo il crollo delle difese che ha permesso il massacro del Sabato Nero, l’esercito israeliano vuole ricostruire la fiducia nella sua potenza, all’interno e all’esterno del Paese: «Neppure i leader di Hamas credevano che avremmo reagito con un’offensiva su larga scala – ha riconosciuto Gallant –. Non l’hanno preso in considerazione nemmeno quando abbiamo cominciato l’attacco. Il nostro obiettivo finale adesso è convincere i nemici che ogni futura aggressione provocherà conseguenze disastrose ».

 

NETANYAHU GALLANT

È un impegno di lunghissimo periodo, che vedrà la tensione salire su tutti i fronti con il rischio di scatenare veri conflitti. Oltre al crescendo di raid sul confine libanese, vengono segnalate incursioni sempre più frequenti in Siria […] per colpire i convogli che trasportano gli armamenti iraniani. Ci sono poi le milizie irachene che anche ieri hanno rivendicato il lancio di missili verso Haifa. E c’è la morsa degli Houthi, che continuano a ostacolare la navigazione nel Mar Rosso. Non sono gruppi di jihadisti, ma eserciti terroristici sostenuti da forme di governo e dotati di vasti arsenali. Tutti fanno capo all’Iran […].

 

[…]

bombardamento israeliano sul campo profughi maghazi a gaza 11bombardamento israeliano sul campo profughi maghazi a gaza 2bombardamento israeliano sul campo profughi maghazi a gaza 3bombardamento israeliano sul campo profughi maghazi a gaza 4soldati israeliani a gaza 3benny gantz yoav gallant

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…