GIADA ZANOLA ERA ANCORA VIVA QUANDO E' STATA LANCIATA GIÙ DA UN CAVALCAVIA DAL COMPAGNO, IL 39ENNE ANDREA FAVERO – L’AUTOPSIA CONFERMA LA VIOLENTA LITE AVVENUTA TRA I DUE 48 ORE PRIMA DELLA MORTE – FAVERO, DOPO LE PRIME PARZIALI AMMISSIONI FATTE ALLA POLIZIA, ORA NEGA OGNI RESPONSABILITÀ E PARLA DI “UN VUOTO DI MEMORIA” - PARLA LA SORELLA DI GIADA: "NON SI SAREBBE MAI SUICIDATA, MA NON ABBIAMO MAI SOSPETTATO DI NULLA, PER NOI ANDREA ERA UN RAGAZZO A POSTO”
Estratto dell'articolo di Alfio Sciacca,Roberta Polese per il “Corriere della Sera”
L’esame del medico legale parla chiaro: Giada Zanola era ancora in vita quando è arrivata sul cavalcavia. Forse priva di sensi, […] prima che un camion ne straziasse il corpo. È quanto è emerso dall’autopsia effettuata dal professor Claudio Terranova, su richiesta del sostituto procuratore di Padova Giorgio Falcone.
Esame che, fra l’altro, esclude segni di strangolamento o ferite da arma da taglio, ma conferma, alla luce di alcuni lividi sul corpo della giovane mamma, la violenta lite avvenuta due giorni prima della sua morte. Un delitto, ne è certa Federica, la sorella di Giada. Che dice: «Al suicidio non avevo creduto sin dall’inizio. Non riuscivamo a renderci conto di nulla, il giorno dopo si parlava già di omicidio. Una notizia terribile».
[…] «Mi fido degli investigatori. Solo loro ci possono aiutare a fare chiarezza. Di sicuro Giada non si sarebbe mai suicidata». Nonostante tutto quello che sta venendo fuori sul compagno dice di non ricordare «episodi che ci abbiano messi in allarme, non abbiamo mai sospettato di nulla, altrimenti saremmo andati subito a denunciare. Per noi Andrea era un ragazzo a posto».
A non credere al suicidio anche la Procura, per la quale Andrea Favero non solo ha ucciso Giada, ma avrebbe orchestrato anche una messinscena per costituirsi un alibi. Dopo le prime parziali ammissioni fatte agli agenti della Polizia Stradale e della Squadra Mobile, davanti al pm ha negato ogni responsabilità, parlando di «un vuoto di memoria» su quanto è successo mentre quella notte era con la compagna sul cavalcavia.
E dalle prime mosse dopo il fermo pare che voglia continuare a negare. Nell’interrogatorio di venerdì si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma ha anche revocato l’incarico all’avvocato d’ufficio, per affidarsi a un penalista di Venezia, Marco Marcelli, che ha già incontrato in carcere. […] Quanto alla strategia difensiva l’avvocato non anticipa nulla, ma una cosa la dice in modo netto: «Da parte sua non c’è stata una chiara ammissione di colpa».
Anche la Mobile di Padova ribadisce che ci sono state solo parziali ammissioni. Se dunque Favero non dovesse ammettere di essere stato lui a uccidere Giada, o per strategia o perché realmente innocente, agli indizi raccolti dovranno seguire i riscontri e le prove. Un iter non certo breve. Anche per l’autopsia il 39enne ha nominato un perito di parte. Condotta che stride con un soggetto che sta per crollare, sotto il peso dei sensi di colpa.
Tra un mese si avranno i tossicologici, dai quali si capirà se Giada sia stata drogata prima del volo dal cavalcavia. […] Si confida molto nell’analisi del cellulare di Favero, che potrebbe contenere anche i video a sfondo sessuale con cui, secondo la donna, avrebbe tentato di ricattarla. Impossibile analizzare il telefonino di lei, perché non si trova. […]
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