GIALLO MARADONA – ACCELERATA NELL’INCHIESTA SULLA MORTE: LEOPOLDO LUQUE, MEDICO PERSONALE DEL CAMPIONE, È INDAGATO PER OMICIDIO COLPOSO – LA CASA E LA CLINICA DEL DOTTORE SONO STATE PERQUISITE MENTRE SI CERCA DI CAPIRE SE, DURANTE IL RICOVERO DOMICILIARE, CI SONO STATE IRREGOLARITÀ - LE FIGLIE DI DIEGO LO HANNO INDICATO SENZA INCERTEZZE COME IL PRINCIPALE RESPONSABILE DEL…
Carlos Passerini per "www.corriere.it"
L’inchiesta sulla morte di Diego Maradona sta avendo in queste ore un’accelerata decisiva. La casa e la clinica del dottor Leopoldo Luque, medico personale del campione, sono stare perquisite dagli inquirenti. C’è da capire se ci sono state irregolarità o errori. Secondo il quotidiano argentino La Nacion, il medico «è diventato il primo indagato dell’inchiesta, che per il momento è di omicidio colposo». A darne notizia sono fonti giudiziarie.
«Dobbiamo determinare se durante il ricovero domiciliare ci sono state irregolarità», hanno spiegato i giudici. Quello che è certo è che Luque — neurochirurgo e personaggio controverso che lavorava per Diego dal 2016 ma con il quale il campione aveva litigato — non era presente nella casa di Tigre al momento della morte di Diego, avvenuta alle 12 argentine (le 16 italiane) di mercoledì 25 novembre.
Personaggio chiave
Le perquisizioni sono state compiute da 60 agenti, 30 nella casa e 30 nella clinica del dottore Luque, che ormai è sempre più la chiave del mistero che sta avvolgendo la morte del campione.
Pure le figlie di Diego — Dalma, Gianinna e Jana — lo hanno indicato senza incertezze come il principale responsabile del crollo fisico del padre negli ultimi giorni prima della scomparsa. E insieme a Luque, sostengono alcun fonti, potrebbero rientrare nell’indagine anche il medico-psichiatra che prescriveva i farmaci a Maradona e una persona, non meglio precisata, che si trovava in casa al momento del decesso.
Quanti misteri
Le questioni irrisolte restano dunque molte. Intanto, non si comprende perché Maradona sia stato dimesso così in fretta dopo l’operazione alla testa. Una tesi che anche quella del suo ex medico, Alfredo Cahe, il quale ha detto senza mezzi termini che «sono state sbagliate le cure». E poi ancora: perché in casa non c’era un medico specialista 24 ore su 24? Perché non c’era un’ambulanza stabilmente davanti a casa?
A Maradona sono stati prescritti i farmaci giusti? Sono stati rispettati i protocolli di intervento? Perché non c’era un defibrillatore in casa? E, soprattutto, perché Luque non era in casa ma ha chiamato lui il 911, senza peraltro fare il nome di Maradona? Domande che esigono risposta. La morte del Diez non può restare un giallo.
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