PIÙ CHE TRAPPER, TEPPISTI - UN'ALTRA BAND A CUI RIESCE MEGLIO SUONARLE CHE SUONARE: È FINITO A GIUDIZIO UN QUARTETTO DI MUSICISTI-PUGILI CON L'ACCUSA DI VIOLENZA PRIVATA E SEQUESTRO DI PERSONA DOPO L'AGGRESSIONE A UN GRUPPO RIVALE IN ZONA PORTONACCIO, A ROMA - I DELINQUENTI POI AVEVANO PURE MESSO ONLINE IL VIDEO, COSÌ COME AVEVANO FATTO PER IL PESTAGGIO DI UN BENGALESE IN STRADA: IN QUESTO CASO DEVONO RISPONDERE DI INCITAMENTO ALL'ODIO RAZZIALE…
Francesca De Martino per “Il Messaggero”
Avevano messo in scena un vero e proprio blitz contro i loro rivali musicali: si erano presentati negli studi di registrazione, in zona Portonaccio, appena un anno fa, e avevano bloccato in sala per un'ora, mentre stavano provando i loro brani, i trapper romani Gallagher, Ski e Wok.
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Poi li avevano costretti a subire calci e a farsi versare alcol addosso. La scena era stata filmata ed era finita sul web. In un altro video alcuni di loro picchiavano un bengalese, appena un mese dopo l'aggressione agli artisti.
Ora un quartetto di musicisti composto da Manuel Parrini, 24 anni, Tiziano Barilotti, 32 anni, Omar Ilunga Nguale, 37 anni e Alex Refice, 27, è finito a processo con l'accusa di violenza privata e sequestro di persona.
Parrini e Refice dovranno rispondere davanti al giudice monocratico anche di istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale per il pestaggio del ragazzo originario del Bangladesh. La prima udienza sarà l'1 giugno di quest'anno, davanti all'ottava sezione penale del Tribunale.
LE AGGRESSIONI
I due episodi contestati dalla Procura si sarebbero consumati a marzo e ad aprile del 2020. Il primo video risale al 7 marzo: secondo quanto ricostruiscono i magistrati, Parrini, Barilotti, Ilunga e Refice sarebbero entrati con uno «stratagemma» - si legge dal capo d'imputazione negli studi di registrazione al civico 50 di via Ugo Pesci, quartiere Portonaccio, e avrebbero «privato della libertà personale» gli artisti Gabriele Magi (Gallagher), Vittorio Polazzo (Ski) e Andrea Mazzanti (Wok).
Le vittime erano alle prese con le prove dei loro brani musicali, ma, all'improvviso, i quattro imputati avrebbero «chiuso la porta d'accesso bloccando l'uscita dalla sala per almeno un'ora», annotano i pm negli atti.
Ad aiutarli, sottolineano gli inquirenti, «due soggetti non ancora identificati, rimasti all'esterno, ai lati della porta, per scoraggiare qualsiasi tentativo di fuga delle parti offese».
Il quartetto avrebbe colpito le vittime con calci, pugni e oggetti appuntiti. Dopo avrebbero rovesciato anche addosso alle vittime birra e un liquido detergente. Il blitz, secondo i pm, sarebbe avvenuto in un luogo in cui gli imputati «non avrebbero avuto diritto di accesso».
La seconda vicenda, ripresa con uno smartphone e diffusa sul web, avrebbe avuto un copione simile e sarebbe avvenuta il 29 aprile 2020. In questo caso, gli imputati Refice e Parrini avrebbero puntato per strada un ragazzo bengalese.
I due gli avrebbero sferrato un calcio al viso, mentre passeggiava, e l'avrebbero fatto cadere a terra. A quel punto, Parrini avrebbe ripreso la scena con il telefonino e poi entrambi l'avrebbero pubblicata su internet per «incitare di fatto, pubblicamente, all'odio razziale», scrivono i pm negli atti.
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