“BIDEN STAVA GIA' PERDENDO PRIMA DEL DIBATTITO, ORA E' ANCORA UN PO’ PIÙ INDIETRO” – SECONDO GLI ULTIMI SONDAGGI, TRUMP È AVANTI NEGLI STATI CHIAVE - ARIZONA, GEORGIA E NEVADA NON SONO PIÙ “IN BILICO” MA ORA SONO “TENDENTI AI REPUBBLICANI” - SOLO MICHIGAN, WISCONSIN E PENNSYLVANIA SEMBRANO ANCORA CONTENDIBILI – IL PIANO DI “THE DONALD” IN VISTA DELLA CONVENTION REPUBBLICANA: FINGERE DI NON ESSERE UN ESTREMISTA PER ATTRARRE I MODERATI E NON IMPAURIRE GLI ELETTORI INDIPENDENTI E INDECISI… - LA SFIDA DI TRUMP A RIMBA-BIDEN: "FACCIAMO I TEST COGNITIVI"
V. Ma. Per il Corriere della Sera - Estratti
Joe Biden era in difficoltà nei sondaggi già prima del dibattito tv che secondo il team che segue la sua campagna elettorale avrebbe dovuto aiutarlo. Sappiamo che non è andata così. I rivali sono testa a testa nelle rilevazioni nazionali, ma le elezioni si decidono in pochi Stati. Dopo il dibattito, il Cook political report ha spostato Arizona, Georgia e Nevada da «in bilico» a «tendenti a repubblicani» (e in altri tre Stati pro-democratici il presidente ha perso terreno).
Questo rende la sua strada per la vittoria più stretta: davvero in bilico sono considerati solo Michigan, Wisconsin e Pennsylvania (anche se una recente rilevazione dava Biden indietro di 6 punti in Wisconsin). «Stava perdendo prima del dibattito, ora un po’ di più», dice l’analista politica Amy Walter. «Molto dipenderà dalla possibilità di spostare l’attenzione sui problemi di Trump». Biden scommette che i sondaggi siano sbagliati o prematuri. Nota che alcuni lo danno vincente, altri perdente.
joe biden durante il dibattito con trump alla cnn 3
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IL PIANO DI TRUMP: ATTRARRE I MODERATI
Paolo Mastrolilli per “la Repubblica” - Estratti
Fingere di non essere un estremista, almeno per quattro giorni, in modo da non impaurire gli americani che sembrano intenzionati a rimandarlo alla Casa Bianca e perdere il vantaggio accumulato finora sul fragile Joe Biden. In poche parole è questo il programma di Donald Trump, per la Convention del Partito repubblicano che si apre lunedì a Milwaukee.
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Martedì 16, “Make America Safe Again”, rifare l’America sicura, quindi criminalità, immigrazione, la più grande deportazione di illegali nella storia degli Usa. Il 17 “Make America Strong Again”, rifare l’America forte, attraverso una politica estera e di sicurezza muscolare, che però prevede di accordarsi al più presto con Putin per chiudere la guerra in Ucraina. Il 18 “Make America Great Once Again”, ossia rifare grande l’America, serata conclusiva con l’apoteosi di Trump.
Nel frattempo dovrebbe essere annunciato il nome del vice, a meno che l’incertezza sul futuro di Biden e Harris non spinga al rinvio. I criteri sono due: scegliere una persona in grado di governare da subito e meglio di Kamala, ma che aiuti anche a recuperare voti. In gara sono rimasti in tre: il senatore dell’Ohio Vance, che galvanizza la base conservatrice e parla agli elettori chiave del Midwest; il senatore della Florida Rubio, che offre di guadagnare consensi tra gli ispanici; e il governatore del North Dakota Burgum, che invece trasmette stabilità ai repubblicani tradizionali e rassicura il mondo degli affari.
Comunque vada, l’obiettivo di Trump è proiettare un’immagine di moderazione, per non impaurire gli elettori indipendenti e indecisi. È avanti nei sondaggi, a livello nazionale e in tutti gli stati chiave.
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TRUMP SI GODE LO SPETTACOLO E TIFA PER LE GAFFE
Gian Micalessin per “il Giornale” - Estratti
Fino a ieri “The Donald” ha tenuto la bocca cucita e intanto se la rideva. L’unico suo accenno alle gaffe del confuso presidente in carica è uno stringato e istrionico «Buon lavoro, Joe! Complimenti!» lanciato su «Truth Social», il social network di sua proprietà. Poi non ce l’ha fatta. E pur ammettendo che la conferenza stampa del presidente «non è stata un disastro», ha proposto a Joe Biden di sottoporsi insieme a lui a dei test cognitivi, spiegando di averli fatti lui stesso, di routine, e di «essere perfetto».
i meme sul confronto tv tra biden e trump 7
Eppure Trump sa bene, da sveglio e pratico uomo d’affari, che la sua vera opportunità non è infierire sull’avversario, aumentando le possibilità di un suo ritiro, ma far di tutto perché il Partito Democratico gli consenta di arrivare al voto di novembre. A quel punto, la scelta degli elettori non sarebbe più tra il rappresentante dei Repubblicani e quello dei Democratici, ma tra un Presidente sulla soglia della demenza senile e uno sfidante capace, se non altro, di articolare un discorso pubblico.
L’eventualità - prospettata all’interno di un sondaggio Abc News/Washington Post/Ipsos condotto online tra il 5 ed il 9 luglio - dimostra che, se il metro per servire come presidente fosse quello delle capacità mentali, il 44% degli intervistati voterebbe Trump mentre solo il 14% confermerebbe 14% Biden.
dibattito trump biden sulla cnn 1
Stando allo stesso rilevamento, il 67% degli interpellati pensa che l’inquilino dello Studio Ovale farebbe meglio a ritirarsi. Ma quei due risultati fanno in verità poco testo. Paradossalmente, nelle parti in cui non si accenna allo stato mentale dei contendenti, la situazione è di sostanziale pareggio.
Se le elezioni si svolgessero oggi, gli americani si dividono 46% a 47% tra Biden e Trump, un risultato quasi identico al 44% a 46% del sondaggio Abc/Ipsos di aprile. E se la stessa domanda viene posta agli elettori già registrati nella liste elettorali salta fuori addirittura un pareggio sul 46% per entrambi.
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