GRATTERI GRATTUGIATO – CSM E ANM SE NE SBATTONO DEL DOCUMENTO DEI PENALISTI DOPO LE PAROLE DEL PROCURATORE! NESSUN DUBBIO SUL FATTO CHE LE SUE FRASI NON SIA STATE ECCESSIVE MENTRE I GARANTISTI DELLA POLITICA NON LA PRENDONO BENE - MA L'UNIONE DELLE CAMERE PENALI DI COSA ACCUSA GRATTERI? FORSE DI AVER INSINUATO CHE CI SONO FRANGE DI SERVITORI DELLO STATO CHE SABOTANO LE SUE INCHIESTE SULLE ‘NDRINE?
Liana Milella per "la Repubblica"
Esiste un caso Gratteri? Esistono di certo le lamentazioni degli avvocati e di parte della politica contro un procuratore che difende la sua inchiesta. Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri parla con i giornali del legame malato tra 'ndrangheta e politica calabrese. Lo fa con i toni forti che gli sono abituali. È uno che in battaglia non usa certo i swiffer. Ma un caso Gratteri non si apre al Csm. Pensano ad altro. E all'Anm il presidente Giuseppe Santalucia dice subito che «le sue non sono affatto parole eccessive».
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Nessun dubbio? «La legge riconosce al capo della procura il diritto- dovere di parlare quando lo stare in silenzio produrrebbe più confusione e più equivoci. E se l'equivoco c'è, come in questo caso, il procuratore deve fare chiarezza, perché altrimenti si alimentano tesi di giustizia ad orologeria. Gratteri ha spiegato che non è così, visto che ha chiesto misure cautelari un anno fa e una volta ottenuto il via libera non poteva certo tenerle nel cassetto ».
Eh sì, però quel parlare di elezioni e di crisi di governo («Ho visto Cesa dire in tv che non era disponbile ad accordi con il governo e quindi il problema non si è posto », ha detto Gratteri nelle interviste spiegando l'incrocio tra inchiesta e trattative di governo). Santalucia è netto: «Un procuratore che ha in mano un'azione giudiziaria urticante che va a impattare con un momento difficile della politica, se sta zitto alimenta l'equivoco dell'interferenza con i giochi della politica, mentre una sua parola di chiarezza è doverosa. Anzi, sa cosa penso? Che forse ha ecceduto nel giustificarsi al contrario quando ha parlato delle regionali e dell'esigenza di aspettare».
Stessa tranquillità al Csm, dove nessuno ha sollevato questioni su Gratteri. Ma i garantisti della politica non la prendono bene. La renziana Lucia Annibali storce il naso: «Esiste la presunzione di innocenza, ed esiste la separazione dei poteri, un magistrato dev' essere più prudente e più riservato». Enrico Costa di Azione spara a zero: «Nella direttiva europea sulla presunzione d'innocenza, che questa maggioranza non ha voluto recepire, si legge che gli Stati membri adottano le misure necessarie per garantire che, fino a quando la colpevolezza di un indagato o imputato non sia stata provata, le dichiarazioni rilasciate da autorità pubbliche non presentino la persona come colpevole».
Un Gratteri che lascia freddo l'ex presidente della Consulta Giovanni Maria Flick. «Lo conosco da molto tempo, mi aveva fatto un'ottima impressione, faceva già vent' anni fa una vitaccia. Ma vede, un magistrato che conduce un'inchiesta di quelle dimensioni forse dovrebbe chiudersi nel silenzio, lasciando che parli il Csm. Il suo impegno contro la 'ndrangheta è fuori discussione, ma non deve farsi strumentalizzare dall'una o dall'altra parte».
Ma l'Unione delle Camere penali di cosa accusa Gratteri? Di aver detto una frase sui giudici che bocciano le inchieste delle procure. Le sue dichiarazioni rappresentano "un attacco di inaudita gravità all'autonomia e indipendenza dei giudici". Ma forse gli avvocati ignorano che a Catanzaro s' indaga su un "sistema" che avrebbe legato giudici e imputati, portando a sentenze pilotate.
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