gregory

GREGORY PHILOSOPHY! GNOLI: SE NE VA A 90 ANNI LO STORICO DELLA FILOSOFIA, AUTORE DI MANUALI SU CUI SI SONO FORMATE INTERE GENERAZIONI - ACCADEMICO DEI LINCEI, ERA UN ESPERTO GOURMET IN GRADO DI DISCETTARE DI ROAST BEEF E AMATRICIANE - NELLA SUA CASA AVEVA PIÙ DI 30MILA LIBRI, AMAVA GLI AUTORI RITENUTI SECONDARI (SCONOSCIUTI LIBERTINI O ATEI PERICOLOSI) E NON AMBIVA AD ALCUNA FORMA DI ORIGINALITÀ

Antonio Gnoli per la Repubblica

 

tullio gregory

Certe volte si divertiva all' idea che al severo studioso di testi medievali e secenteschi si sovrapponesse l' intenditore di cibi, l' esperto gourmet in grado di discettare di roast beef, carbonare e amatriciane.

 

Intendiamoci. Tullio Gregory, morto sabato a Roma a 90 anni, non mescolava i codici di due saperi così diversi. Non si sarebbe mai permesso di accostare il Discorso sul metodo di Cartesio alla Scienza in cucina e l' arte di mangiar bene di Artusi.

Eppure nutrì un rispetto assoluto per entrambi.

 

michel de montaigne

Ho avuto modo di conoscere abbastanza bene quest' uomo, il cui sguardo conservava qualcosa di rapace.

All' università di Roma, dove a lungo ha insegnato, Gregory era considerato un temuto barone.

IL BASSO MEDIOEVO

Ne era, oltretutto, perfettamente consapevole. Alla domanda se considerasse etico il comportamento con cui decideva chi mandare in cattedra, rispondeva che era molto etico aver appoggiato candidati come Emilio Garroni e Lucio Colletti. Aveva una cattedra anche a Parigi. Le sue lezioni su Montaigne, Gassendi o Descartes furono uno scavo filologico sorretto da erudizione e intuito. Tutto quello che gli piaceva era leggere testi: manoscritti e prime edizioni. In quel territorio si muoveva con una velocità straordinaria. Più che un interprete penso che Gregory sia stato un glossatore di stampo medievale.

emanuele severino

 

Un "giurista" della filosofia capace di rivelare le oscure note di un sapere sempre in procinto di perdersi. Per questo amava quei pensatori ritenuti secondari o scarsamente presenti nel dibattito filosofico: sconosciuti libertini o atei pericolosi. E li amava anche per una ragione che può sembrare stravagante: erano il segno che la tradizione ha bisogno di figure marginali perché i grandi risplendano nel loro nucleo più segreto.

 

tullio gregory

Gregory aveva studiato con Bruno Nardi, specialista di filosofia medioevale e in particolare di Dante. Anche Nardi apparteneva alla famiglia dei glossatori, cioè a coloro che ritenevano che l' ordine di un testo fosse di gran lunga più importante dell' interpretazione.

Decenni di ermeneutica ci hanno fatto perdere di vista questa verità elementare. Di cui Gregory fu in qualche modo il sostenitore. C' era niente di più medievale in lui del non volere ambire ad alcuna originalità?

 

Gregory era del 1929, venne al mondo pochi mesi prima che nascesse Emanuele Severino.

Una coincidenza. Ma a volte le coincidenze svelano cose sorprendenti. Tanto il primo fu refrattario a qualunque personalizzazione della filosofia, quanto il secondo ha saputo offrirne una lettura originalissima. Non chiederei mai con quale parte schierarsi.

 

ANTONIO GNOLI

Però una domanda ce la possiamo porre: perché, in un' epoca in cui tutti i grandi filosofi aspirano ad essere originali, Gregory scelse di non esserlo? Nonostante gli importanti studi sul platonismo e aristotelismo, per lui non esisteva una filosofia in senso stretto. Non aveva senso ai suoi occhi definirsi platonici o kantiani, hegeliani o heideggeriani, crociani o gentiliani. Gli piaceva la filosofia come manifestazione di un sapere in un sapere più grande che è la storia della cultura.

 

RIGATONI AMATRICIANA

Aveva con un colpo di spugna abolito le gerarchie. Il che non significa aver abolito i codici e le competenze. Questo è il motivo per cui, con altrettanta serietà e convinzione, affrontò il vasto e pittoresco mondo della cucina.

In uno dei nostri incontri, mi pare avvenisse alla taverna Flavia, a Roma, dove a volte amava invitare gli amici, progettammo un piccolo libro in cui un filosofo si spoglia dei suoi panni usuali e indossa quelli del gastronomo. Non se ne fece nulla. Aggiungo per colpa mia.

 

tullio gregory

Però quella sera, oltre a parlare di ricette e dei modi migliori per cucinarle, gli chiesi perché si era lasciato incantare dal Medioevo e dalla prima modernità. Mi rispose che la cosa che lo attraeva di più erano i momenti di passaggio della cultura. Per esempio, precisò, un grande momento di passaggio nella storia della cultura europea fu tra dodicesimo e tredicesimo secolo, quando nel giro di pochi decenni, grazie alla grande enciclopedia della scienza greca e araba, muta radicalmente il quadro mentale. Un altro momento straordinario fu il passaggio dal Rinascimento al Seicento, anche qui con la riscoperta dei classici antichi.

platone fu il primo a parlare di atlantide

 

Gli obiettai che così si correva il rischio di perdere il senso della periodizzazione di un' epoca. Al contrario, rispose. E portò a esempio quello che gli aveva insegnato Delio Cantimori per il quale era molto più semplice periodizzare un' epoca in base alle biblioteche, che non con i grandi fatti della storia. Ci sono epoche omogenee in cui per secoli si legge solo Aristotele, poi improvvisamente si cambia autore. Arriva Platone e il platonismo. Non cambia solo la lettura, cambia il mondo. Dal Rinascimento a tutto il Settecento si lesse soprattutto Plutarco. I filosofi che prepareranno la rivoluzione francese leggevano i grandi uomini descritti nelle Vite parallele. Anche qui, sono i libri a riflettere una mutazione. In questo piccolo racconto era evidente che Gregory mostrasse la sua grande passione per i libri.

 

tullio gregory

Nella casa romana, posta proprio davanti al Palazzaccio, ne aveva più di trentamila.

Erano ovunque. Capitava che ne estraesse uno dalla libreria e nella miopia estrema avvicinasse la pagina fino quasi a sfiorarla con l' occhio. Quel gesto esagerato, minato dallo sguardo, mi piace immaginarlo come l' ultima testimonianza di una vita di carta.

tullio gregorytullio gregory

 

Ultimi Dagoreport

donald trump dazi giorgia meloni

DAGOREPORT! ASPETTANDO IL 2 APRILE, QUANDO CALERÀ SULL’EUROPA LA MANNAIA DEI DAZI USA, OGGI AL SENATO LA TRUMPIANA DE’ NOANTRI, GIORGIA MELONI, HA SPARATO UN’ALTRA DELLE SUE SUBLIMI PARACULATE - DOPO AVER PREMESSO IL SOLITO PIPPONE (‘’TROVARE UN POSSIBILE TERRENO DI INTESA E SCONGIURARE UNA GUERRA COMMERCIALE...BLA-BLA’’), LA SCALTRA UNDERDOG DELLA GARBATELLA HA AGGIUNTO: “CREDO NON SIA SAGGIO CADERE NELLA TENTAZIONE DELLE RAPPRESAGLIE, CHE DIVENTANO UN CIRCOLO VIZIOSO NEL QUALE TUTTI PERDONO" - SI', HA DETTO PROPRIO COSI': “RAPPRESAGLIE’’! - SE IL SUO “AMICO SPECIALE” IMPONE DAZI ALLA UE E BRUXELLES REAGISCE APPLICANDO DAZI ALL’IMPORTAZIONE DI MERCI ‘’MADE IN USA’’, PER LA PREMIER ITALIANA SAREBBERO “RAPPRESAGLIE”! MAGARI LA SORA GIORGIA FAREBBE MEGLIO A USARE UN ALTRO TERMINE, TIPO: “CONTROMISURE”, ALL'ATTO DI TRUMP CHE, SE APPLICATO, METTEREBBE NEL GIRO DI 24 ORE IN GINOCCHIO TUTTA L'ECONOMIA ITALIANA…

donald trump cowboy mondo in fiamme giorgia meloni friedrich merz keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT: IL LATO POSITIVO DEL MALE - LE FOLLIE DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HANNO FINALMENTE COSTRETTO GRAN PARTE DEI 27 PAESI DELL'UNIONE EUROPEA, UNA VOLTA PRIVI DELL'OMBRELLO MILITARE ED ECONOMICO DEGLI STATI UNITI, A FARLA FINITA CON L'AUSTERITY DEI CONTI E DI BUROCRATIZZARSI SU OGNI DECISIONE, RENDENDOSI INDIPENDENTI - GLI EFFETTI BENEFICI: LA GRAN BRETAGNA, ALLEATO STORICO DEGLI USA, HA MESSO DA PARTE LA BREXIT E SI E' RIAVVICINATA ALLA UE - LA GERMANIA DEL PROSSIMO CANCELLIERE MERZ, UNA VOLTA FILO-USA, HA GIA' ANNUNCIATO L'ADDIO ALL’AUSTERITÀ CON UN PIANO DA MILLE MILIARDI PER RISPONDERE AL TRUMPISMO - IN FRANCIA, LA RESURREZIONE DELLA LEADERSHIP DI MACRON, APPLAUDITO ANCHE DA MARINE LE PEN – L’UNICO PAESE CHE NON BENEFICIA DI ALCUN EFFETTO? L'ITALIETTA DI MELONI E SCHLEIN, IN TILT TRA “PACIFISMO” PUTINIANO E SERVILISMO A TRUMP-MUSK...

steve witkoff marco rubio donald trump

DAGOREPORT: QUANTO DURA TRUMP?FORTI TURBOLENZE ALLA CASA BIANCA: MARCO RUBIO È INCAZZATO NERO PER ESSERE STATO DI FATTO ESAUTORATO, COME SEGRETARIO DI STATO, DA "KING DONALD" DALLE TRATTATIVE CON L'UCRAINA (A RYAD) E LA RUSSIA (A MOSCA) - IL REPUBBLICANO DI ORIGINI CUBANE SI È VISTO SCAVALCARE DA STEVE WITKOFF, UN IMMOBILIARISTA AMICO DI "KING DONALD", E GIA' ACCAREZZA L'IDEA DI DIVENTARE, FRA 4 ANNI, IL DOPO-TRUMP PER I REPUBBLICANI – LA RAGIONE DELLA STRANA PRUDENZA DEL TYCOON ALLA VIGILIA DELLA TELEFONATA CON PUTIN: SI VUOLE PARARE IL CULETTO SE "MAD VLAD" RIFIUTASSE IL CESSATE IL FUOCO (PER LUI SAREBBE UNO SMACCO: ALTRO CHE UOMO FORTE, FAREBBE LA FIGURA DEL ''MAGA''-PIRLA…)

giorgia meloni keir starmer donald trump vignetta giannelli

DAGOREPORT - L’ULTIMA, ENNESIMA E LAMPANTE PROVA DI PARACULISMO POLITICO DI GIORGIA MELONI SI È MATERIALIZZATA IERI AL VERTICE PROMOSSO DAL PREMIER BRITANNICO STARMER - AL TERMINE, COSA HA DETTATO ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' ALLA STAMPA ITALIANA INGINOCCHIATA AI SUOI PIEDI? “NO ALL’INVIO DEI NOSTRI SOLDATI IN UCRAINA” - MA STARMER NON AVEVA MESSO ALL’ORDINE DEL GIORNO L’INVIO “DI UN "DISPIEGAMENTO DI SOLDATI DELLA COALIZIONE" SUL SUOLO UCRAINO (NON TUTTI I "VOLENTEROSI" SONO D'ACCORDO): NE AVEVA PARLATO SOLO IN UNA PROSPETTIVA FUTURA, NELL'EVENTUALITÀ DI UN ACCORDO CON PUTIN PER IL ‘’CESSATE IL FUOCO", IN MODO DA GARANTIRE "UNA PACE SICURA E DURATURA" - MA I NODI STANNO ARRIVANDO AL PETTINE DI GIORGIA: SULLA POSIZIONE DEL GOVERNO ITALIANO AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO DEL 20 E 21 MARZO SULL'UCRAINA, LA PREMIER CERCHIOBOTTISTA STA CONCORDANDO GLI ALLEATI DELLA MAGGIORANZA UNA RISOLUZIONE COMUNE PER IL VOTO CHE L'ATTENDE MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IN SENATO E ALLA CAMERA, E TEME CHE AL TRUMPUTINIANO SALVINI SALTI IL GHIRIBIZZO DI NON VOTARE A FAVORE DEL GOVERNO… 

picierno bonaccini nardella decaro gori zingaretti pina stefano dario antonio giorgio nicola elly schlein

DAGOREPORT - A CONVINCERE GLI EUROPARLAMENTARI PD A NON VOTARE IN MASSA A FAVORE DEL PIANO “REARM EUROPE”, METTENDO COSI' IN MINORANZA ELLY SCHLEIN (E COSTRINGERLA ALLE DIMISSIONI) È STATO UN CALCOLO POLITICO: IL 25 MAGGIO SI VOTA IN CINQUE REGIONI CHIAVE (CAMPANIA, MARCHE, PUGLIA, TOSCANA E VENETO) E RIBALTARE IL PARTITO ORA SAREBBE STATO L'ENNESIMO SUICIDIO DEM – LA RESA DEI CONTI TRA “BELLICISTI” E “PACIFINTI”, TRA I SINISTR-ELLY E I RIFORMISTI, È SOLO RINVIATA (D'ALTRONDE CON QUESTA SEGRETERIA, IL PD E' IRRILEVANTE, DESTINATO A RESTARE ALL'OPPOSIZIONE PER MOLTI ANNI)