HAMAS, CHE LUSSO! – SUHEIB YOUSEF, FIGLIO DI UNO DEI FONDATORI DELL’ORGANIZZAZIONE TERRORISTICA, RIVELA CHE, MENTRE A GAZA SI MUORE SOTTO LE BOMBE “I LEADER DI HAMAS VIVONO ALL’ESTERO IN HOTEL ELEGANTI E GRATTACIELI DI LUSSO - "AL-MAJALLA", UNA RIVISTA ARABA, STIMA CHE MUSA ABU MARZUK, NUMERO DUE DELL'ORGANIZZAZIONE, POSSEGGA DUE O TRE MILIARDI DI DOLLARI - L’EX CAPO POLITICO, KHALED MASHAL, CONTROLLEREBBE QUATTRO MILIARDI - DA CHI ARRIVANO QUESTI SOLDI? LORO GESTISCONO I FONDI IN ARRIVO DA...
Estratto dell’articolo di Federico Fubini per il “Corriere della Sera”
Nel 2019 Hamas ha subito una delle defezioni più gravi nella sua storia più che ventennale: Suheib Yousef, un esponente basato in Turchia, fuggì e si mise in contatto con la rete televisiva israeliana Channel 12 per raccontare la sua storia. Yousef non era un militante qualsiasi. È figlio di uno dei sette fondatori del movimento, Sheikh Hassan Yousef, e una volta raggiunta una località sconosciuta in Asia diede un’intervista devastante.
Raccontò la corruzione dei dirigenti di Hamas all’estero e i loro canali di arricchimento. Disse che uno dei compiti degli agenti di Hamas in Turchia era intercettare i dirigenti palestinesi in Cisgiordania e in vari Paesi arabi, ma non per fini politici. «Lavoravano per interessi stranieri — rivelò il 38 enne Yousef —. Vendono le informazioni all’Iran in cambio di sostegno finanziario». Una realtà dimenticata Fu uno squarcio — non il primo — su una dimensione del movimento islamico che in questo momento sembra dimenticata.
terroristi di hamas vivono nel lusso
La corruzione nei gruppi dirigenti di Hamas è endemica, gli stessi media arabi accusano i principali leader di essersi trasformati in milionari o miliardari grazie al proprio potere su Gaza. Di sicuro i figli di Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas che dal 2020 vive nel comfort di Doha, sono riusciti a uscire da Gaza con facilità nell’ultimo paio di anni e ora conducono una vita da facoltosi uomini d’affari. […]
Pochi mesi dopo il sito saudita Elaph.com ha riferito che Maaz Haniyeh, altro figlio del capo, avrebbe ottenuto un passaporto turco e da Istanbul gestirebbe il vasto patrimonio immobiliare della famiglia. Del resto il legame di Hamas con Recep Tayyip Erdogan resta stretto, come si vede dalla difesa del movimento da parte del presidente turco nei giorni scorsi.
Difficile stimare le fortune degli uomini che sono stati eletti nel 2006, ma da allora regnano con la forza sui palestinesi di Gaza. Al-Majalla, una prestigiosa rivista araba, stima che il numero due di Hamas Musa Abu Marzuk disponga di una fortuna di due o tre miliardi di dollari, mentre l’ex capo politico Khaled Mashal controllerebbe quattro miliardi, così come lo stesso Haniyeh.
Sono accuse impossibili da verificare, ma l’evidenza della corruzione sistemica a Gaza non manca. Non solo perché questi uomini controllano il flusso degli aiuti da Paesi come il Qatar, l’Iran e le comunità musulmane in tutto il mondo. «Dimettetevi» Una delle fonti di arricchimento sarebbe un prelievo per ogni prodotto contrabbandato attraverso i tunnel e destinato alla popolazione intrappolata a Gaza.
«I leader di Hamas vivono all’estero in hotel eleganti e grattacieli di lusso — ha denunciato Suheib Yousef, il militante pentito figlio di un fondatore di Hamas —. Mi appello ai leader, incluso mio padre, perché si dimettano da questo movimento corrotto. Sono certo che anche lui sa come stanno le cose». Lo sapeva da anni anche Benjamin Netanyahu. Ma niente di meglio per lui che avere milioni di palestinesi governati da un pugno di criminali, disposti a derubare il proprio popolo e a esporlo come uno scudo umano dietro il quale nascondere i lanciamissili. Solo così il premier di Israele poteva continuare a ignorare il dolore dei palestinesi nella trappola di Hamas.