“HANNO DIMOSTRATO UNA DISUMANITÀ CHE NON AUGURO A NESSUNO DI SUBIRE” – BEPPINO ENGLARO COMMENTA LA CONDANNA DELL'EX DIRETTORE GENERALE DELLA SANITÀ LOMBARDA, CARLO LUCCHINA, RICONOSCIUTO COLPEVOLE DI AVERE IMPEDITO LA SOSPENSIONE DELL’ALIMENTAZIONE FORZATA A ELUANA ENGLARO PER UNA “PERSONALE E AUTORITATIVA INTERPRETAZIONE DEL DIRITTO ALLA VITA”: “MI HANNO OBBLIGATO A CONTINUARE IL MIO PERCORSO AL DI FUORI DELLA LOMBARDIA, PER RISPETTARE IL DESIDERIO DELLA MIA ELUANA. IO HO FATTO LA MIA STRADA NELLA LEGALITÀ, MENTRE LORO…”
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Estratto dell’articolo di Barbara Gerosa per il “Corriere della Sera”
«Non mi hanno dato scampo, costringendomi a continuare il mio percorso al di fuori della Lombardia. Io ho fatto la mia strada nella legalità e dentro la società. Ora sono loro che nella legalità e dentro la società dovranno rispondere delle azioni commesse».
A più di 15 anni da quando si è spenta Eluana, Beppino Englaro è ancora costretto a fare i conti con il doloroso cammino che ha dovuto compiere per far rispettare le volontà di sua figlia, dopo che la Corte dei conti ha condannato il direttore generale della sanità lombarda a risarcire i 175 mila euro pagati dalla Regione per averlo costretto a far morire la ragazza in Friuli-Venezia Giulia.
Nelle parole di quest’uomo non c’è rabbia né desiderio di rivalsa, come sempre è stato in questi lunghissimi anni di battaglie cominciate nel 2008 quando la Corte d’appello di Milano, applicando una storica sentenza della Cassazione, autorizzò la sospensione dell’alimentazione forzata che la teneva in vita da 17 anni, in stato vegetativo irreversibile, dopo un gravissimo incidente.
La sentenza [...] non fu applicata dalla Regione Lombardia: con una nota l’allora direttore generale della Sanità Carlo Lucchina, invitò sanitari e strutture a non sospendere l’assistenza anche a pazienti in stato vegetativo permanente. Beppino Englaro trasferì poi sua figlia da Lecco alla clinica La Quiete di Udine dove, interrotta l’alimentazione, la donna morì nel 2009.
L’iter giudiziario proseguì per anni attraverso riscorsi al Tar e al Consiglio di Stato che nel 2017 condannò la Regione Lombardia a risarcire Beppino Englaro con 175 mila euro per le spese sostenute e i danni subiti. Per recuperare quanto era stato sborsato dall’Erario, la Corte dei conti della Lombardia avviò un procedimento nei confronti del dg Lucchina, che si è chiuso in appello venerdì scorso con la condanna [...]
La Corte, che specifica di non giudicare le convinzioni etiche del dg, definisce il suo intervento una «patente violazione dei doveri di servizio», un «rifiuto assoluto» che era «frutto di una personale e autoritativa interpretazione del diritto alla vita e alla salute», e di una «concezione personale ed etica del diritto alla salute».
«Hanno cercato di mettermi all’angolo, dimostrando una disumanità che non auguro a nessuno di dover subire. Obbligandomi ad andare lontano per esercitare il diritto all’autodeterminazione, per rispettare il desiderio della mia Eluana, un purosangue della libertà», dichiara Beppino Englaro. «Ora sono problemi loro, hanno sbagliato, è giusto che rispondano dell’errore fatto».