“HASIB ERA DIVENTATO UN PROBLEMA, ANDAVA FERMATO” – PAOLO SOLDANI, DETTO “ER BARONE”, PROPRIETARIO DI UNO STORICO BAR DI PRIMAVALLE, RACCONTA LA SUA VERSIONE SUL CASO DI HASIB OMEROVIC, IL SORDOMUTO ROM VOLATO DALLA FINESTRA DI CASA IN SEGUITO A UNA PERQUISIZIONE DI QUATTRO POLIZIOTTI SENZA MANDATO – “AVEVO PARLATO CON LA SORELLA E QUELLA SERA SAREI DOVUTO ANDARE A CASA LORO PER DIRE A HASIB DI SMETTERLA CON LE MOLESTIE VERSO LE DONNE DEL QUARTIERE” – “LUI AVEVA DELLE FOTO PORNOGRAFICHE SUL CELLULARE E LE MOSTRAVA ALLE DONNE CHE INCONTRAVA, QUALCHE VOLTA SI TOCCAVA PURE…”
Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”
Paolo Soldani, 53 anni, «Er Barone», occhiali scuri e un gladio enorme tatuato sul braccio sinistro, viene omaggiato come un sindaco dagli avventori. Lui è il titolare del bar più grande di Primavalle (per questo si chiama «Er Barone»), dove l'estate scorsa - ricorda - per le suppletive alla Camera passava a fare campagna elettorale «anche l'ex magistrato Luca Palamara». Paolo «Er Barone» ha molte cose da dire sul caso di Hasib Omerovic. Erika, la sorella più piccola del rom precipitato dalla finestra il 25 luglio scorso durante un controllo della polizia, aveva preso un appuntamento proprio con lui per quella sera stessa, alle 21.
È vero?
«Sì, dovevo andare a casa loro, in via Gerolamo Aleandro. Io conosco bene Erika, viene spesso al bar, è una ragazza brava, pulita, molto legata al fratello. Sarei dovuto andare giusto quella sera, proprio per parlare con Hasib e dirgli di farla finita una volta per tutte, di smetterla con i suoi atteggiamenti molesti verso le donne del quartiere. Lo so, Hasib è sordo ma Erika mi avrebbe aiutato col linguaggio dei segni».
La tensione stava salendo.
«Perché gli episodi ormai si ripetevano: qualche sera prima, finito il karaoke qui da noi in piazza Capecelatro, tre ragazze erano rientrate impauritissime nel bar dicendo che Hasib le aveva importunate per strada. Lui aveva delle foto pornografiche sul cellulare e le mostrava alle donne che incontrava, qualche volta si toccava pure. Insomma era diventato un problema. E poi il giorno prima, il 24 luglio, c'era stato quel post...».
Quello pubblicato sulla pagina Facebook del gruppo di Primavalle.
«Sì, il post di quella signora che chiedeva di prendere provvedimenti contro Hasib che aveva fotografato sua figlia col telefonino. Non si poteva più continuare così».
Ma è vero che lei quel giorno avrebbe detto a Erika: «Mi dispiace se poi tuo fratello lo mandano in ospedale...». Era una minaccia? Qualcuno al bar progettava forse una spedizione?
«Ma andiamo! Io però conosco Primavalle. E allora prima che a un branco di quindicenni potesse venire l'idea di accoltellare Hasib per strada, rovinando così la vita a lui e a loro, il 24 luglio, la sera stessa del post, quando ho visto Erika al bar le ho detto: meglio se domani vengo a parlarci io. Così chiudiamo questa storia per sempre».
la finestra di casa di Hasib Omerovic
Eppure in via Aleandro i vicini difendono Hasib.
«Lasciamo stare. Perfino la sua famiglia si arrabbiava per i suoi comportamenti».
Poi però il 25 mattina in quella casa ecco che ci va la polizia.
«Beh, quel post era girato, figuratevi se non l'avevano notato in commissariato».
A proposito: è vero che lei quel giorno avrebbe detto sempre a Erika: «Purtroppo siamo arrivati tardi, hanno fatto il lavoro sporco».
«Ma chi? I poliziotti? Io non ho mai avuto un grande rapporto con le guardie , ma sono certo che gli agenti non l'hanno buttato di sotto, secondo me Hasib si è lanciato dalla finestra per sfuggirgli. Loro erano andati lì senza mandato, probabilmente per dirgli le stesse cose che avrei detto io. Un po' come facevano un tempo i poliziotti di quartiere. Ma lui si è buttato perché aveva la coscienza sporca. Come si dice: " Male non fare, paura non avere". Hasib è sordo, ma aveva capito benissimo perché i poliziotti erano lì».
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primavalle polizia Hasib Omerovic
Lei è stato sentito in commissariato?
«Sì, il 25 agosto.E ho riferito esattamente queste cose».
Hasib OmerovicjpgHasib Omerovich i familiari di Hasib Omerovic