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“HO 90 ANNI, DOTTORE, MI LASCI ANDARE” – LA COMMOVENTE STORIA DI UN ANZIANO MALATO DI COVID CHE, ARRIVATO IN UN OSPEDALE DI COMO IN CONDIZIONI CRITICHE, HA CHIESTO AI MEDICI DI NON PERDERE TEMPO CON LUI: “HO FATTO TUTTO QUELLO CHE DOVEVO NELLA MIA VITA” – DOPO 15 GIORNI IN TERAPIA INTENSIVA ORA È SULLA STRADA DELLA RIPRESA. IL DOTTORE CHE SI È OCCUPATO DI LUI: “NEI SUOI OCCHI HO RIVISTO QUELLI DI MIO PADRE E LA SUA RICHIESTA SPIAZZANTE E COSÌ UMILE MI HA…”

Da "www.today.it"

 

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La storia trova spazio oggi su molti quotidiani, da quelli nazionali a quelli iperlocali, da nord a sud. Perché è una storia di speranza e altruismo, perché c'è il lieto fine, perché al centro c'è l'umanità più toccante, quella che viene fuori quando la vita è appesa a un filo. Quanto ne abbiamo bisogno. Giuseppe Vallo lavora come medico responsabile di Riabilitazione Respiratoria al Lanzo Hospital della Valle Intelvi, in provincia di Como.

 

"Noi abbiamo salvato te, ma tu hai salvato noi"

LA VIDEOCHIAMATA DI UN ANZIANO MALATO DI CORONAVIRUS AI PARENTI

"Noi abbiamo salvato te, ma tu hai salvato noi". Così il medico introduce il racconto della guarigione di un 90enne malato di Covid, che in 15 giorni è uscito dalla terapia intensiva e che ora è sulla strada della ripresa. Poco più di due settimane fa, il primo novembre, l'anziano aveva varcato la porta del nosocomio in condizioni critiche e aveva detto al Vallo, stringendogli la mano: "Dottore, ho 90 anni e ho fatto tutto quello che dovevo nella mia vita, lasciami andare".

 

"Il giorno successivo al ricovero la sua ossigenazione era così bassa, che gli abbiamo dovuto mettere un casco Cpap con una percentuale di ossigeno al cento per cento per aiutarlo a respirare - racconta Vallo in un lungo post sul suo profilo Facebook -. Nei suoi occhi ho rivisto quelli di mio padre, che ha la stessa età, e la sua richiesta spiazzante e allo stesso tempo così umile mi ha provocato una stretta al cuore tale, che sembrava fossi io quello a cui mancava l'ossigeno".

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Grazie alle cure e alla tempra dell'uomo, le cose sono andate per il meglio. Tutti i medici e gli infermieri gli hanno rivolto ovviamente le stesse cure e attenzioni riservate a ogni paziente. Dopo due settimane il 90enne è migliorato sensibilmente.

 

"Sono riuscito a fargli vedere i suoi parenti in videochiamata e cercavo sempre di infondergli coraggio - spiega Vallo - Infermieri e operatori sanitari hanno svolto con amore il loro lavoro, standogli accanto in ogni momento possibile e ora che è uscito dalla camera intensiva è tornato bello come prima". Tra camminate riabilitative con i fisioterapisti, ora l'obiettivo dell'equipe è quello di fare tornare presto a casa l'anziano: "Ci ha ringraziato così tante volte per quello che abbiamo fatto per lui" - scrive il dottore -, "ma in realtà non sa che siamo noi ad essere grati a lui perché il suo inizio di guarigione ci dà la speranza e la voglia di continuare a lottare ogni giorno".

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La curva del contagio in Lombardia

La Lombardia è nel pieno della seconda ondata. Ieri è stata la seconda domenica da zona rossa in Lombardia che da venerdì, dopo l'arancione “tecnico” assegnato dal monitoraggio della cabina di regìa ministero della Salute-Iss, ricomincia a sperare in un allentamento delle misure.

 

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Nella regione più colpita dal coronavirus, l'indice Rt è sceso intorno all'1,5 a livello regionale e all'1,2-1,3 a Milano. E' in lieve calo il numero dei nuovi positivi: 8.060 (ieri 8.129), pure con un lieve aumento dei tamponi: 38.701 quelli processati nelle scorse 24 ore, contro i 35.550 di ieri. E scende dal 22,8% al 20,8% il rapporto tamponi/positivi. Però preoccupa il dato relativo ai decessi, che ieri fanno registrare il dato più alto dall'inizio della seconda ondata: 181 morti in 24 ore.

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