“HO CELEBRATO IL MATRIMONIO DI MIA ZIA LESBICA” - BEPPE SALA SI CONFESSA A “CHI”: “CHIARA BAZOLI? IO E LEI SIAMO IL CINQUANTA PER CENTO DELLA STESSA COSA - LA MIA FRASE “MILANO NON SI FERMA”? E? UNA COSA DI CUI MI PENTO. HO CAPITO TARDI IL TEMA DELLA PANDEMIA - DRAGHI? CE NE VORREBBERO DI PIU’ - LETTA FA IL MESTIERE PIU’ DIFFICILE: IL SEGRETARIO DEL PD - DICONO CHE IO NON SIA DI SINISTRA? PENSO CHE SI RIFERISCANO AL MIO PASSATO DI MANAGER. È CHIARO CHE FACCIO PARTE DELLA MEDIA BORGHESIA, MA…”
Patrizia Groppelli per “Chi”
Giuseppe Sala, per tutti Beppe, e il sindaco uscente – e forse anche entrante con un secondo mandato, ipotizzano in molti – di Milano. Laurea alla Bocconi e un prestigioso curriculum da manager, ha 63 anni e a volte si chiede se il suo destino non sia riassunto nel titolo di una delle sue canzoni preferite, Riders on the Storm (“Cavalieri nella tempesta”), dei Doors. I pronostici elettorali sono dalla sua parte, ma c’e una leggenda da sfatare: negli ultimi trent’anni solo un suo predecessore, Gabriele Albertini, e riuscito a fare il bis. «In effetti», annuisce seduto sul divano di casa nel quartiere di Brera, «i milanesi sono allo stesso tempo molto generosi e molto esigenti».
CHIARA BAZOLI E BEPPE SALA SU CHI
Domanda. Si ricandida: quindi si e promosso come sindaco?
Risposta. «Si, ma non e questo il punto. Glielo confesso: ho pensato molto se andare avanti o fermarmi qui, ma alla fine ho capito che soppesare i pro e i contro era un esercizio inutile, non mi portava da nessuna parte».
D. E quindi?
R. «Quindi ho smesso di pensarci e ho dato retta solo alla voglia di continuare, che era ed e fortissima».
D. Riavvolgiamo il nastro. 21 giugno 2016, dopo che il suo predecessore Pisapia, sempre di centrosinistra, aveva rinunciato a ricandidarsi, lei diventa sindaco della sua Milano. E non era per nulla scontato.
R. «L’inizio non e stato semplice, conoscevo bene la macchina comunale perche ne ero stato in passato direttore generale. Non altrettanto le alchimie e le liturgie politiche per governare. Anche se non si e visto, ho attraversato momenti difficili».
D. Quanto difficili?
R. «A me sembravano molto pesanti, ma al mondo e tutto relativo».
D. In che senso?
R. «Nel senso che una mattina Milano, la grande Milano, si e spenta. Cosi, di botto».
D. Se non sbaglio era il 9 Marzo 2020. Primo lockdown. Eppure lei poche ore prima aveva detto: “Milano non si ferma”.
R. «Vero, ed e una cosa di cui mi pento. Io e qualche altro miliardo di persone abbiamo capito tardi il tema della pandemia. Mi piacerebbe non parlarne piu, ma capisco che non sia possibile. Io sono stato e saro ricordato, nel bene e nel male, anche per essere stato il sindaco dell’emergenza Covid. E da questo non si puo scappare».
IL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA
D. Un sindaco anche duro. Di fronte alle immagini degli assembramenti sui Navigli lei tuono con i milanesi: «Vergogna, ci sono momenti in cui c’e da incazzarsi, questo e uno di quelli».
R. «Non mi pento, gestire una citta complessa come Milano, con il suo milione e passa di abitanti, e impossibile senza la collaborazione dei cittadini. In quel momento mi sono sentito tradito e ho alzato la voce. Anche se, con il senno di poi...».
D. Dica...
R. «Le colpe non stanno mai tutte da una parte, evidentemente anche noi amministratori e governanti qualcosa avevamo sbagliato».
D. Lei pensa che con il Covid si sia giunti al finale?
R. «Diciamo che siamo a buon punto. Con Draghi le Regioni hanno smesso di cercare strade personali e a volte avventuristiche. E il generale Figliuolo ha messo in moto una straordinaria macchina vaccinale: anche la Lombardia si e rimessa in pista».
D. Lei e vaccinato?
R. «Certo, con doppia dose. E se necessario sono pronto per la terza».
D. Nessuna paura?
R. «Guardi, io sono passato attraverso problemi di salute tanto gravi che farmi un vaccino e come bere un bicchiere d’acqua fresca».
D. Sindaco della pandemia, ma i suoi esordi sono stati da sindaco dei diritti civili. Uno dei suoi primi atti, il 5 agosto 2016, fu di celebrare le prime nozze civili tra gay nella storia di Milano.
R. «Convintamente. Ma, anche qui, sono figlio della mia storia personale».
D. Non vogliamo sapere delle sue tendenze...
R. «Non parlo di me, ma di zia Gabriella».
D. Zia Gabriella? Questa e nuova.
R. «Infatti non l’ho mai raccontata a nessuno».
D. Che onore! Allora procediamo...
R. «Deve sapere che la famiglia di mia mamma Stefania e una famiglia cattolicissima e numerosa, tante sorelle e un fratello. Accade che nel 1968, avevo dieci anni, in famiglia scoppia uno scandalo...».
D. Addirittura...
R. «Beh, per quell’epoca e quel contesto si. Preparativi per il pranzo di Natale e zia Gabriella, la sorella piu piccola di mamma, se ne esce dicendo: io vengo solo se posso portare la mia fidanzata Gianna».
D. Che coraggio!
R. «E che amore! Subito viene convocata una riunione di famiglia, io origlio tutto da dietro una porta».
D. E che sente?
R. «Imparo che i tuoi principi e le liberta degli altri possono convivere. Pranzo a ranghi completi e vissero tutti felici e contenti».
mikaela neaze silva e shaila gatta con beppe sala
D. Complimenti!
R. «Ma ora le svelo un secondo segreto».
D. Oggi e giornata fortunata.
R. «Passano tanti anni, divento sindaco. Zia Gabriella mi chiede appuntamento a Palazzo Marino. Dice: “Vorrei che fossi tu a unirmi civilmente”. Chiedo “Scusa, zia, ma con chi?” e lei: “Ma come, con Gianna”. Insisto: “Ma e la stessa Gianna di quarant’anni fa?”. Risposta: “In effetti ci eravamo lasciate, ma ora siamo tornate insieme per restarci per sempre”».
D. Fantastico! Immagino che lei abbia celebrato...
il sindaco beppe sala e il comandante marco ciacci
R. «Ovvio. Vede, io sono cattolico praticante, ma la storia che le ho appena raccontato dice che le convinzioni di fede vanno conciliate con il fatto di essere un buon sindaco che ascolta tutti. Il mio parroco, don Gianni, ha capito e continua a volermi bene. Chi di noi, in onesta, puo dire di non avere un amico o un parente gay? E non per questo lo abbandona».
D. Andiamo avanti. Lei è l’unico sindaco, credo, al mondo ad aver portato una Olimpiade invernale nella più famosa pianura d’Europa...
R. «Io avrei voluto portarci quella estiva, ma era troppo complicato, così ho dirottato – insieme con Malagò, presidente del Coni, e con Maroni allora governatore della Lombardia – sull’invernale. Del resto sono nato sotto il segno dei Gemelli».
D. Nel senso?
R. «Estrema razionalità ed estrema follia».
D. Cinque anni da sindaco e due amori: Chiara e la bicicletta. Spero che, in ordine di importanza, lei parta da Chiara Bazoli, sua compagna di vita...
R. «Un incontro davvero fortunato. Per gioco ci diciamo spesso l’opposto: “Chiara, che fortuna che hai avuto ad incontrarmi”...anche se la parola che uso non è esattamente ”fortuna”. E lei risponde: certo amore, ma quello fortunato sei tu. E ho capito una cosa...».
D. Tipo?
R. «Che la fortuna non si può buttare via: io, dopo qualche girovagare, sono arrivato in porto. Io e Chiara siamo il cinquanta per cento della stessa cosa».
D. Così è troppo, lo dico da donna invidiosa...
gabriele albertini e beppe sala
R. «Glielo dico in un altro modo: il nostro rapporto si fonda sul ridere insieme, sull’allegria. E così sarà fino all’ultimo giorno».
D. La vostra canzone?
R. «A te di Jovanotti».
D. Basta, meglio passare alla bicicletta...
R. «È un amore senile, ma meraviglioso. Quando pedali non solo hai un beneficio fisico, è che non riesci e non puoi pensare ad altro. E questo è meraviglioso, è la mia valvola di sfogo».
D. Bene, quindi le piste ciclabili che ha disseminato per Milano rischiano di essere un interesse privato in atti d’ufficio...
BEPPE SALA IN BICI - FOTOMONTAGGIO
R. «Non me ne parli: se avessi cercato il consenso facile non le avrei fatte. È che il mondo, da Parigi a Londra, va in quella direzione. Le piste ciclabili sono il tassello più evidente, ma non più importante, di una necessaria rivoluzione del trasporto urbano».
D. Sarà, ma tassisti e qualche associazione di commercianti sono furenti...
R. «Se la domanda è: avete fatto tutto alla perfezione? La risposta è no, ma avremo il tempo per rimediare. Abbiamo lavorato in emergenza Covid, in buona fede. Disposto a riconoscere e a rimediare a eventuali errori».
D. Il tempo e lo spazio stringono. Parliamo di politica. Draghi?
R. «Ce ne vorrebbero di più».
D. Enrico Letta?
R. «Fa il mestiere più difficile del mondo, il segretario del Pd. Gli darò una mano».
D. Il prossimo presidente della Repubblica?
R. «Una donna. Ma niente nomi, porta male».
D. Si andrà a votare nel...
R. «Questa la so: 2023».
D. Dicono che lei non sia di sinistra...
R. «Penso che si riferiscano al mio passato di manager. È chiaro che faccio parte della media borghesia, ma ho sempre avuto idee chiare e coerenti: in passato ho votato Pri, radicale e per il Pd e i suoi antenati, Pci compreso».
D. E per finire, che cosa ha perso per strada in questi anni?
R. «Mamma Stefania, e ho detto tutto: è stata la bussola della mia vita con leggerezza e incisività. Certo, anche qualche amico, che ha scambiato per arroganza la mia assenza e i miei silenzi. È un prezzo da pagare: mi spiace di non essere stato capace di fare diversamente».
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