NON MORIREMO CINESI! – I CITTADINI DI HONG KONG SFIDANO IL DIVIETO E LA REPRESSIONE E CONTINUANO A PROTESTARE CONTRO PECHINO E IL RIFIUTO DEL REGIME DI ORGANIZZARE ELEZIONI A SUFFRAGIO UNIVERSALE – TRA MOLOTOV E LACRIMOGENI, NUOVI SCONTRI CON LA POLIZIA CHE IERI HA ARRESTATI (E RILASCIATO) I LEADER DELLA “RIVOLTA DEGLI OMBRELLI” JOSHUA WONG E AGNES CHOW – XI JINPING CONTINUA A FREGARSENE. VA CAPITO: NON SA NEMMENO CHE VUOL DIRE LA PAROLA DEMOCRAZIA – VIDEO
1 – HONG KONG, MANIFESTANTI SFIDANO DIVIETO E OCCUPANO CENTRO: MOLOTOV E LACRIMOGENI
(LaPresse/AFP) - Bombe Molotov, barricate incendiate e lacrimogeni. Il cuore di Hong Kong è piombato nel caos, con violenti scontri fra poliziotti e dimostranti, che hanno hanno sfidato un diluvio e i divieti di manifestare imposti dalle autorità invadendo di nuovo le strade della ex colonia britannica. Le proteste giungono nel quinto anniversario del rifiuto da parte di Pechino di organizzare elezioni a suffragio universale a Hong Kong, decisione che scatenò il cosiddetto 'Movimento degli ombrelli' nel 2014, con 79 giorni di occupazione del cuore finanziario e politico della città. E giungono anche all'indomani di un'ondata di arresti in cui sono stati fermati diversi attivisti e parlamentari pro democrazia, fra cui proprio due giovani della 'Rivolta degli ombrelli', Joshua Wong e la 22enne Agnes Chow.
agnes chow e joshua wong dopo il rilasciocarrie lam
La polizia aveva giustificato il fatto di non autorizzare una nuova protesta con i rischi di violenze, ricordando gli scontri di domenica scorsa, fra i più gravi da quando la contestazione è cominciata a giugno. Ma decine di migliaia di manifestanti vestiti di nero, colore emblematico del movimento, si sono raccolti a partire dal pomeriggio in diversi quartieri nel cuore della regione semi-autonoma cinese. 'Riprendere Hong Kong, la rivoluzione dei nostri tempi', scandivano.
XI JINPING WINNIE THE POOH BY BADIUCAO
La tensione è salita nel tardo pomeriggio, quando un piccolo gruppo di radicali ha cominciato a lanciare sassi e Molotov contro dei poliziotti intorno al complesso che ospita Parlamento e sede del governo. Hanno anche abbattuto le barriere a protezione del Parlamento, prima di essere respinti dalle forze dell'ordine con l'uso di lacrimogeni e di cannoni ad acqua, che hanno lanciato un liquido blu. Secondo i media locali, questo colorante dovrebbe consentire di identificare in un secondo momento i sospetti. I dimostranti si sono poi spostati verso est e, nel quartiere centrale di Wan Chai, nei pressi del quartier generale della polizia, hanno dato fuoco a un'enorme barricata che avevano costruito usando paletti di plastica, recinzioni di metallo e sedili di un campo sportivo vicino. Un altro gruppo si è ritrovato invece nel quartiere commerciale di Causeway Bay, affollatissimo come ogni sabato.
la polizia contro i manifestanti di hong kong
Prima ancora un gruppo aveva sfilato davanti alla residenza del capo dell'esecutivo locale, Carrie Lam, ex residenza del governatore britannico. È su Lam che si concentra l'ira dei manifestanti perché non ha ritirato formalmente il controverso progetto di legge che è stato la miccia delle proteste, quello che avrebbe autorizzato le estradizioni verso la Cina continentale.
Da tre mesi la regione semi-autonoma attraversa la sua peggiore crisi dopo il ritorno nell'orbita della Cina nel 1997, con manifestazioni e azioni quasi quotidiane che sono talvolta sfociate in scontri. Nata inizialmente contro la legge sulle estradizioni, la mobilitazione ha poi esteso le sue motivazioni fino a denunciare un arretramento delle libertà e un'ingerenza crescente di Pechino nella gestione della regione semi-autonoma.
2 – HONG KONG, IL GIORNO DELLE RETATE ARRESTATI (E POI LIBERATI) I LEADER
Guido Santevecchi per il “Corriere della Sera”
Arresti di figure simbolo del campo giovanile, il divieto di un nuovo corteo, l' aggressione a un dirigente del comitato organizzatore della mobilitazione civile, la polizia nervosa ed esasperata. Sono molte le micce accese nella polveriera Hong Kong e fanno temere che l' esplosione finale sia solo questione di tempo (poco tempo).
Ieri mattina la polizia ha fermato Joshua Wong, il volto più famoso della Rivolta degli Ombrelli che nel 2014 cercò di ottenere elezioni libere per l' ex colonia britannica ridiventata cinese nel 1997. Joshua Wong, 22 anni, è stato caricato su un' auto senza insegne al mattino mentre camminava in strada. Poco dopo è stata arrestata in casa una delle sue compagne, Agnes Chow.
Quando il partito politico Demosisto di cui i due giovani sono leader ha dato l' allarme, la polizia ha confermato l' arresto per «assembramento illegale» il 21 giugno. I due giovani sono stati poi rilasciati su cauzione e hanno subito detto che continueranno la lotta «non importa quante volte ci arresteranno, non cederemo e non ci faremo intimidire». Agnes ha riferito di essere stata costretta a spogliarsi dagli agenti. Joshua commenta: «Il governo parla solo con bastoni, lacrimogeni e manette».
Il fronte della protesta accusa la governatrice Carrie Lam di aver scatenato una campagna di «terrore bianco» su ispirazione di Pechino.
Giovedì notte due picchiatori mascherati armati di mazze da baseball hanno aggredito in un ristorante Jimmy Sham, esponente del Fronte civico che organizza i cortei di protesta. Tra giovedì e ieri sono finiti in carcere altri leader del dissenso: Andy Chan, fondatore del piccolo National Party indipendentista dichiarato fuorilegge l' anno scorso; Cheng Chung-tai, deputato eletto per Civic Passion; Rick Hui, rappresentante di quartiere. I capi d' imputazione sono legati alla sollevazione partita a giugno contro la legge sull' estradizione verso la Cina.
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La polizia ha fatto 900 arresti in questi tre mesi di marce imponenti (fino a due milioni di persone) ma anche di scontri e assalti al parlamento locale, blocco dell' aeroporto, guerriglia tra i palazzi governativi. Un altro corteo era stato indetto per oggi, di nuovo per invocare elezioni libere, ma è stato dichiarato illegale per motivi di ordine pubblico e gli organizzatori ieri lo hanno annullato per non dare motivo a un' ulteriore stretta repressiva.Poi i giovani hanno chiesto alla gente di muoversi lo stesso, per una «riunione di preghiera» che non si può proibire.
Però in questa rivolta che si vanta di essere «fluida come l' acqua», senza capi e capace di riversarsi in ogni punto della città, c' è il timore che la frangia dura torni all' attacco.
La polizia è provata da dodici settimane passate in strada a battersi. Si sono levate anche proteste dai ranghi della Hong Kong Police Force usata per fare il lavoro sporco da un governo che non ha soluzioni politiche. Pechino guarda e aspetta: se la polizia di Hong Kong dovesse cedere, diventerebbe «necessaria» l' imposizione di leggi d' emergenza, forse anche l' invio di agenti e soldati cinesi.
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