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HOTEL O AIRBNB? QUESTO E’ IL DILEMMA - TRA ALBERGHI E APPARTAMENTI PRIVATI LA SFIDA NON È PIÙ SUI PREZZI O I SERVIZI, MA SULLA CAPACITA' DI VENDERE AGLI OSPITI QUELLO CHE OFFRE IL TERRITORIO - E IN ITALIA GLI ALBERGATORI LANCIANO LA VIA DI MEZZO, IL "CONDHOTEL"

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1. LA VACANZA IN STILE AIRBNB CHE ORA TRASFORMA ANCHE L' HOTEL

Sandro De Riccardis per “La Repubblica”

 

Non più viaggiatori inghiottiti nella folla tra un monumento e un ristorante, lungo i percorsi preconfezionati del turismo di massa. Se finora la guerra è stata sui costi delle camere, sulle regole da rispettare, sui servizi da garantire, oggi tra AirBnb e i tradizionali hotel si combatte sul contatto con la vita vera delle città, nell' incontro con i residenti, nella scoperta di quello che solo la gente del posto conosce e può rivelarti. A garantire il primato nell' offerta dell' ospitalità, sarà la sfida dell' esperienza.
 

E se AirBnb ha basato fin dall' inizio la sua avventura imprenditoriale sul concetto social di condivisione, a casa di sconosciuti che molto spesso diventano tuoi amici, ora anche gli albergatori hanno capito che la minaccia non è l' azienda nata quasi dieci anni fa a San Francisco, ma il modello stesso dell' accoglienza che offrono.
 

«Quello che vogliono oggi i viaggiatori, giovani e meno giovani, è trovare qualcuno che possa dirgli quello che fa la gente del posto e dove incontrarla - spiega Matteo Stifanelli, country manager di Airbnb per l' Italia - . Se sono a Parigi voglio sapere dove vanno i parigini, che bar frequentano dopo il lavoro, voglio sapere che vanno a fare il pic-nic sulla Senna. Il mondo del turismo si sta spostando in quella dimensione. Non si sceglie una casa, non si affitta una stanza. Si acquista un' esperienza ».
 

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Una rivoluzione lenta ma inesorabile. Tanto che anche le grandi catene degli alberghi hanno riconosciuto la sfida. In America, scrive il New York Times in una recente inchiesta dal titolo Hotels vs. Airbnb: let the battle begin, alcune aziende hanno sviluppato delle app dedicate agli alberghi, come la Soho Beach House a Miami, per fornire agli ospiti guide scritte da giornalisti del posto. E avere in tempo reale dritte su eventi di arte, moda, cucina.
 

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L' Italia è indietro, ma qualcosa si muove. «Da noi gli alberghi potrebbero essere i veri ambasciatori del territorio - si augura Alessandro Nucara, direttore generale di Federalberghi - . Ci sono ancora restrizioni normative, ma chi meglio di un hotel potrebbe proporre e vendere ai suoi ospiti quello che offre il territorio? Le terme, un museo, gli eventi di enogastronomia. Non vogliamo diventare delle agenzie, ma possiamo diventare i promotori delle bellezze del posto, proponendo ai turisti offerte differenti in base a quello che loro ci chiedono».
 

Negli Usa per fronteggiare la costante avanzata di AirBnb, le grandi catene differenziano camere e spazi comuni con gli stili e il design delle diverse città per offrire «un' esperienza più genuina del luogo e più corrispondente alla cultura locale», come dice ancora al Nyt il professore Bjorn Hanson del Jonathan M. Tisch Center for Hospitality and Tourism della New York University.
 

In Italia, dove AirBnb ha raggiunto le duecentomila offerte sul sito e ha raddoppiato gli annunci nell' ultimo anno, gli albergatori lanciano il "condhotel", una via di mezzo tra albergo e appartamento, 60% di camere tradizionali e 40% di alloggi con uso cucina per soggiorni di lunga durata. Un progetto che, dopo l' approvazione della legge, aspetta ancora i decreti attuativi.

 

 

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«Una novità per il mercato italiano - rilancia Nucara - più diffusa in Sudamerica e negli Usa, che favorisce la riqualificazione delle nostre strutture e che intercetta un target di famiglie e professionisti business. Un' accoglienza di tipo residenziale con i servizi alberghieri ». E che risponde al lancio dei concorrenti dell'"AirBnb business program", il sito di appartamenti per manager. "Viaggia per lavoro, sentiti a casa", è lo slogan.
Perché alla fine, anche se sei in giro per lavoro in una città sconosciuta, quello che conta è l' esperienza.

 

2. IL DILEMMA DEI MODERNI VIAGGIATORI LAST MINUTE

Marino Niola per “la Repubblica”

Albergo o appartamento? È il dilemma del vacanzivoro. Che è la mutazione antropologica del viaggiatore contemporaneo. Sempre in cerca di nuove location da esplorare e di nuove situazioni da sperimentare. Come un rabdomante del last minute, con siti, social e app al posto della bacchetta. A ogni partenza si ripropone la scelta. Booking o AirBnb? Trivago o Wimdu? Ospiti o coinquilini? Osservatori o partecipanti? Serviti e riveriti o gettati nella vita vera?
 

Fino a qualche anno fa non ci sarebbe stata partita. L' appartamento si affittava solo per le lunghe villeggiature, il minimo era una settimana in residence. Adesso invece sono sempre di più quelli che, anche per un solo weekend, preferiscono una casa vissuta e piena di segni particolari, agli standard omologati e omologanti dell' hotellerie. Che, a dire il vero, in qualche secolo di onorato servizio ha sviluppato strategie di ricezione e di protezione.

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Soprattutto dai rischi temibilissimi del fai da te. Ahi, ahi, ahi! Ma la new economy ha inventato strumenti nuovi e sempre più sofisticati per far incontrare una domanda e un' offerta ogni giorno più profilate. E di fatto sta rivoluzionando il nostro modo di viaggiare. I dati testimoniano una diffusione virale di possibilità alternative di soggiorno.

 

Chi affitta grandi appartamenti a Rio, chi una stanza in famiglia a Londra, chi una chambre de bonne a Parigi, chi un B&B sui tetti di Ragusa, chi un loft a Soho. E il plus è dato dall' incontro con le persone del luogo che, volendo, ci aprono le porte del loro mondo. Non è solo questione di soldi ma una nuova forma di socializzazione.
 

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È il turismo che entra nella sharing economy. Madre dei vari BlaBlacar, Coliving, Subito.it e altre forme di scambio "communitario". Dove a garantire un certo grado di affidabilità e sicurezza, di soddisfazione e gratificazione è la tracciabilità umana. Non solo la correttezza commerciale. Il sistema non è infallibile, ma spesso, per una sorta di misterioso algoritmo, le persone che si scelgono finiscono per piacersi. Per la legge del chi si somiglia si piglia, ma in versione 2.0. È il viaggio al tempo della condivisione di massa.

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