
I PARACULI DEI “PARADISE PAPERS”/ 2 - POTEVA MANCARE APPLE ALL’APPELLO DEI FURBETTI? TIM COOK AVREBBE DATO ORDINE DI TRASFERIRE MILIARDI DI DOLLARI NELL’ISOLETTA DI JERSEY, NELLO STRETTO DELLA MANICA - GARY COHN, EX GOLDMAN SACHS E ATTUALE CONSIGLIERE ECONOMICO DELLA CASA BIANCA, E’ ASSOCIATO CON 22 SOCIETÀ FINANZIARIE NELLE BERMUDA
Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
Nella mappa tracciata dai «Paradise Papers» spicca l' isoletta di Jersey, nello stretto della Manica. Qui l' amministratore delegato di Apple, Tom Cook, avrebbe dato ordine di trasferire «miliardi di dollari». Un' operazione lecita? È la domanda del giorno a Washington, negli uffici dell' amministrazione del Fisco e al Congresso. Nel 2013 lo stesso Cook si era presentato davanti a una Commissione del Senato, assicurando: «Non nascondiamo denaro in qualche isola dei Caraibi».
Si legge sul sito della Bbc, che fa parte del gruppo dei media che ha diffuso i 13,4 milioni di documenti custoditi dalla Appleby, una società di servizi legali, con base nelle Bermuda: «Apple ha evitato la stretta del 2013 sulle sue controverse pratiche fiscali adottate in Irlanda, cercando un altro paradiso fiscale nel mondo. Ha spostato la sussidiaria che detiene un' enorme massa di denaro non tassato a Channel Island of Jersey». L' azienda della Silicon Valley, la società con la maggiore capitalizzazione a Wall Street, ha respinto i sospetti con una nota: «Non abbiamo ridotto i pagamenti fiscali in alcun Paese».
Nei «Papers» c' è dentro di tutto: altre grandi aziende come Nike, con società offshore alle Bermuda, star come Bono Vox degli U2 e Madonna, il campione di Formula Uno Lewis Hamilton. La scossa più rumorosa resta quella in Gran Bretagna. Dalle carte risulta che la regina Elisabetta II abbia investito circa 10 milioni di sterline nelle Isole Cayman e nelle Bermuda. «Dovrebbe chiedere scusa», ha detto il leader laburista Jeremy Corbyn.
Si vedrà se le rivelazioni serviranno a prefigurare dei reati.
La platea dei politici coinvolti si sta allargando. Brasile, con i ministri delle Finanze, Henrique Mirelles e dell' Agricoltura, Blairo Maggi. Argentina, con il titolare delle Finanze, Luis Caputo. Turchia: i due figli e sei nipoti del premier Binali Yildrim risultano intestatari di otto entità off-shore con sede a Malta.
Negli Stati Uniti, la pista porta a tre esponenti dell' amministrazione Trump: l' ex finanziere Wilbur Ross, oggi a capo del Commercio estero; l' ex amministratore di Exxon, Rex Tillerson, ora Segretario di Stato; Gary Cohn, ex Goldman Sachs, attuale consigliere economico della Casa Bianca, associato con 22 società finanziarie nelle Bermuda.
Il caso politicamente più sensibile è quello di Ross, 79 anni, sodale di Trump dagli anni Novanta. I file rivelano che detiene una partecipazione pari al 31% nella «Navigator Holdings», una compagnia di petroliere che trasporta greggio e gas prodotto dalla Sibur.
Azionisti della Sibur sono il genero di Vladimir Putin, Kirill Shamalov, marito di Yekaterina Putina; più due figure colpite dalle sanzioni economiche americane: Leonid Mikhelson e Gennady Tim-chenko, un vecchio amico del presidente russo. Il ministro del Commercio ieri si è difeso così: «Il contratto con la Sibur era stato negoziato prima che io facessi parte del consiglio di amministrazione di Navigator e comunque quella società non è colpita dalle sanzioni americane. Non ho nulla da rimproverarmi».
Altro filone di polemiche sull' asse tra Stati Uniti e Russia tocca gli investimenti di Yuri Milner, 55 anni, finanziere di Mosca. Avrebbe utilizzato denaro proveniente dalla Vba, una banca direttamente controllata dal Cremlino, per acquisire l' 8% del capitale di Facebook e il 5% di Twitter.