corteo roma pro palestina

“NON SOTTOSTIAMO A DIKTAT” - I PRO PALESTINA SCENDERANNO IN PIAZZA A ROMA IL 5 OTTOBRE NONOSTANTE IL DIVIETO DEL VIMINALE: “SAREMO 30 MILA” – A PESARE SULLA DECISIONE LE PAROLE USATE PER PROMUOVERE IL CORTEO, IN CUI SI RIVENDICA IL “DILUVIO DI AL AQSA”, L’OPERAZIONE DI HAMAS CHE UN ANNO FA PORTÒ ALLA MORTE DI 1200 PERSONE - IL MINISTRO PIANTEDOSI: “HO LETTO CHE QUALCUNO IN BARBA AL DIVIETO PENSA DI MANIFESTARE, VEDREMO” - APPELLO DELL’ARCI: “SIA RISPETTATO IL DIRITTO DI MANIFESTARE”

Marco Carta per roma.repubblica.it -  https://roma.repubblica.it/cronaca/2024/10/01/news/pro_hamas_corteo_palestina_gaza_israele_sabato_5_ottobre_roma_divieto-423528464/?ref=RHLF-BG-P6-S1-T1

 

 

CORTEO ROMA PRO PALESTINA

Scenderanno in piazza nonostante il divieto della questura: «Non sottostiamo a diktat». E in vista dell’appuntamento del 5 ottobre sono pronti a ricorrere al Tar del Lazio. È un vero e proprio braccio di ferro con le autorità quello annunciato dall’Unione democratica arabo-palestinese, una delle associazioni che ha organizzato il corteo nazionale pro Palestina a un anno di distanza dalla strage di Hamas in Israele.

 

 

La questura di Roma nei giorni scorsi ha vietato il corteo per motivi di ordine pubblico, recependo un’indicazione arrivata dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi, che anche ieri, a margine del comitato per l’ordine e la sicurezza a Firenze, ha voluto ribadire il punto di vista del Viminale: «Noi non vietiamo quasi mai manifestazioni nel rispetto del principio costituzionale di libertà di manifestazione del pensiero, e anche per una tendenza a volere gestire il dissenso problematico e critico.

CORTEO ROMA PRO PALESTINA

 

Però con i preavvisi che direttamente o in maniera allusiva tendevano a celebrare la data del 7 ottobre come l’esaltazione di un eccidio, francamente non era possibile formalmente autorizzarla. Ho letto che qualcuno in barba al divieto pensa di manifestare - ha aggiunto Piantedosi - vedremo: ma esiste una posizione di principio e una operativa».

 

 

A pesare sulla decisione erano state le parole usate per promuovere il corteo, in cui si rivendica il “Diluvio di Al Aqsa”, l’operazione di Hamas che un anno fa portò alla morte di 1200 persone, tra civili e militari israeliani, e al rapimento di altre 250 persone, tra cui donne, anziani e bambini: «Il 7 ottobre 2023 è la data di una rivoluzione, non è una ricorrenza».

 

matteo piantedosi - foto lapresse

Oltre al corteo promosso dall’Udap, a cui aderivano i Giovani Palestinesi e l’associazione dei Palestinesi in Italia, è stato vietato anche quello della Comunità palestinese di Italia. «Riteniamo che quella della questura di Roma sia una decisione politica che nulla ha a che vedere con l’ordine pubblico ed essendo stata una decisione unilaterale e arbitraria abbiamo deciso di non sottostare a questo diktat e mantenere l’indicazione per il 5 ottobre, avviando l’iter per un ricorso al Tar», ha detto Khaled El Qaisi, rappresentante dell’Udap.

 

«Siamo fiduciosi che il Tar possa intervenire e sventare quello che riteniamo possa essere un grave precedente antidemocratico - ha aggiunto El Qaisi - Un precedente che permette di manifestare solo a coloro che sostengono idee politicamente compatibili o affini con la linea delle autorità, attendiamo quindi che si esprimano anche le autorità giudiziarie».

 

CARTELLO CONTRO LILIANA SEGRE AL CORTEO PRO PALESTINA DI MILANO

Tra le realtà sociali che hanno criticato il divieto al corteo di Roma c’è l’Arci che nei giorni scorsi ha rivolto un appello alle istituzioni, criticando fortemente il ddl 1660 che limiterebbe la possibilità di scioperare e manifestare

 

matteo piantedosi - foto lapresse

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