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ALTRO CHE SVOLTA DIALOGANTE, I TALEBANI MOSTRANO IL LORO VOLTO PIU' TRUCE: "GLI AFGHANI CHE HANNO LAVORATO O COLLABORATO CON LE FORZE STRANIERE NON POSSONO NEPPURE AVVICINARSI ALL’AEROPORTO DI KABUL" (ERGO: UNA VOLTA CHE AMERICANI E ALLEATI SARANNO VOLATI VIA CI PENSERANNO POI I FONDAMENTALISTI BARBUTI A FARE PULIZIA) – LA TRATTATIVA TRA IL CAPO DELLA CIA BURNS E IL CAPO TALEBANO BARADAR…

Andrea Nicastro per corriere.it

abdul ghani baradar 1

 

Fino a quando i talebani erano sulla difensiva, esposti ai droni e alle forze speciali in ogni frattura della terra, dicevano che gli occidentali avevano gli orologi e loro il tempo. Il tempo di aspettare, pazientare, soffrire fino alla vittoria.

 

Ora che la più grande superpotenza del mondo ha deciso di perdere e ha abbandonato decine di basi militari sicure come fortezze per arroccarsi in un aeroporto civile indifendibile, anche i talebani si sono ricordati di avere non solo gli orologi, ma anche i calendari. «Non oltre il 31 agosto», hanno detto. L'evacuazione più rapida e colossale della storia deve finire entro il mese. «Altrimenti lo considereremo una provocazione e reagiremo». Un vero ultimatum.

 

Il presidente americano Joe Biden aveva assicurato, con la solita autorevolezza, che se ci fosse stato bisogno di prolungare il periodo di evacuazione si sarebbe «sforata la data del 31 agosto». Invece ora, dopo la risposta talebana, tutti i comandanti militari si affrettano a spiegare che si farà di tutto per «stare nei tempi previsti».

william burns

 

Secondo indiscrezioni stampa, lunedì il direttore generale della Cia, William Burns, avrebbe incontrato la figura più visibile del vertice talebano, il mullah Baradar. Non è certo una novità che la Cia parli con i talebani. È stata la Central Intelligence Agency a voler catturare proprio Baradar in Pakistan nel 2010.

 

Ed è stata sempre la Cia a convincere Islamabad a liberarlo nel 2018. Cosa si siano detti non è dato sapere, ma non è difficile da immaginare. Fateci uscire da Kabul senza problemi, altrimenti ve ne faremo pentire. Andatevene senza crearci problemi, altrimenti sarete voi a pentirvi. Paradossalmente, la leva migliore oggi è in mano talebana. Con 5.800 soldati a difendere l'aeroporto, un aereo che decolla ogni 45 minuti, il rischio di non poter salire sull'ultimo volo perché nessuno a terra garantisce la sicurezza, l'America si è esposta a un'ulteriore figuraccia planetaria.

mullah baradar accordi di doha

 

Immaginarsi che gli ultimi 300, 400 marines siano fatti prigionieri da migliaia di talebani che semplicemente scavalcano le reti dell'aeroporto civile è un incubo peggiore della cattura dell'ambasciata Usa a Teheran nel 1979. E anche allora, il potere era appena passato da un governo filoamericano ad uno islamico fondamentalista. Non si sa da chi sia arrivata l'idea, ma dopo la riunione Cia-talebani è uscita una soluzione per eliminare dagli occhi del mondo le code di fuggiaschi: da ieri i talebani permettono l'accesso all'aeroporto solo a chi mostra un passaporto straniero.

 

talebani bloccano l ingresso all aeroporto di kabul 2

Gli afghani che hanno lavorato o collaborato con le forze straniere non possono neppure avvicinarsi al primo cerchio di sicurezza controllato proprio dagli «studenti del Corano». C'è da immaginare che le file diminuiranno. I talebani sanno essere convincenti. Eccetto la sacca di resistenza della valle del Panshir, i nuovi padroni di Kabul sembrano avere il controllo dell'intero Paese e cercano di rimetterlo in moto. Molti amministratori del governo precedente sono stati confermati, gli impiegati stanno tornando a lavorare. A Kabul sicuramente anche molte donne, altrove è più difficile da verificare. Nominato anche il nuovo ministro della Difesa. È un ex prigioniero della Base Usa di Guantanamo.

caos all aeroporto di kabul abdul ghani baradar 2

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