LA TECNOLOGIA CI STA UCCIDENDO - I TASSISTI PROTESTANO CONTRO UBER ARMATI DI TIRAPUGNI - E ALLORA COSA DOVREBBERO FARE I NEGOZIANTI AL DETTAGLIO DI VESTITI, LIBRI O GIOCATTOLI STROZZATI DALLA CONCORRENZA DI AMAZON E EBAY? CI SONO 3 MILIONI DI PICCOLE IMPRESE (E MIGLIAIA DI MESTIERI) CHE RISCHIANO DI SPARIRE PER COLPA DELLA SILICON VALLEY

Marcello Zacché per “il Giornale”

 

AMAZON PIACENZAAMAZON PIACENZA

In questi giorni c'era da aver paura a incontrare un tassista. La concorrenza, a volte selvaggia, compresa quella della sharing economy, ha causato negli autisti arrabbiature tali da sfociare in violenza. Sappiamo tutto, lo abbiamo visto in tivù. Non sappiamo invece perché, essendo i taxi un servizio pubblico, non siano scattate le precettazioni. Forse per paura? Il sospetto c'è.

 

Ci sono anche delle certezze però. Una su tutte: i tassisti non sono i soli a pagare dazio a un sistema di servizi per il consumatore che, grazie al web (per semplificare), sta disintermediando intere filiere distributive. Si pensi al vecchio e sano «negozio» assediato, per dirne una, da Amazon.

 

Sangalli CarloSangalli Carlo

E proprio ieri ne abbiamo avuto una prova leggendo lo studio di Confcommercio «Imprese e città, demografia d'impresa nei centri storici italiani». La ricerca ci dice che, nel periodo tra il 2008 e il 2016, in un campione di 40 medi comuni italiani, le imprese del «commercio al dettaglio con sede fissa» (sostanzialmente i negozi) sono diminuiti quasi del 15%: in 9.600 hanno chiuso l' attività nei centri storici (-12,4% in periferia).

 

Tra gli esercizi commerciali classici sono in crescita solo alberghi, bar e ristoranti. A soffrire di più sono settori quali libri e giocattoli (ha chiuso un negozio su 4) o vestiario e tessili (sparita una vetrina ogni 6). Proprio le due tipologie più aggredite da Amazon, ebay & c. Che stanno ai negozianti come Uber sta a i tassisti.

 

uber contro taxiuber contro taxi

Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, nel commentare i dati del suo ufficio studi ha sottolineato l'aspetto più serio di un fenomeno pericoloso: «Senza negozi in città c'è meno luce, bellezza, socialità. E meno sicurezza». Mentre il lato economico riguarda ovviamente il dramma della chiusura di migliaia di piccole imprese.

 

È una maggioranza silenziosa che vale 3 milioni di contratti di lavoro, in difficoltà da anni, e che però ben si guarda dal procurarsi i tirapugni. O dal devastare i quartieri. Abituati a operare in un contesto sempre più liberalizzato, ci pare che i commercianti - così come gli artigiani di «bottega» e tanti altri settori economici messi in crisi dalla tecnologia e dalla globalizzazione - affrontino le nuove regole del gioco senza minacciare o ricattare nessuno. Una lezione troppo facilmente dimenticata.

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