"IL COVID HA AVUTO ORIGINE A WUHAN, MA A PORTARLO LI' E A DIFFONDERLO E' STATA LA RUSSIA" - IL CANALE TELEGRAM DI CONTROINFORMAZIONE RUSSA "GENERAL SVR" TRACCIA I CONTORNI DI UNA SPY-STORY INTERNAZIONALE DEGNA DI JOHN LE CARRE': "E' STATA UNA VENDETTA DI PUTIN SU XI" - SECONDO IL CANALE ANTIPUTINIANO IL VIRUS E' STATO IDEATO NEL LABORATORIO DELLA RUSSA "VECTOR", POI CONSEGNATO AGLI IRANIANI CHE LO HANNO FATTO ARRIVARE IN CINA E...
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Il ceppo originario del coronavirus non sarebbe stato creato dai cinesi nell’Istituto di virologia di Wuhan, ma nel laboratorio del Vector State Scientific Center for Virology and Biotechnology in Russia. A lanciare la bomba è il canale Telegram di controinformazione russa “General SVR”, che rivendica informazioni privilegiate sul Cremlino presumibilmente gestito da un ex generale dei servizi segreti esteri russi noto con lo pseudonimo di “Viktor Mikhailovich”, e che ne racconta antefatti e sviluppi. Non sappiamo se la fonte dell’informazione è attendibile, possiamo però dire che fino ad oggi non solo le notizie del canale sono state rilanciate dalla stampa internazionale, ma anche che alcune si sono poi rilevate vere.
putin visita ospedale pazienti covid19 8
Ed ecco il retroscena. Tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019, le relazioni tra la leadership cinese e quella russa si sono intensificate. Un’enorme quantità di droghe sintetiche, economiche e convenienti, prodotte in Cina è stato contrabbandato in Russia dalla Cina. Parte delle forniture erano state concordate dalla leadership dei due paesi e viaggiavano sotto il controllo dell’FSB (il servizio segreto russo) attraverso la Russia verso l’Europa, alcuni paesi dell’Africa (l’uomo di Putin laggiù è l’imprenditore russo Evgenij Prigozhin), il Sudamerica (per barattarla con la cocaina) e alcuni paesi dell’ex Urss. Ma parte degli stupefacenti importanti in Russia dalla Cina sono entrati senza approvazione e hanno portato a conseguenze catastrofiche: tossicodipendenza diffusa, anche tra i più giovani, e di conseguenza un aumento della mortalità a causa dell’uso di droghe in tutte le regioni confinanti con la Cina. Il problema si è poi allargato a livello nazionale (anche se non ne troverete traccia nelle statistiche ufficiali).
Le autorità russe hanno cercato di convincere la Cina a smettere di trafficare droga oltre quella concordata, ma in cambio hanno ricevuto solo promesse non mantenute. Il volume delle forniture invece è cresciuto. Così Putin e Patrushev, Segretario del Consiglio di Stato, hanno deciso di dare una lezione alla leadership cinese organizzando il contrabbando di eroina e cocaina in Cina a prezzi stracciati, ma la Cina ha bloccato velocemente questi canali. Inoltre, l’atteggiamento della leadership cinese nei confronti di Putin è diventato sprezzante, e questo ha avuto un ruolo decisivo nella decisione di Putin di vendicarsi.
L’idea di punire le autorità attraverso l’uso di armi biologiche è stata presentata da Nikolai Patrushev durante la discussione che è seguita alla riunione del Consiglio di sicurezza del 9 maggio 2019 tra Putin, Patrushev, Bortnikov, Shoigu e Naryshkin. Patrushev non aveva una semplice idea, ma un vero e proprio piano. Ha suggerito di utilizzare un virus realizzato dalla Vector, il laboratorio di virologia russo. Patrushev ha presentato i dati forniti dai creatori del virus, spiegando che era stato creato per essere utilizzato nei paesi del sud-est asiatico (per via di alcuni recettori attraverso i quali il virus entra nell’organismo e che gli scienziati russi avevano valutato essere presenti in maggior misura in questa popolazione), che il tasso di mortalità nel gruppo-bersaglio sarebbe stato tra il 5 e l’8%, mentre in altri gruppi di meno del 3%. Secondo quanto riferito da Patrushev, l’epidemia sarebbe durata da 3 a 6 mesi e, sempre secondo la sua analisi, avrebbe provocato una forte crisi politica ed economica in quella regione. Ultimo dettaglio: gli scienziati russi pensavano di aver sviluppato giù un vaccino, e volevano testarlo entro ottobre di quell’anno. Così Patrushev ha informato Putin.
Shi Zhengli, scienziata di Wuhan
Al 15 agosto 2019, il piano operativo speciale era stato elaborato e concordato e Putin lo aveva approvato. Nella seconda metà di agosto, i dipendenti dell’ambasciata russa in Iran, avvalendosi di collegamenti con l’IRGC (le guardie rivoluzionarie islamiche) e promettendo sostegno finanziario e politico, hanno convinto la leadership iraniana a partecipare a un’operazione speciale e hanno consegnato all’intelligence dell’IRGC un virus e quello che hanno chiamato «un vaccino», da trasferire all’intelligence cinese con l’indicazione di informare che i campioni erano stati trovati in un laboratorio segreto in Iraq. Ed è andata così.
Tra il 20 e il 29 agosto 2019, l’intelligence dell’IRGC ha fornito i campioni ai colleghi cinesi, raccontando la storia sul laboratorio iracheno. L’intelligence cinese ha trasferito il virus all’Istituto di Virologia di Wuhan. E due gruppi di dipendenti della Direzione Principale dello Stato Maggiore Centrale, arrivati in Cina a settembre e ottobre 2019, hanno contagiato i dipendenti dell’Istituto di Wuhan e i loro parenti in modo che sembrasse una fuga dal laboratorio da Wuhan. Il secondo gruppo, arrivato a ottobre, è stato necessario perché dopo il “lavoro” del primo gruppo, l’intelligence russa non aveva avuto notizie di contagi. Il che non significa che il primo gruppo non abbia lavorato bene, ma solo che in quel momento non era stato possibile confermare l’infezione, quindi i primi casi potrebbero benissimo essere comparsi già a settembre.
Ma c’è un altro capitolo di questa storia. La dirigenza dell’IRGC iraniano ha conservato alcuni campioni di questo virus e del suo presunto vaccino e li ha trasferiti per studiarli in un laboratorio in Iran (i primi casi in Iran sono comparsi nell’ottobre del 2019). E proprio all’inizio del 2020, uno dei dipendenti del laboratorio iraniano ha dato un campione del virus e del suo vaccino a un suo amico, lo scienziato canadese e dottore in immunologia Forugh Khadem. L’IRCG è venuto a conoscenza del fatto l’8 gennaio 2020, mentre Khardem era a bordo del volo PS752 insieme al virus e al suo vaccino pronto a partire da Teheran in direzione Kiev sul 737-800 della Ukraine International Airlines. L’IRGC ha deciso di non prelevare Khadem dall’aereo, per paura di uno scandalo internazionale e di una pubblicità non necessaria, ma non ha corso rischi, decidendo di distruggere l’aereo con il suo carico (ricorderete il fatto di cronaca: l’aereo fu colpito da due missili, gli iraniani dissero che erano stati loro «per un errore umano»). E, a proposito, sul tema si sono tenute consultazioni con Patrushev, che era in contatto diretto con Putin.
Ora le conseguenze. Il piano, a parte le circostanze impreviste in Iran, ha avuto successo. Ma né Putin, né Patrushev, né i creatori del virus né quelli che hanno partecipato allo sviluppo e all’attuazione del piano si aspettavano conseguenze così drammatiche: ha superato le aspettative e si è trasformato in una catastrofe globale. Putin ha avuto paura della vendetta della leadership cinese ed è scomparso nel suo “bunker”, si è isolato, ma poi è peggiorato anche il suo stato di salute.
La parte cinese conosce tutti i dettagli di questa storia? Oggi sì. Scopriremo solo in futuro come la leadership russa pagherà per la sua idiozia. Le trattative con la parte cinese sono in pieno svolgimento. Putin si è un po’ calmato e crede che finché avrà qualcosa da prendere, nessuno lo distruggerà, il che è abbastanza ragionevole.
Il vaccino ideato dagli scienziati è il famoso “Sputnik V”: è stato svililuppato nel 2019. Tutti i partecipanti all’operazione speciale sono stati vaccinati con quel ritrovato, e quando ad aprile-maggio 2020 è diventato chiaro che il virus era pericoloso per tutti, quasi tutta l’intera dirigenza russa era stata vaccinata.
Nel settembre 2019, una bombola di gas è esplosa nell'edificio del laboratorio del Vector State Scientific Center for Virology and Biotechnology, e l'incendio che ne è seguito avrebbe dovrebbe aver distrutto le prove della creazione del virus in questa istituzione.