mario mori marcello dell utri

"I TEMPI NON SONO PIÙ QUELLI DI QUALCHE ANNO FA, IL VENTO DEL GIACOBINISMO SI È AFFIEVOLITO" - "IL GIORNALE" GODE PER IL GIUDIZIO DI APPELLO NEL PROCESSO STATO-MAFIA CHE HA ANNULLATO LE CONDANNE DEGLI IMPUTATI: "OGGI LA MAGISTRATURA CERCA UNA VIA D'USCITA DALLA TRAPPOLA DELL'IDEOLOGIA E LE CORTI SONO MOLTO MENO CONDIZIONATE E CONDIZIONABILI DAI PM. TROPPI SCANDALI. IL SISTEMA PALAMARA. LE CRITICHE DA DESTRA MA ANCHE DA SINISTRA AD UN MODO DISINVOLTO ED AUTOREFERENZIALE DI AMMINISTRARE LA GIUSTIZIA…"

SteZu. per "il Giornale"

 

MARIO MORI

Tabula rasa. Alla roulette dei grandi processi tricolori qualcuno se l'aspettava. C'era già stata l'assoluzione di Calogero Mannino e quella del generale Mori nei cosiddetti processi satellite. Ma nel nostro Paese la scienza giudiziaria ha le sue variabili e quel che è certo può sempre sorprendere. Invece, ecco questo verdetto che - in attesa delle motivazioni - fa a pezzi la sentenza di primo grado e un'indagine che aveva provato a riscrivere un segmento di storia patria. Naturalmente, l'accusa sostiene e sosterrà anche in Cassazione di aver portato fatti e non congetture, ma resta la sostanza: le condanne non ci sono più.

 

E si può anche azzardare che forse i tempi non sono più quelli di qualche anno fa, il vento del giacobinismo si è affievolito. Troppi scandali. Il sistema Palamara. Le critiche da destra ma anche da sinistra ad un modo disinvolto ed autoreferenziale di amministrare la giustizia. «I giudici - ha detto al Giornale Luciano Violante - devono soltanto punire e non riscrivere la storia».

 

luciano violante

Un giudizio sferzante, pronunciato da chi era considerato un tempo il punto di riferimento del mitico partito delle toghe. E invece i Violante, i Cassese, i Nordio hanno fatto scuola: oggi la magistratura cerca una via d'uscita dalla trappola dell'ideologia e le corti sono meno, molto meno condizionate e condizionabili dai pm. La repubblica dei pubblici ministeri è in declino e certe folate girotondine non sono più di moda. Intendiamoci: con ogni probabilità il verdetto di Palermo sarebbe arrivato comunque e sarebbe stato altrettanto tranchant.

 

sabino cassese foto di bacco (2)

Però è altrettanto vero che le sentenze sono figlie del tempo in cui vengono pronunciate e questa è un'epoca inedita, popolata di dubbi, di riflessioni, di distinguo. Qualcuno ritiene che ci sia una minore tensione ideale, ma la capacità di un giudice dev' essere quella di leggere un fatto, non di disegnare un affresco che spetta al sociologo, al giornalista, allo scrittore. C'è del nuovo, o almeno così appare nei canali dell'informazione che amplificano le voci delle minoranze più agguerrite, ma il vecchio non se ne vuole andare.

 

Certi schematismi, se non a orologeria quantomeno tempestivi, funzionano tranquillamente come prima. Siamo alla vigilia delle amministrative e ieri, con disarmante puntualità, ecco addensarsi nubi e ombre sulla testa del candidato presidente del centrodestra per la Calabria, Roberto Occhiuto. Occhiuto è in vantaggio, molto avanti, almeno secondo i sondaggi, ma un quotidiano progressista, Domani, mette in prima pagina i «bonifici sospetti al futuro Presidente della Calabria».

francesco greco e piercamillo davigo

 

L'inchiesta, a quel che si capisce non c'è, c'è semmai in azione l'Antiriciclaggio di Banca d'Italia, ma un avviso di garanzia può sempre arrivare. Prima o dopo un articolo, a macchiare un'immagine o a impigliare una carriera. È dal 1992 almeno, dall'esplosione di Mani pulite, che la politica usa le inchieste per regolare i conti e per mettere in difficoltà avversari e outsider.

 

luca palamara foto di bacco (13)

Luca Palamara ha descritto quelle dinamiche nel suo libro, spiegando che a un certo punto la magistratura associata si era compattata contro Salvini. E aveva deciso di dargli torto, anche quando aveva ragione. La cosa sconvolgente è che ora questa deriva è arrivata fin dentro la magistratura, in un gioco di opposte fazioni. E gli stessi pm di Mani pulite, Francesco Greco e Piercamillo Davigo, sono impegnati alla fine della loro brillante carriera in un non esaltante duello. Il verdetto di Palermo potrebbe segnare una svolta garantista, anche se è presto per trarre conclusioni. Di sicuro una parte dei segreti italiani resta custodita in cassetti inaccessibili, ma altri presunti misteri finiscono nel cestino. Erano solo teoremi senza prove.

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