corno sul lungomare a napoli

LA TAMARRATA DI GIGGINO - IN ARRIVO SUL LUNGOMARE DI NAPOLI UN SUPER CORNO ALTO 60 METRI: L’INSTALLAZIONE (DA 1 MILIONE DI EURO) OSPITERA’ RISTORANTI E NEGOZI - IL SINDACO DE MAGISTRIS LA DIFENDE: “MALOCCHIO NOSTRO TRATTO DISTINTIVO” - MA GIA’ DIVAMPA LA POLEMICA: “PROGETTO INUTILE CHE OFFENDE I VINCOLI URBANISTICI”

Marco Demarco per il “Corriere della Sera”

 

luigi de magistrisluigi de magistris

«Il malocchio, la jella, 'o munaciello, 'a bella 'mbriana, la smorfia: sono solo alcuni degli elementi distintivi delle credenze napoletane». Con queste motivazioni arriva il super corno di Luigi de Magistris, il più alto di tutti i tempi, l' unico panoramico e scalabile. È l' ultimo prodotto di una politica degli eventi che punta all' identità cittadina come a un valore, ma che di fatto l' utilizza - curioso per un sindaco «ribelle» - come una merce. Napoli diventerà così la capitale della scaramanzia. Dopo essere diventata quella delle sagre della pizza e del baccalà sul lungomare. In effetti, avvezza a certe pratiche scaramantiche, la città lo fu anche durante il secolo dei Lumi, quando accarezzare la gobba allo «scartellato» era comunque un modo per umanizzare la fortuna e strapparla al dominio degli dei.

 

LUIGI DE MAGISTRIS LUIGI DE MAGISTRIS

Ma poi tutto ha preso un' altra piega. Fino a quando la scaramanzia non è «scesa» in politica per farla apparire meno verticistica. I cornetti portafortuna di Antonio Bassolino erano noti a tutti, e molti glieli invidiavano anche, almeno fino a quando l' allora sindaco non fu sballottato dal Rinascimento cittadino all' emergenza rifiuti. Anche la compassata Rosa Russo Iervolino, che lo sostituì, ne tirò fuori uno a beneficio delle telecamere la sera del sorteggio tra Napoli e Valencia: bisognava decidere per la Coppa America, ma vinsero gli spagnoli. Di recente, perfino il salernitano Vincenzo De Luca ha stupito tutti sfilandone uno minuscolo dalla giacca e confessando che sì, anche lui talvolta lo strofina: da quando è governatore a Napoli, o anche prima? Chissà.

i cornetti portafortuna di marinellai cornetti portafortuna di marinella

 

Ora, però, tocca al corno del nuovo sindaco, anzi, al Corno con la maiuscola, perché il simbolo passerà dalla dimensione individuale a quella collettiva. Qualcuno dice che la scala architettonica è quella dei giganteschi problemi cittadini: dai bilanci in rosso ai trasporti in affanno. E infatti avrà una base di trenta metri e sarà alto sessanta, venti più dell' albero di Natale dell' anno scorso, e come quello, nello stesso periodo, sarà posizionato sul lungomare, così da essere ben visibile, una volta illuminato, anche da Capri.

 

Il progetto è della Italstage , la stessa azienda che ha realizzato il palco di Vasco Rossi a Modena e che tirerà su quello dei Rolling Stones. Pasquale Aumenta, il patron, lo ha descritto al Corriere del Mezzogiorno . La struttura sarà in ferro e prevederà terrazze sui vari versanti, la più alta a 35 metri. Ci si potrà arrivare con un ascensore, mentre ai piani bassi saranno previsti ristoranti, negozi e spazi per eventi. Il costo? Un milione di euro, ma l' investimento - tutto a carico dell' Italstage - non sembra a rischio, perché l' anno scorso i visitatori furono 220 mila, di cui 71 mila paganti. E dunque alla fine i conti hanno retto. Così come hanno retto i ponteggi, nonostante gli oppositori gufanti. Tant' è che questa volta le obiezioni più che tecniche sono estetiche.

CORNO SUL LUNGOMARE A NAPOLICORNO SUL LUNGOMARE A NAPOLI

 

Firmato dal presidente di Italia Nostra, gira un appello al ministro Dario Franceschini perché blocchi il «mostro». Hanno aderito anche il filosofo Aldo Masullo, il musicologo Paolo Isotta, e lo storico dell' arte Francesco Caglioti. Ma poiché il ministro non si è fatto vivo, uno dei firmatari, l' ingegner Raffaele Aragona, è tornato alla carica ieri sul Mattino . «Sarebbe necessaria - ha scritto - una ribellione delle élite, di tutti coloro che hanno a cuore i valori del paesaggio e invece, ecco un altro progetto inutile, non a beneficio dei cittadini, e che offende i vincoli urbanistici». De Magistris guarda e passa. Gli va bene così: agli altri le élite, a lui il popolo. E sempre più si ispira a Don Gaspar de Haro y Guzmàn, Marchese del Carpio. Era il viceré che introdusse gli apparati effimeri - gli alberi della cuccagna - nelle feste di piazza.

Dario Franceschini  Dario Franceschini CORNO A NAPOLICORNO A NAPOLI

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