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IN GUERRA VACCI TE! - IL CASO DELLA BRIGATA UCRAINA "ANNA DI KIEV": 1700 SOLDATI ADDESTRATI DALLA FRANCIA SI SONO DATI ALLA MACCHIA PER NON ANDARE A COMBATTERE CONTRO LA RUSSIA - GLI ISTRUTTORI DELL'ESERCITO DI PARIGI AVEVANO INSEGNATO AGLI UCRAINI COME MANOVRARE I BLINDATI, COORDINANDOSI CON I CANNONI, MA IN MOLTI SE NE SONO ANDATI PERCHÉ NON VOLEVANO ESSERE CARNE DA MACELLO - A ZELENSKY VIENE CONTESTATO IL PESSIMO FUNZIONAMENTO DELLA MOBILITAZIONE OBBLIGATORIA...

Estratto dell'articolo di Gianluca Di Feo per "La Repubblica"

 

zelensky in pantaloni grigioverdi

Per combattere in una guerra spietata non basta obbedire: bisogna credere. Credere non solo in una causa giusta, ma anche nella possibilità di vincere e nella speranza di sopravvivere. Altrimenti pure il migliore soldato smette di lottare, figuriamoci le reclute che non hanno mai vissuto l’orrore del fronte.

 

È quello che è accaduto all’ultimo reparto creato dall’armata di Kiev e addestrato in Francia: la 155ma Brigata “Anna di Kiev”, nome di una regina francese del Medioevo. Millesettecento uomini su 4.500 si sono dati alla macchia, gettando la divisa: un livello di diserzioni impressionante, che ha aperto un dibattito all’interno del Paese e messo sotto accusa la “mentalità sovietica” dei vertici militari. [...]

 

soldati russi al fronte in ucraina

La “Anna di Kiev” doveva essere un’unità modello. La sua storia inizia alla fine della primavera, con l’ondata di coscritti della leva: uomini con un’età media di quarant’anni, perché tanti ventenni sono scappati all’estero all’inizio dell’invasione, quando non c’era il servizio obbligatorio. In duemila sono stati trasferiti in Francia, dove hanno ricevuto tutti gli equipaggiamenti dalle tende ai fucili, dai mezzi alle radio.

 

Istruttori francesi gli hanno insegnato ad agire come una brigata meccanizzata e andare all’assalto a bordo di 150 blindati Vab, coordinandosi con i cannoni semoventi Caesar e le autoblindo cacciacarri Amx 10. Un’operazione anche d’immagine, per testimoniare la grandeur di Parigi e l’alternativa europea agli aiuti americani: sulla carta, infatti, si trattava di un raggruppamento potente.

 

volontari ucraini 5

Una cinquantina di coscritti sono spariti già in Francia: «Erano liberi di lasciare le caserme», hanno commentato le autorità locali. Nel frattempo dai campi scuola del resto della brigata rimasta in patria, i comandi hanno cominciato a prelevare fanti alla spicciolata, prima ancora che completassero i corsi: li hanno spediti a tappare le falle nelle trincee del Donbass. [...]

 

Si sono sentiti trattati come carne da cannone. E tanti hanno disertato. A novembre sono arrivati i “francesi” e sono stati subito schierati a Pokrovsk, nel cuore della battaglia più dura: sono andati al fronte privi di mezzi e altri 448 si sono imboscati in meno di un mese. Il colonnello della brigata, Dmytro Ryumshin, ha protestato con il quartiere generale e il 15 dicembre è stato rimosso.

 

La vicenda è stata rivelata il primo gennaio da un’inchiesta online del giornalista Yurii Butusov. «I militari della 155a brigata sono diventati ostaggi del progetto di pubbliche relazioni di Zelensky – ha scritto Butusov - . I leader politici e militari hanno agito in modo incompetente e irresponsabile». In Russia cose simili non si possono pubblicare, ma l’Ucraina è una democrazia e il j’accuse ha aperto un dibattito profondo.

 

volontari ucraini 6

Il collettivo di analisti “Frontelligence Insight”, composto da veterani con molto seguito nell’esercito e 200 mila follower su X, è andato oltre, diffondendo una dettagliata analisi sui guasti nella condotta della guerra.

 

«Un piccolo esercito sovietico non può sconfiggere un grande esercito sovietico», è l’incipit che rimarca la necessità di riforme radicali nell’organizzazione bellica. La questione principale è il pessimo funzionamento della mobilitazione obbligatoria: «I ricchi e quelli che hanno relazioni spesso trovano il modo per evitarla, la macchina prende di mira i più vulnerabili: i poveri e quelli che hanno problemi di salute, inclusi molti alcolisti. [...]».

 

volontari ucraini 4

Vengono contestate la mentalità sovietica che spinge a presentare dati falsi sugli organici e sulle capacità dei reparti per non scontentare i superiori; le promozioni decise per affiliazione politica che premiano gli incompetenti; le unità spezzettate per riempire i ranghi gettando nelle trincee specialisti di droni e guerra elettronica, mentre si propaganda la creazione di altre brigate che esistono solo nei comunicati stampa.

 

È un campanello d’allarme senza precedenti, sulla tenuta non solo delle forze armate ma dell’intera società ucraina. L’esempio è quello dei volontari che hanno preso le armi nei giorni dell’invasione e non ricevono tregua: viene sacrificato chi più ha creduto nella difesa della patria. Il rapporto conclude: «Una leadership decisa, un addestramento efficace, una mobilitazione equa, riforme strutturali e una consistente fornitura di armamenti sono le chiavi per il successo. Altrimenti la Russia continuerà a catturare territorio ucraino».

volontari ucraini 3

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