emmanuel cauchy 3

ADDIO AL ‘DOTTOR VERTICALE’! EMMANUEL CAUCHY, PADRE DEL SOCCORSO ALPINO, TRAVOLTO SUL MONTE BIANCO - LA VALANGA DURANTE UN FUORIPISTA – DICEVA: "SCENDERE NEI CREPACCI MI ECCITA, MI PIACE FARE MEDICINA QUANDO È PERICOLOSO. IL FERITO IN QUESTI CASI È PORCELLANA, SI RISCHIA DI UCCIDERLO SCUOTENDOLO APPENA"

Agostino Gramigna per il Corriere della Sera

 

 

EMMANUEL CAUCHY 1

Neanche con la moglie Cécile, un' infermiera, la persona a lui più cara, parlava della morte. Che conosceva molto bene perché se l' era raffigurata più volte dietro ogni singola pietra, roccia, costone di montagna. «La morte» - diceva Emmanuel Cauchy - «fa parte del gioco». Per uno come Cauchy, però, dottore e alpinista, travolto e ucciso ieri da una valanga a Chamonix, mentre sciava, la morte è arrivata come una beffa, lui francese che in montagna ci viveva per lavoro e per sfidare il destino.

 

Era noto Cauchy, il dottore che aveva consacrato la sua vita a salvare quella degli altri sulle vette. Non per amore cristiano o per semplice altruismo, come aveva confessato nei suoi libri e negli articoli che scriveva per i giornali e che firmava con il nome di «Dottore verticale». Era l' adrenalina che lo faceva salire su un elicottero: «Scendere nei crepacci mi eccita, mi piace fare medicina quando è pericoloso».

 

Sentiva il sangue pulsare con più violenza nelle vene quando a bordo di un velivolo s' incuneava tra le fessure di roccia per soccorrere un ferito o quando di fronte ad un corpo in ipotermia bisognava usare tutta la delicatezza di questo mondo: «Il ferito in questi casi è porcellana, si rischia di ucciderlo scuotendolo appena».

 

EMMANUEL CAUCHY 3

Era nato 58 anni fa in Normandia dove il massiccio più alto è di 417 metri. Aveva studiato medicina a Rouen, poi si era trasferito a Chamonix per uno stage in ospedale. Stando in corsia ebbe modo di leggere le statistiche degli incidenti annuali in montagna, 1400 soccorsi di media. Erano gli anni ottanta. Sugli elicotteri salivano solo i soccorritori e si limitavano a legare il ferito.

 

Non c' era il medico. Su impulso di un capo reparto, il giovane dottore germinò l' idea di creare un team di medici in grado di accompagnare i volontari. Nacque la figura del dottore-acrobata. Sull' elicottero ogni secondo vale una vita, la diagnosi va fatta in fretta. Cauchy elogia l' azione: «Sul campo ho imparato tutto, lì ho approfondito le conoscenze sul congelamento, l' ipossia e l' ipotermia». Cauchy, il «verticale», ha partecipato a numerose spedizioni sportive e scientifiche. Ha scalato la vetta sud dell' Everest senza ossigeno nel 1991, è stato in Cile, in Nepal, in Bolivia, in Georgia, e nelle isole Kerguelen.

 

EMMANUEL CAUCHY

Come medico soccorritore in alta quota ha passato più tempo sospeso su un argano o in un crepaccio che nei corridoi di un ospedale. Finché ha iniziato a fare i conti con il tempo. Sotto il tetto del suo chalet una sera confidò a Cécile e ai figli, Alix e Pierre, che le forze diminuivano e che era tempo di lasciare il campo dell' azione. Aveva 45 anni. Realizzò i suoi progetti: l' Istituto per la formazione e la ricerca in medicina di montagna (Ifremmont) e la compagnia di telemedicina di montagna Altidoc.

 

Da vera guida alpina non era tenero con chi rischiava la vita inutilmente in montagna.

Senza però mai giudicare: «Ogni anno salverò giovani alpinisti, non posso urlare contro di loro, ho fatto la stessa cosa, tutti gli alpinisti fanno le stesse cavolate a meno che non abbiano soldi per parare una guida. E chi può affermare di sapere con certezza se un pendio nevoso terrà o meno?».

 

EMMANUEL CAUCHY 6

Ultimi Dagoreport

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…

italo bocchino maria rosaria boccia gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - MARIA ROSARIA BOCCIA COLPISCE ANCORA: L'EX AMANTE DI SANGIULIANO INFIERISCE SU "GENNY DELON" E PRESENTA LE PROVE CHE SBUGIARDANO LA VERSIONE DELL'EX MINISTRO - IL FOTOMONTAGGIO DI SANGIULIANO INCINTO NON ERA UN "PIZZINO" SULLA PRESUNTA GRAVIDANZA DELLA BOCCIA: ERA UN MEME CHE CIRCOLAVA DA TEMPO SU INTERNET (E NON È STATO MESSO IN GIRO DALLA BIONDA POMPEIANA) - E LA TORTA CON LA PRESUNTA ALLUSIONE AL BIMBO MAI NATO? MACCHE', ERA IL DOLCE DI COMPLEANNO DELL'AMICA MARIA PIA LA MALFA - VIDEO: QUANDO ITALO BOCCHINO A "PIAZZAPULITA" DIFENDEVA L'AMICO GENNY, CHE GLI SUGGERIVA TUTTO VIA CHAT IN DIRETTA...

meloni trump

DAGOREPORT - NON SAPPIAMO SE IL BLITZ VOLANTE TRA LE BRACCIA DI TRUMP SARÀ UNA SCONFITTA O UN TRIONFO PER GIORGIA MELONI - QUEL CHE È CERTO È CHE DOPO TALE MISSIONE, POCO ISTITUZIONALE E DEL TUTTO IRRITUALE, LA DUCETTA È DIVENUTA AGLI OCCHI DI BRUXELLES LA CHEERLEADER DEL TRUMPISMO, L’APRIPISTA DELLA TECNODESTRA DI MUSK. ALTRO CHE MEDIATRICE TRA WASHINGTON E L’UE - LA GIORGIA CAMALEONTE, SVANITI I BACINI DI BIDEN, DI FRONTE ALL'IMPREVEDIBILITÀ DEL ''TRUMPISMO MUSK-ALZONE'', È STATA COLTA DAL PANICO. E HA FATTO IL PASSO PIÙ LUNGO DELLA GAMBOTTA VOLANDO IN FLORIDA, GRAZIE ALL'AMICO MUSK - E PER LA SERIE “CIO' CHE SI OTTIENE, SI PAGA”, IL “TESLA DI MINCHIA” HA SUBITO PRESENTATO ALLA REGINETTA DI COATTONIA LA PARCELLA DA 1,5 MILIARDI DI DOLLARI DELLA SUA SPACE X …

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DI CECILIA SALA? BUIO FITTO, PURTROPPO. LA QUESTIONE DELLA LIBERAZIONE DELLA GIORNALISTA ITALIANA SI INGARBUGLIA – IL CASO, SI SA, È LEGATO ALL’ARRESTO DELL’INGEGNERE-SPIONE IRANIANO MOHAMMAD ABEDINI, DI CUI GLI AMERICANI CHIEDONO L’ESTRADIZIONE. L’ITALIA POTREBBE RIFIUTARSI E LA PREMIER NE AVREBBE PARLATO CON TRUMP. A CHE TITOLO, VISTO CHE IL TYCOON NON È ANCORA PRESIDENTE, SUGLI ESTRADATI DECIDE LA MAGISTRATURA E LA “TRATTATIVA” È IN MANO AGLI 007?

elisabetta belloni cecilia sala donald trump joe biden elon musk giorgia meloni

DAGOREPORT – IL 2025 HA PORTATO A GIORGIA MELONI UNA BEFANA ZEPPA DI ROGNE E FALLIMENTI – L’IRRITUALE E GROTTESCO BLITZ TRANSOCEANICO PER SONDARE LA REAZIONE DI TRUMP A UN  RIFIUTO ALL’ESTRADIZIONE NEGLI USA DELL’IRANIANO-SPIONE, SENZA CHIEDERSI SE TALE INCONTRO AVREBBE FATTO GIRARE I CABASISI A BIDEN, FINO AL 20 GENNAIO PRESIDENTE IN CARICA DEGLI STATI UNITI. DI PIÙ: ‘’SLEEPY JOE’’ IL 9 GENNAIO SBARCHERÀ A ROMA PER INCONTRARE IL SANTO PADRE E POI LA DUCETTA. VABBÈ CHE È RIMBAM-BIDEN PERÒ, DI FRONTE A UN TALE SGARBO ISTITUZIONALE, “FUCK YOU!” SARÀ CAPACE ANCORA DI SPARARLO - ECCOLA LA STATISTA DELLA GARBATELLA COSTRETTA A SMENTIRE L’INDISCREZIONE DI UN CONTRATTO DA UN MILIARDO E MEZZO DI EURO CON SPACEX DI MUSK – NON È FINITA: TRA CAPO E COLLO, ARRIVANO LE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI DA CAPA DEI SERVIZI SEGRETI, DECISIONE PRESA DOPO UN DIVERBIO CON MANTOVANO, NATO ATTORNO ALLA VICENDA DI CECILIA SALA…