migranti sfruttati

E LA CHIAMAVANO INTEGRAZIONE - AL SUD DUE CLANDESTINI SU DIECI SONO SFRUTTATI IN NERO PER 5 EURO ALL'ORA: DEGLI OLTRE 60 MILA MIGRANTI ARRIVATI DA GENNAIO SOLO 2.200 SONO STATI RIMPATRIATI. GLI ALTRI CHE FINE FANNO? DELINQUONO, SCAPPANO O SI ARRANGIANO - UN SISTEMA CHE ALIMENTA SOLO LA CRIMINALITÀ, E INTANTO IL GOVERNO AUMENTA I SOLDI IN DOTAZIONE ALLE POLITICHE DI ACCOGLIENZA PER I RICHIEDENTI ASILO...

Chiara Giannini per "il Giornale"

 

immigrati barconi 3

Almeno il 20 per cento degli stranieri irregolari lavora al Sud come bracciante al nero. Un dato che emerge da un rapido calcolo ottenuto analizzando i dati dei vari rapporti annuali. In due anni sono approdati in Italia circa 100mila immigrati clandestini: 34mila nel 2020, 63.062 dal 1 gennaio 2021 a oggi, più 5mila afghani trasportati dalle nostre Forze armate durante l'emergenza in quel Paese.

 

MIGRANTI SFRUTTATI

Ma quanti di questi lavorano e quanti sono stati rimpatriati? Le risposte sono poco confortanti. Partiamo dal numero di coloro che sono stati rispediti nei Paesi di provenienza. Sono stati 2.231 da inizio anno al 15 novembre scorso, ovvero appena il 49,7 per cento dei migranti trattenuti nei centri di rimpatrio (4.489).

 

Nel 2020 furono il 50,89 per cento. Tra i motivi che ne hanno impedito il rimpatrio ci sono l'arresto, l'allontanamento arbitrario, la mancata identificazione o la mancata convalida del fermo da parte dell'autorità giudiziaria allo scadere del termine.

 

immigrati barconi 1

Secondo i dati del Dipartimento della pubblica sicurezza elaborati dal Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, ed esposti durante un recente workshop, su «2.231 rimpatri di quest'anno la maggioranza (71,8%) sono stati effettuati verso la Tunisia con 1.602 persone, 259 verso l'Egitto, 142 verso l'Albania, 53 verso la Romania, 30 verso la Georgia».

 

La maggior parte di chi resta e richiede asilo viene ospitata in uno dei 5mila centri di accoglienza presenti sul territorio nazionale che hanno, secondo quanto riportato sul sito del Viminale, una capienza totale di circa 80mila posti. Queste persone rimangono nei centri, mantenute dallo Stato italiano, per il tempo necessario «per le procedure di accertamento dei relativi requisiti, diversamente, vengono trattenuti in vista dell'espulsione».

 

rimpatrio clandestini

Espulsione che non avviene quasi mai, viste le ingenti difficoltà. Solo il 10/15 per cento alla fine ottiene la protezione internazionale. Peraltro, di recente il governo Draghi ha aumentato la dotazione finanziaria dei capitoli di spesa necessari a sostenere le politiche di accoglienza per i richiedenti asilo.

 

Fino al 2023 potranno essere spesi sino a «100 milioni di euro per rispondere ai bisogni di chi entra nel Paese e richiede protezione». Insomma, i clandestini gravano sulle spalle degli italiani.

rimpatrio clandestini

 

Una volta ottenuta o meno la protezione internazionale, c'è chi si cerca un lavoro. E può accadere come a Foggia, dove centinaia di migranti irregolari vengono sfruttati dai caporali a fronte di un guadagno di non più di 5 euro all'ora per raccogliere frutta o verdura.

 

Un sistema che porta solo degrado, perché laddove non si sia in grado di bloccare l'immigrazione clandestina, si creano inevitabili sacche di criminalità, con gente che bivacca, delinque, si arrangia come può non rispettando le regole. Una situazione vergognosa in quello che dovrebbe essere un Paese civile e che vede costrette le Forze dell'ordine a un super lavoro per bloccare comportamenti illeciti.

 

rimpatrio clandestini

Secondo un recente rapporto governativo, la «popolazione straniera residente in Italia al 1° gennaio 2021 ammontava a 5,036 milioni. Rispetto al 2020, è rimasta sostanzialmente stabile (-4 mila; -0,1%)».

 

A questa, però, vanno aggiunti i circa 600mila irregolari non censiti, molti dei quali lavorano al nero come braccianti nei campi (al Sud almeno il 20 per cento), come badanti o colf. Gli occupati stranieri regolari in Italia, invece, sono attualmente «2,3 milioni, circa il 10% del totale».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...