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“TEMO LA FINE DEL LOCKDOWN: IO E MIO MARITO ABBIAMO RISCOPERTO IL SESSO” – NON TUTTA LA QUARANTENA VIENE PER NUOCERE: IL RACCONTO DI SUZAN CHE RIVELA COME VEDERE SUO MARITO AL LAVORO IN CASA ABBIA RIACCESO LA PASSIONE: “ABBIAMO SVELTINE TRA UNA VIDEOCHIAMATA E L’ALTRA. ALL’INIZIO PENSAVO CHE IL LOCKDOWN AVREBBE UCCISO LA NOSTRA RELAZIONE, MA POI VEDERLO COME LEADER FORTE ALLE PRESE CON PROBLEMI DI LAVORO HA…”

DAGONEWS

 

sesso in cucina

Non tutto il lockdown viene per nuocere. Parola di Suzan che al Daily Mail ha raccontato come trascorrere del tempo in casa con suo marito ha dato un’improvvisa sterzata alla loro vita sessuale che era stata messa in pausa tempo fa.

 

«Ieri, io e mio marito abbiamo avuto una sveltina tra le sue chiamate di lavoro mattutine e le riunioni pomeridiane su Zoom.

 

Ciò significa che il numero dei nostri incontri sessuali di questo mese eclissa quello degli ultimi due anni. Sono una donna che ha trascorso la maggior parte della vita con lo stesso uomo. Quando Michael e io ci siamo incontrati per la prima volta, quasi 30 anni fa, il sesso era un elemento così intrinseco della nostra relazione che nessuno di noi teneva il conto delle volte in cui lo facevamo.

SESSO IN CUCINA

 

Sfortunatamente, a lungo termine, la vita – la carriera, i lavori domestici, i figli – trova il modo di sopprimere l'ardore. Un minuto prima fai i salti mortali, uno dopo ti sembra più eccitante fare la spesa. Era così fino a quando non c’è stato il lockdown. È stato allora che Michael, come tanti impiegati, ha iniziato a lavorare da casa. Un fattore che ha dato una spinta inaspettata alla nostra vita sessuale. Tanto che c'è una parte di me che teme la fine della quarantena.

 

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Non avrei mai immaginato che ciò potesse accadere. Per le prime due settimane, avere Michael in giro tutto il tempo mi dava solo sui nervi. Ma, alla terza settimana, quando ci siamo stabilizzati in una nuova routine, c'è stato un cambiamento: ho iniziato a ricordare ciò che ho trovato così attraente in lui quando abbiamo iniziato a frequentarci.

 

Ascoltarlo durante le chiamate di lavoro, vedere che è un leader forte, guardarlo mentre cammina con l’auricolare per risolvere un problema con un collega mi ha acceso.

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Come la maggior parte delle mogli, normalmente non vedo questo lato dinamico di mio marito. Ma io mi ero innamorata di lui in quella veste visto che ci siamo conosciuti sul posto di lavoro. La quarantena mi ha portato faccia a faccia con la versione di Michael di cui mi sono innamorata 30 anni fa.

 

All'epoca lo trovavo attraente e affascinante, ma c’era qualcosa di più in lui. Era arguto, talentuoso e con idee geniali. Mi sentivo orgogliosa di lui, ma poi le nostre carriere si sono separate e per me è diventato solo il padre dei nostri figli. Le cose che dovevano unirci in realtà ci hanno separato. Non è un caso che all’inizio ho pensato che il lockdown potesse mettere fine alla nostra relazione. E invece c’è stato l’effetto opposto.

 

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Negli ultimi 20 anni, Michael è uscito di casa ogni mattina alla stessa ora, dopo essersi fermato in cucina a bere il suo caffè. Mi ero così abituato alla sua routine e non vedevo più l'uomo dietro quei gesti. Michael beve ancora il suo caffè. Ma ora, lo vedo diverso. È diventato di nuovo interessante e imprevedibile per me; vederlo nella sua veste lavorativa mi ha acceso.

Abbiamo iniziato a flirtare a vicenda a colazione e ci inviamo messaggi provocanti durante le videochiamate. Michael dice che questo cambiamento nel mio atteggiamento ha aumentato la sua fiducia e lo ha fatto sentire più coinvolto nella nostra relazione - l'altro giorno mi ha detto che si sente di nuovo come il mio partner mentre, per anni, il suo ruolo è stato quello di padre.

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Ma adesso c’è un cambiamento all’orizzonte. Con le restrizioni del lockdown che si allentano,  Michael dovrà tornare in ufficio. Gli ho detto: “Ti voglio solo qui, dove so che sei al sicuro. E mi mancherà vederti in giro per casa”. Ma in realtà c'è di più: non voglio smettere di vederlo. Se torniamo a una situazione "normale", mi mancherà l'intimità che abbiamo riscoperto».

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