NO PASDARAN – WASHINGTON RICHIAMA L’ITALIA SUI VOLI EFFETTUATI DALLA COMPAGNIA AEREA IRANIANA “MAHAN AIR”, CHE OPERA A FIUIMCINO E MALPENSA E CHE È STATA SOTTOPOSTA A SANZIONI PERCHÉ “PROVVEDE SOSTEGNO FINANZIARIO E TECNOLOGICO” AI CORPI SCELTI DEI PASDARAN - IN PRATICA I VOLI IN ITALIA VIOLANO LE MISURE IMPOSTE DA WASHINGTON E PURE NOI RISCHIAMO RITORSIONI…
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Gli Stati Uniti hanno chiesto a tutti i Paesi di negare a Mahan Air un ambiente permissivo sul piano operativo, che essa usa in violazione delle norme sull'aviazione civile, per facilitare le attività maligne del regime iraniano». Questo richiamo all'Italia, che il Dipartimento di Stato condivide con La Stampa, riguarda una compagnia aerea della Repubblica islamica sottoposta a sanzioni dagli Usa, perché è accusata di operare in realtà per la Qods Force dell'Islamic Revolutionary Guards Corps.
Di conseguenza il nostro Paese si espone a sua volta al rischio di essere soggetto alle misure di Washington, se non interverrà per bloccare queste operazioni, come peraltro hanno già fatto la Germania nel gennaio scorso e la Francia in marzo. Mahan è una compagnia civile che opera il volo W5140 su Fiumicino, e il volo W5110 su Malpensa, pubblicizzati anche su internet. Il 12 ottobre del 2011 il Treasury Department l'ha sottoposta a sanzioni in base all'Executive Order 13224, perché «provvede sostegno finanziario, materiale e tecnologico alla Qods Force del’islamic Revolutionary Guards Corps».
In altre parole, è un braccio operativo dei corpi scelti dei pasdaran. Gli americani l'accusano di aver trasportato combattenti stranieri nei Paesi del Medio Oriente, armi e fondi. Mahan è stata usata anche da Qasem Soleimani, potente capo della Qods Force, e gli Usa hanno pubblicato le foto dei suoi aerei che riportavano in Iran i cadaveri dei combattenti della Fatemiyoun Division uccisi in Siria.
L'accordo nucleare JCPOA aveva portato all'annullamento delle sanzioni americane, ma l'8 maggio del 2018 il presidente Trump ha cessato la partecipazione all'intesa, e di conseguenza le sanzioni sono tornate in vigore. Ciò significa che i voli di Mahar' in Italia violano le misure imposte da Washington. La Stampa aveva chiesto un chiarimento su questo punto al dipartimento di Stato prima dell'inizio del G7 di Biarritz, con cui domandavamo se Roma si esponeva a sua volta alle ritorsioni americane, collaborando con una compagnia sottoposta a sanzioni. Lunedì sera abbiamo ricevuto la risposta.
Come prima cosa, un portavoce del Dipartimento di Stato ha fatto questa dichiarazione: «Gli Stati Uniti hanno chiesto a tutti i Paesi di negare a Mahan Air un ambiente permissivo sul piano operativo, che essa usa in violazione delle norme sull'aviazione civile, per facilitare le attività maligne del regime iraniano».
Considerando che la domanda riguardava in maniera specifica il comportamento dell'Italia nei confronti della compagnia aerea iraniana, si tratta di un chiaro richiamo alla richiesta già fatta nei mesi scorsi per sospendere i voli. Quanto alle potenziali conseguenze, Foggy Bottom rimanda alla nota pubblicata il 23 luglio scorso dall'Office of Foreign Assets Control dello US Department of Treasury, intitolata «Deceptive Practices by Iran with respect to the Civil Aviation Industry».
Quel documento avvertiva che «le parti dell'industria dell'aviazione civile che si impegnano o so-stengono il trasferimento non autorizzato di aerei e beni originati negli Usa, tecnologia, o servizi all'Iran, o che conducono attività con le linee aeree iraniane designate, rischiano sanzioni da parte dell'OFAC». L'Italia non era citata esplicitamente, ma ora la dichiarazione del Dipartimento di Stato chiarisce che collaborando con Mahan si espone alle misure.