“NOTTI MAGICHE? NON VOLEVO SCRIVERLA” – EDOARDO BENNATO RIVELA A “LEGGO” LA GENESI DELL’INNO DI ‘ITALIA 90’: “QUANDO IL MIO AMICO FRANCO DE LUCIA DISSE ‘GUARDA CHE CATERINA CASELLI E GIANNA NANNINI VORREBBERO DA TE IL TESTO PER L’INNO DEI MONDIALI GLI RISPOSI…” – PIZZUL: “SI ERA CREATO UN CLIMA DI FESTA, DI ENTUSIASMO. QUELLA CANZONE TRASCINAVA E CI FU UN’ADESIONE TOTALE DELL’ITALIA…” - VIDEO
1 – «NON VOLEVO SCRIVERE L'INNO DI ITALIA 90, MA POI FU LA CHIAVE PER SUONARE CON BB KING»
Testo di Edoardo Bennato pubblicato da “Leggo”
edoardo bennato alla cerimonia di apertura di italia 90 1
La grande attesa e poi la delusione. Ma quella dei Mondiali del ‘90 era un’Italia da paradiso se confrontata con l’inferno del 2020. Una realtà che però non può essere questa, come nella canzone ideata insieme a mio fratello Eugenio.
“Notti magiche” non volevo neppure scriverla. Quando il mio amico Franco De Lucia disse “guarda che Caterina Caselli e Gianna Nannini vorrebbero da te il testo della canzone che sarà l’inno dei Mondiali di calcio”, gli risposi: «Ma sei pazzo?».
gianna nannini e edoardo bennato cerimonia di apertura di italia 90 1
Cantavo e scrivevo senza manager e produttori, ero sempre in antitesi. Facevo tutto da solo. Vivevo circondato dagli amici del cortile, nel quartiere napoletano di Bagnoli - sotto l’Italsider - c’erano persone di tutti gli accenti. Non avvertivo la contrapposizione Nord-Sud, ero libero di ridicolizzare tutti. Venni perfino “licenziato” dalla casa discografica dopo l’album “Non farti cadere le braccia” e iniziai a suonare per strada con armonica, tamburo e chitarra. Un’area politicizzata mi elesse idolo dell’insoddisfazione giovanile in Italia. Ero convinto che “Notti magiche” non me l’avrebbero perdonata, ma Caterina Caselli e Gianna Nannini mi convinsero.
Al Festival blues di Pistoia, qualcuno mi propose per un duetto con un “mostro sacro” come BB King. «E chist chi è?», disse BB King. «Bennato. Ha scritto l’inno dei Mondiali di calcio». “Notti magiche” fu il passepartout, suonai con lui. Mesi dopo, BB King eseguì con me - sempre dal vivo - addirittura “Signor Censore” e alla fine della canzone mi disse: «You can play the blues», puoi suonare il blues.
Ora come allora il calcio è l’autentico aggregatore dell’Italia. Certo, negli anni Novanta non avevo internet e neppure uno smartphone tra le mani, uno strumento così potente che sembra si possa fare tutto. Sembra, perché la globalizzazione tiene tutti sotto scacco, tutti imbavagliati. Ma il futuro mi intriga, sono ottimista. La realtà non può essere questa.
gianna nannini e edoardo bennato cerimonia di apertura di italia 90
2 – BRUNO PIZZUL RACCONTA: «ITALIA 90 INDIMENTICABILE NONOSTANTE L'ARGENTINA. IL CALCIO ITALIANO ERA SUPER, OGGI JUVE FAVORITA, MA ATTENTI ALLA LAZIO»
Massimo Sarti per "Leggo"
gianna nannini alla cerimonia di apertura di italia 90 1
È stato la voce delle notti magiche di Italia '90. Un intero Paese ha sperato di sentire la fatidica frase “Campioni del Mondo” da Bruno Pizzul. Che mai però ebbe il privilegio di poterla pronunciare, a differenza del predecessore Nando Martellini nel 1982 e dei successori Marco Civoli (Rai) e Fabio Caressa (Sky) nel 2006. Il tutto, 30 anni fa, per colpa di quella maledetta semifinale di Napoli contro l'Argentina di Maradona. L'ennesimo gol dello spiritato Schillaci, il pareggio di Caniggia con l'uscita avventata di Zenga, la beffa ai rigori per gli errori di Donadoni e Serena. L'82enne giornalista friulano resta oggi amatissimo dalla gente. E proprio la gente delle notti magiche fu davvero speciale. In contrasto evidentissimo con il clima nel quale obbligatoriamente dovrà riprendere il calcio dopo lo stop per il Coronavirus. Pizzul ci ha aperto prima lo scrigno della memoria, per poi analizzare un presente complesso.
Italia '90 non portò gli azzurri a conquistare il Mondiale, ma quelle notti furono davvero magiche per la partecipazione popolare. Quali sono i suoi ricordi?
Non fu magica la notte disgraziata della semifinale di Napoli per il risultato, ma le altre sì. Non solo perché l'Italia dava la sensazione, vincendo, di potersi aggiudicare quel Mondiale. Si era creato un clima di festa, di entusiasmo, che coinvolse davvero tutto il Paese.
I tricolori sui balconi, la canzone di Gianna Nannini ed Edoardo Bennato che trascinava, ci fu un'adesione pressoché totale dell'Italia, a testimonianza ulteriore della popolarità straordinaria del calcio. Tutti ci riconoscevamo in quel Mondiale, ne eravamo orgogliosi. Anche se ci furono prese di posizione abbastanza particolari secondo le quali i Mondiali stavano attirando troppe attenzioni mediatiche. Ci fu, ricordo, chi si ritirò a Capalbio (località toscana in provincia di Grosseto, ndr) dove non si doveva parlare di calcio. Una posizione snobistica, se vogliamo, di fronte allo tsunami che furono quei Mondiali.
edoardo bennato alla cerimonia di apertura di italia 90
Un ricordo che stride con il calcio che in Italia sta per ripartire dopo la pandemia. Forzatamente senza pubblico.
La partita a porte chiuse sembra più un simulacro di partita. E gli stessi calciatori a volte appaiono proprio spaesati. Con la ripresa del campionato tedesco si è sottolineato la straordinaria partecipazione degli spettatori davanti alle televisioni, ma spesso le gare senza pubblico sono risultate noiosette. Adesso si paventa la possibilità che gli stadi per la seconda parte di questa fine di campionato in Italia possano essere aperti parzialmente. Io resterei prudente, in particolare in alcune zone del Paese dove la situazione ancora non è del tutto sotto controllo. Prima la salute. Però è giusto ripartire con il calcio, per provare a dare altri segnali di normalità. Ed anche i numeri della pandemia, cui peraltro non tutti credono, lo permettono. Certo, gli ostacoli non mancano. Soprattutto dovesse restare la quarantena obbligatoria per l'intero gruppo di squadra e staff in caso di un nuovo contagio. Il completamento per intero del campionato sarebbe messo a serissimo pregiudizio.
L'avvicinamento a questa ripresa del calcio è stato però quanto meno tormentato...
gianna nannini alla cerimonia di apertura di italia 90 1
Di fronte a una situazione eccezionale ed inattesa come quella del virus, era forse quasi inevitabile. Però abbiamo assistito a prese di posizione e modi di comunicare contraddittori da parte delle varie autorità: calcistiche, scientifiche e politiche. Ribadisco, speriamo che la ripresa avvenga in maniera accettabile e credo che per la A e la B sarà così. È invece ancora tutto in alto mare per la C e per il calcio dilettantistico, dove c'è la preoccupazione della sparizione di tantissime società, anche per le spese da sostenere per assicurare le tutele per la salute dopo questa epidemia.
La Juventus resta favorita per lo scudetto? La Lazio può tentare il colpaccio?
La Lazio deve provare a fare il colpaccio, anche se ritengo che la Juventus rimanga leggermente avvantaggiata, non tanto per il punticino che ha in più in classifica, quanto per la maggiore abitudine ad affrontare determinati tipi di situazione.
L'Inter è fuori causa per il vertice?
Per lo scudetto sì. E deve stare attenta a non perdere anche le posizioni che valgono la Champions, sportivamente sarebbe una tragedia. Ha un vantaggio che le dovrebbe assicurare una certa tranquillità, ma l'Inter storicamente è capace di qualsiasi cosa, nel bene e nel male.
L'Atalanta può sognare ancora di fare strada nella Champions League di agosto, dopo che Bergamo è stata al centro del dramma Coronavirus?
L'Atalanta, oltre a ottenere risultati straordinari, è stata sovente capace di unire l'utile al bel gioco e questo in generale non sempre succede. Si è attirata tante simpatie da parte della gente. Bergamo è stata poi al centro di una vera e propria emergenza. E tutti quei lutti non potranno essere sottaciuti.
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Da una parte altri successi dell'Atalanta potrebbero portare gioia ad una città e ad una provincia ferite. Ma proprio il rispetto per i tanti lutti è uno dei motivi che hanno spinto gli ultras dell'Atalanta a protestare contro la ripartenza.
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Oltre a questo i tifosi dell'Atalanta sottolineano che senza la loro presenza lo stesso calcio della Dea non avrebbe senso. Una posizione condivisa da molte tifoserie. Anche qui in Friuli i sostenitori dell'Udinese si sono dichiarati nettamente contrari alla ripresa a porte chiuse. La situazione è complessa e ricca di contraddizioni. Ma d'altra parte, prima che si arrivasse alla decisione di riprendere a giocare, le stesse società di calcio hanno espresso opinioni diversificate.