ITALIA ALLA FAME: DISPERATI ALL’ASSALTO DELLE CASSETTE DELLE ELEMOSINE

Erika Dellacasa per "Il Corriere della Sera"

L'ultimo caso? Venerdì mattina alle 10 e mezza. Don Valentino non ci ha pensato due volte ed è corso fuori dalla chiesa di Sturla, dietro il ladro: «Ridammi la busta con i 50 euro» gli ha intimato. L'uomo, noto per essere un violento, ha cercato di negare: «Non ho preso niente». «Non ci sono andato per il sottile - racconta il sacerdote genovese - e così lui ha tirato fuori i soldi che aveva preso dalla cassetta delle elemosine. Rubare ai poveri! Che vergogna! La busta non l'aveva più. L'aveva stracciata. Ma mi ha ridato i 50 euro».

Il sacerdote ha rischiato una reazione spiacevole. «Lo so, ma se non si fa così non si ottiene niente. Voglio che chi viene in chiesa si senta tranquillo, sicuro, non derubato. Lo dico sempre: venite, chiedete e vi darò quel che posso, chi prende senza chiedere trova la porta chiusa». I furti delle elemosine sono ormai una costante, in preoccupante aumento. Quei 50 euro poi - un'offerta per Pasqua - rappresentano un'eccezione perché le elemosine sono sempre più esigue. Due facce della crisi.

Don Valentino ricorda quando ha sorpreso un tizio con le mani nella cassetta delle offerte («aveva tirato su 5 euro con uno spaghetto con lo scotch biadesivo in fondo») o quando solo quattro giorni fa un energumeno ha insultato una volontaria che, avendone intuito le intenzioni, gli si era avvicinata. I volontari.

Nelle chiese genovesi li chiamano custodi. In maggioranza pensionati e casalinghe, stanno in chiesa qualche ora, cambiano i fiori, guardano che tutto sia in ordine e nel frattempo tengono d'occhio chi si avvicina senza motivo alla cassetta delle offerte.
L'anno scorso il parroco di Santa Zita, don Francesco Pedemonte, esasperato dai furti, aveva pensato di inquadrare i suoi custodi quasi come vigilantes, con turni precisi dalle 7 alle 19, per coprire l'orario di apertura della chiesa e con tanto di pettorina di identificazione: «Non solo rubano le offerte ma spariscono perfino le borsette durante la Comunione. Così non si può andare avanti».

Ma, spiega don Pedemonte, «i vigili urbani mi hanno detto che le pettorine non le possiamo usare perché si violerebbe una norma sulla vigilanza. Ma mi hanno consentito di mandare i volontari con un giubbottino rosso per identificarli durante le processioni per il controllo anti-furto».

Per un don Valentino che rincorre il malintenzionato molti sono i sacerdoti anziani. Vorrebbero risolvere la situazione senza ricorrere ai carabinieri ma non sempre è possibile. Il 14 marzo due cinquantenni slavi sono stati sorpresi nella chiesa di San Quirico mentre trafficavano con un metro flessibile, che può terminare con una piccola calamita per le monete o con scotch e colla per le banconote. I due avevano recuperato due euro.

Sono stati condannati per direttissima a 20 giorni di detenzione e 50 euro di multa. Avevano precedenti per altri furti in chiesa. «Ma non ho chiamato io i carabinieri» dice il parroco.

«C'è una disperazione dilagante - riflette don Valentino - di cui non ci si rende ancora conto. E le chiese sono obiettivi facili, le cassette delle offerte sono a portata di mano. I responsabili dei furti sono stranieri o italiani, non c'è differenza».

Don Silvio Grilli, direttore del settimanale cattolico «Il Cittadino» non vuole drammatizzare: «Chi pesca nella cassetta delle offerte c'è sempre stato - dice - oggi con la crisi la tentazione è più diffusa. Quello che è importante tuttavia non sono le poche decine di euro delle offerte ma l'incolumità dei parroci e delle persone che custodiscono la chiesa, insieme alla tutela del patrimonio artistico e degli oggetti sacri».

Chi detiene il record dei furti è il santuario di Coronata, nelle alture di Genova. Dieci furti in due mesi. Nel frattempo è cambiato il parroco. E a Pasqua i ladri gli hanno dato il benvenuto forzando il portone con una barra di ferro: si sono portati via 1.300 euro dalla chiesa e 500 dall'abitazione del parroco, don Domenico Bergamo. «Molti danni - dice il parroco - per portare via poca cosa. Ma noi anziani, qui, in questo grande complesso, ci sentiamo indifesi».

 

PARROCO DENUNCIA FURTI IN CHIESA FURTO NELLA CASSETTA DELLE OFFERTE IN CHIESA CASSETTA DELLE OFFERTE IN CHIESA OFFERTE IN CHIESA

Ultimi Dagoreport

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…

ignazio la russa giorgia meloni daniela santanche lucio malan

DAGOREPORT - DANIELA SANTANCHÈ A FINE CORSA? IL CAPOGRUPPO DI FDI IN SENATO, LUCIO MALAN, È A PALAZZO CHIGI E POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO MINISTRO DEL TURISMO, AL POSTO DELLA “PITONESSA” – IERI L’INCONTRO TRA IGNAZIO LA RUSSA E GIORGIA MELONI: LA DUCETTA POTREBBE AVER CHIESTO AL PRESIDENTE DEL SENATO, IN QUANTO AVVOCATO DELL’IMPRENDITRICE, RASSICURAZIONI SULLA SENTENZA DI PRIMO GRADO. LA RISPOSTA? CARA GIORGIA, NON TI POSSO GARANTIRE NIENTE. COME SAI, LA LEGGE PER I NEMICI SI APPLICA, E PER GLI AMICI SI INTERPRETA. MORALE DELLA FAVA: LA “SANTA” HA UN PIEDE E MEZZO FUORI DAL MINISTERO - LA SMENTITA DI PALAZZO CHIGI