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I PARACULI DEI “PARADISE PAPERS”/ 3 - JEREMY CORBYN SCOMPIGLIA LA COFANA DELLA REGINA ELISABETTA: “SI SCUSI PER GLI INVESTIMENTI IN SOCIETÀ OFFSHORE. E DOVREBBE RICONOSCERE QUELLO CHE STA FACENDO ALLA NOSTRA SOCIETÀ PERCHE’ DANNEGGIA SCUOLE, OSPEDALI E I SERVIZI PUBBLICI”
Cristina Marconi per “il Messaggero”
Da Buckingham Palace, come previsto, nessun commento. Ma la rivelazione emersa dai cosiddetti Panama Papers che dieci milioni di sterline dei fondi di Elisabetta II sono stati investiti in società offshore ha suscitato un'ondata di indignazione culminata nelle dichiarazioni del leader laburista Jeremy Corbyn, secondo cui chi cerca di evadere le tasse «dovrebbe non solo scusarsi, ma riconoscere quello che sta facendo alla nostra società», perché danneggia «scuole, ospedali e tutti i servizi pubblici».
LA SMORFIA DELLA REGINA ELISABETTA
Parole dure, che il portavoce di Corbyn ha subito voluto ridimensionare: il leader laburista «non ha chiesto alla regina di scusarsi». Molto più morbida la premier Theresa May, che non ha voluto impegnarsi ad istituire un registro pubblico delle società offshore, sottolineando come le misure già in atto stiano creando maggiore trasparenza.
Ma la notizia che oltre alla regina anche altre personalità di spicco come il donatore conservatore Lord Ashcroft e il pilota di Formula 1 Lewis Hamilton abbiano usufruito di paradisi fiscali - quest'ultimo di uno ben poco esotico come l'Isola di Man, grazie alla cui legislazione ha evaso i 3,3 milioni di sterline di Iva sul suo jet privato Bombardier da 16,5 milioni - è destinata a lasciare il segno, in un'opinione pubblica che sta assistendo al susseguirsi di scandali a tutti i livelli.
il principe filippo e la regina elisabetta
Le finanze della regina sono gestite dal Ducato di Lancaster, che esiste da 750 anni e che dal gestire terre e beni ereditati ora ha per le mani un portafoglio di asset da 519 milioni di sterline, per il Financial Times circa il 10% del suo patrimonio totale. Di questi, 10 milioni sono stati investiti in due fondi offshore, uno alle Bermuda e uno alle Cayman, ed è qui che iniziano i problemi per Elisabetta.
LA POLEMICA
A rendere più indigesto il suo coinvolgimento c'è il fatto che una piccola somma - la quota non raggiunge neppure 4mila euro - sia investita in una catena di negozi, la Brighthouse, che vende mobili a rate a chi non si può permettere di pagare anticipi, col risultato che chi è costretto a ricorrervi finisce con lo spendere somme astronomiche, molto più alte del reale valore dell'oggetto. Una società che ora ha sede in Lussemburgo e a cui recentemente è stato ordinato di pagare 14,8 milioni di sterline di compensazione per i suoi 249mila clienti.
Il Ducato di Lancaster ha fatto sapere che la regina non gestisce personalmente l'insieme dei suoi investimenti, da cui l'anno scorso ha guadagnato 19,2 milioni di sterline, e ha puntualizzato che «tutti sono pienamente controllati e legittimi».
In un paese in cui lo slancio repubblicano sembra essersi sopito e che ama la sua regina tanto più in un momento di confusione nazionale come quella seguita alla Brexit, Corbyn non è stato l'unico politico a esprimere frustrazione. Leanne Wood, leader del partito indipendentista gallese Plaid Cymru, ha definito la vicenda «vergognosa» e ha sottolineato come ai contribuenti non dovrebbe essere chiesto di pagare il restauro di Buckingham Palace - una faccenda da 370 milioni di sterline - visto che «la famiglia è già abbastanza ricca». La regina paga le tasse su base volontaria dal 1992, ma non si sa quante ne paghi effettivamente.