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JIHAD IN MINNESOTA, OTTO PERSONE ACCOLTELLATE IN UN CENTRO COMMERCIALE DI ST. CLOUD, L’ISIS RIVENDICA - L’ASSALITORE, UN AMERICANO DI ORIGINI SOMALE, UCCISO DALL’EX CAPO DELLA POLIZIA - “L’ATTENTATORE INNEGGIAVA AD ALLAH PRIMA DI COLPIRE” - IL CALIFFATO: “ERA UN NOSTRO SOLDATO”

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Arturo Zampaglione per “la Repubblica”

 

A differenza delle due pentole-bombe di Manhattan — «che nessuno ha rivendicato e di cui non si conoscono le vere motivazioni», come ha detto il sindaco di New York, Bill De Blasio — l’Is ha fatto sapere, attraverso un’agenzia di stampa legata al Califfato, che il responsabile dell’attacco avvenuto alla stessa ora di sabato nel Minnesota, con il ferimento di otto persone, era «un soldato dello Stato Islamico» e che la sua azione era diretta contro «i cittadini dei paesi della coalizione dei crociati ».

 

L’attentatore, che indossava una divisa delle guardie giurate, è entrato vero le otto e un quarto di sera al Crossroad center, un centro commerciale di St. Cloud, una tranquilla cittadina di 70mila abitanti nel centro dello stato del Minnesota. Lì, nei locali di Macy’s, ha estratto un lungo coltello e, inneggiando ad Allah, ha cominciato a colpire forsennatamente i passanti. 

 

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Chiedeva se fossero musulmani, prima di infilare la lama. Attratto dalle urla di panico, un ex-capo della polizia di Albany, che si trovava lì per caso, si è precipitato sul posto, ha intimato inutilmente all’assalitore di posare il coltello e poi gli ha sparato tre colpi, uccidendolo sul colpo. Tutto è durato, dall’inizio alla fine, solo cinque minuti.

 

I nove feriti sono stati trasportati d’urgenza all’ospedale di St. Cloud, ma tutti sono stati rilasciati, tranne tre, più gravi, che restano ricoverati: «Anche se non sono in pericolo di vita», ha precisato il sindaco Dave Kleis, ringraziando per il suo «eroismo » l’uomo che ha fermato l’attentatore prima che spargesse altro sangue.

 

La coincidenza degli episodi del Minnesota, di New York e dell’altra esplosione di sabato pomeriggio nel New Jersey ha fatto pensare in un primo momento a un’azione coordinata di gruppi terroristi. Ma le indagini condotte finora sembrano smentire questa ipotesi, o almeno un collegamento con i fatti di St. Cloud. «Nel nostro caso», ha detto il capo della polizia del Minnesota, Blair Anderson, «riteniamo che si sia trattato dell’azione di un lupo solitario. Non conosciamo i veri motivi della sua azione, né abbiamo ancora scoperto alcun suo contatto con altri gruppi».

 

E le rivendicazioni dell’Isis? Per bocca di Richard Thornton l’Fbi si limita a dire che proseguono le indagini per «presunto terrorismo», facendo capire che non vuole sbilanciarsi troppo nella speranza di trovare eventuali complici. Il presunto “soldato” del Minnesota — secondo quanto ha riferito Anderson, il capo della polizia — era già stato schedato, ma solo per banali infrazioni al codice stradale.

 

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D’altra parte, a differenza di Manhattan, si conosce il responsabile dell’attacco del Minnesota, anche se è morto: è uno studente 22enne americano di origini somale. L’inchiesta partirà da lì: dalla sua identità, dalla sua storia, dalla sua abitazione, che è già stata perquisita, assieme ad un’altra casa nella città.

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