FERMI TUTTI! - L’82ENNE JOE BEVILACQUA, CHE HA RIVELATO DI ESSERE “ZODIAC” E IL MOSTRO DI FIRENZE, E’ STATO L’UNICO TESTIMONE OCULARE CHE DISSE DI AVER VISTO PIETRO PACCIANI AGGIRARSI DALLE PARTI DEGLI SCOPETI, IL LUOGO IN CUI NEL 1985 ERANO STATI UCCISI NADINE MAURIOT E JEAN-MICHEL KRAVEICHVILI, LE ULTIME DUE VITTIME DEL MOSTRO - AL PROCESSO DEL 1994 BEVILACQUA SI PRESENTÒ COME FUNZIONARIO DEL GOVERNO AMERICANO E DISSE…
GIUSEPPE BEVILACQUA - DEPOSIZIONE DEL 06 GIUGNO 1994 - PRIMA PARTE
http://insufficienzadiprove.blogspot.com/2011/07/giuseppe-bevilacqua-deposizione-del-06.html?m=1
GIUSEPPE BEVILACQUA - DEPOSIZIONE DEL 06 GIUGNO 1994 - SECONDA PARTE
http://insufficienzadiprove.blogspot.com/2011/07/giuseppe-bevilacqua-deposizione-del-06_13.html
1 - MOSTRO, CACCIA AL DNA SUI BOSSOLI DEI DELITTI
Stefano Brogioni per https://www.lanazione.it
LA POLIZIA SU UNO DEI LUOGHI DEL DELITTO DEL MOSTRO DI FIRENZE
A un anno esatto dall’iscrizione sul registro degli indagati dell’ex legionario di Prato Giampiero Vigilanti, 88 anni a novembre, e del suo medico, Francesco Caccamo, 87, la procura di Firenze ha chiesto al gip una proroga delle indagini. Ovvero, un altro anno a disposizione degli inquirenti per riscontrare ciò che sia possibile riscontrare sul passato delle due persone sotto inchiesta, ma soprattutto per attendere l’esito di una vastissima perizia scientifica sui reperti a disposizione, su cui un super consulente sta cercando di isolare ogni dna presente.
IL CASO DEL MOSTRO DI FIRENZE - GIAMPIERO VIGILANTI
L’accertamento non è facile. Tutt’altro. Il “campionario” è vario, anche se gran parte del materiale analizzabile (tenuto conto dello stato di conservazione) è relativo all’ultimo delitto, quello degli Scopeti. C’è la tenda dei francesi, ci sono le buste inviate ai magistrati (compresa quella con il lembo di seno di Nadine Mauriot), c’è quel fazzolettino insanguinato che una coppia di Prato rinvenne, assieme a dei guanti da chirurgo, in un cespuglio vicino alla piazzola e consegnò ai carabinieri di San Casciano.
Ma la speranza è principalmente riposta nei bossoli sparati nei sedici duplici omicidi che hanno insanguinato i dintorni di Firenze per diciassette anni, tra il 1968 e il 1985. Quelle cartucce Winchester serie H sono state maneggiate, con ragionevole certezza, da chi ha caricato la Beretta calibro 22, l’arma mai ritrovata. Su questi bossoli non è scontato che possano ancora trovarsi tracce utili per un’eventuale comparazione: colpa del tempo e forse anche della ‘manutenzione’. Ma gli investigatori ci provano.
Purtroppo, le tecniche investigative dei tempi dei delitti non erano quelle attuali. E le cautele che si adottano oggi nell’isolare la scena del crimine o nella conservazione dei corpi di reato non sono nemmeno equiparabili a come gli addetti ai lavori si muovevano all’epoca. La comparazione di eventuali profili isolati, comunque, non si limita ai due attuali indagati: la procura è in possesso anche dei dna di Pietro Pacciani e dei ‘compagni di merende’ Giancarlo Lotti e Mario Vanni, tutti ormai defunti ma condannati in via definitiva per gli ultimi quattro duplici omicidi del mostro di Firenze.
i delitti del mostro di firenze
La prova del dna, dunque, potrebbe rivelarsi un check up completo ad anni ed anni di indagini e sentenze che continuano a far discutere. Il primo a nutrire dei dubbi è stato proprio l’avvocato Vieri Adriani, il legale delle vittime francesi che con il suo esposto ha acceso i riflettori su tanti aspetti mai esplorati prima.
«Il procedimento penale scaturito da una richiesta di accertamenti presentata nel 2013 su alcuni aspetti irrisolti – dice Adriani – mira a ricostruire fatti e responsabilità ulteriori rispetto a quanto finora accertato con sentenze passate in giudicato e prescinde da qualunque scenario magico-esoterico». E al termine di questa proroga, cosa succederà? Il procuratore aggiunto, Luca Turco, erede del fascicolo mai chiuso dal collega Paolo Canessa, sarà davanti a un bivio: chiedere il rinvio a giudizio (anche scindendo le due posizioni) oppure chiedere l’archiviazione. A decidere sarà comunque un giudice.
gli omicidi del mostro di firenze
2 - ZODIAC E IL MOSTRO DI FIRENZE ORA SI MUOVONO I GIUDICI USA
Edoardo Montolli per “il Giornale”
Disse che non lo avrebbero mai preso se non lo avesse deciso lui. E aveva ragione: Zodiac, il serial killer più ricercato d' America, irrise la polizia, la sfidò con lettere in cui rivendicava i delitti, fu nel mirino di centinaia di esperti. Ma nessuno riuscì mai a identificarlo. Né a decifrare i messaggi in codice che dovevano contenerne la firma.
Oggi che un sedicente Zodiac è venuto allo scoperto con il racconto al giornalista Francesco Amicone pubblicato dal Giornale i pezzi del puzzle della più incredibile delle verità cominciano a incastrarsi. La «confessione» è in mano ai giudici italiani ma è dall' America che arriva il segnale che la notizia che apparentemente sembra una clamorosa bufala assume lentamente i crismi dello scoop del secolo.
L' inchiesta del Giornale infatti è diventata virale, specie su Reddit - tra i più importanti siti di informazione americana - e sui principali social Usa, dove Zodiac è il mito nero cui continuare a dare la caccia. E potenza della rete, il nome è emerso presto finendo direttamente su Wikipedia e affollando i forum sul mostro di Firenze. Sono uscite anche sue foto di quando stava nella polizia criminale. Segno che della vicenda di Zodiac si stanno già interessando i giudici americani.
La storia: Zodiac colpì tra il Nevada e la California alla fine degli anni Sessanta. Agli investigatori scrisse che da lì in avanti avrebbe mutilato le donne uccise. Poi sparì per sempre. Il sedicente Zodiac dice di aver continuato a uccidere in Italia e si attribuisce anche la paternità degli omicidi compiuti dal Mostro di Firenze.
pietro pacciani circondato dai carabinieri
Secondo l'inchiesta di Amicone pubblicata dal Giornale l'uomo si sarebbe infatti trasferito in Italia. E sarebbe l'uomo che Mario Vanni, il postino dei compagni di merende, identificò in tale Ulisse, in una conversazione intercettata del 2003 con l' amico Lorenzo Nesi: «È stato nero, Ulisse, l'americano. È stato lui che li ha ammazzati tutti e 16, quella belva feroce».
In effetti la Beretta del Mostro colpì una prima volta nel 1968. E le altre sette dal 1974 al 1985. Il profilo risponderebbe al nome di Joe (o Giuseppe) Bevilacqua, 82 anni, nativo del New Jersey e - particolare agghiacciante - unico testimone oculare che disse di aver visto Pietro Pacciani aggirarsi dalle parti degli Scopeti, il luogo in cui nel 1985 erano stati uccisi Nadine Mauriot e Jean-Michel Kraveichvili, le ultime due vittime del mostro.
Al processo del 1994 Bevilacqua si presentò come funzionario del governo americano e rifiutò le riprese tv. Ricordò di aver visto la coppia due-tre giorni prima della mattanza. E aggiunse: «Sì, la notizia dell' omicidio dei due francesi l' ho sentita al giornale radio la mattina dopo alle sei e trenta, perché io normalmente metto la radio a quell' ora per sentire il notiziario, perché è quella l' ora in cui io andavo a lavorare».
Ma non poteva essere andata così. Perché i corpi vennero ritrovati diverse ore più tardi. Disse anche che nel 1968 si trovava in Italia. Dal 1974 poi divenne responsabile del Florence American Cemetery and Memorial, il cimitero americano militare dei Falciani a Firenze. Ma la cosa più importante è che proprio Bevilacqua avrebbe svelato i codici cifrati di Zodiac sostenendo che contenessero la sua firma. I vari riferimenti all' acqua presenti in quasi tutti i suoi messaggi inviati alla polizia americana altro non sarebbero che macabri giochi sul proprio cognome.
3 - IL CRIMINOLOGO LUCA MARRONE: «MOLTE ANALOGIE TRA I DUE ASSASSINI LA CHIAVE DEL MISTERO RESTA L' ARMA»
Stefano Zurlo per “il Giornale”
L'ipotesi è affascinante. E lega con un solo nome due grandi misteri della cronaca nera. Zodiac, il serial killer americano mai identificato, sarebbe anche il Mostro di Firenze. Due vicende terribili, un' unica persona: l' assassino delle coppiette. Prima negli Usa, poi in Toscana. Una scia di sangue lunga quasi vent' anni: dal 1968, primo delitto in California, al 1985, quando agli Scopeti, alle porte di Firenze, il Mostro colpisce per l' ultima volta. «Si risolverebbero in un colpo solo due straordinari rompicapi della letteratura noir», riassume Luca Marrone, criminologo, perito del tribunale di Roma, docente alla Lumsa.
il pm paolo canessa indaga sul mostro di firenze
«Certo - prosegue - a Firenze alla fine arrivarono le condanne dei cosiddetti Compagni di merende, ma si tratta di sentenze controverse e assai discusse, non accettate da molti esperti».
Professor Marrone, due serial killer, ma la stessa persona. Con una ventina di cadaveri sulla coscienza. Sorprendente. Forse troppo?
«Anch' io, con una collega, avevo accarezzato questa ipotesi».
Addirittura?
«Ci sono analogie. Basta vedere il film, Zodiac, per scoprire che anche lui uccideva i fidanzati appartati in auto. Ora però veniamo a sapere che J.B., il presunto massacratore di almeno cinque persone, negli anni Settanta si trasferisce in Italia».
i delitti del mostro di firenze
Una seconda vita e una seconda mattanza?
«Più o meno. Questo signore, un ex soldato, fra il 1974 e il 1989 è direttore del cimitero militare americano di San Casciano. Insomma, vive e si sposta nelle zone del Mostro».
In realtà i delitti in Toscana cominciano nel 68.
«Si, ma la prima esecuzione, quella appunto del 68, è anomala rispetto a quelle successive. Il vero grande tema è che a sparare nel '68 e poi dal '74 all' 85 è sempre la stessa pistola: la famigerata Beretta calibro 22».
i delitti del mostro di firenze
Tutti la cercano da 50 anni, ma resta introvabile.
«È il grande mistero nel mistero del Mostro. La pistola è nelle mani di alcuni sardi che realizzano l' agguato del 68, poi misteriosamente arriva al serial killer che sei anni dopo inizia a sterminare le giovani coppie. J.B. dovrebbe spiegare come l'ha avuta. E poi che fine ha fatto».
Non è proprio un dettaglio.
«La Beretta resta un rebus. E i processi a Pacciani, Vanni e Lotti non hanno chiarito nulla. Certo, è singolare che un serial killer arrivi in Italia e si impossessi, chissà come, di una pistola che ha già ammazzato».
i delitti del mostro di firenze
Perfetto per una fiction, ma nella realtà?
«La procura di Firenze lavora sul dossier recapitato dal giornalista che ha avvicinato J.B. Credo che gli investigatori saranno perfettamente in grado di distinguere il grano dal loglio. E mettere a fuoco eventuali contraddizioni».
Cosa è che non quadra?
«C' è un dettaglio che merita attenzione. Il profilo del Mostro è quello di un uomo che, almeno all' inizio, nel 74, sembra non avere grande confidenza con le armi da fuoco».
Un ex soldato che fatica a prendere la mira?
i delitti del mostro di firenze
«Appunto. Non sembra plausibile. Ma si dovranno chiarire tanti altri aspetti. Al processo Pacciani fu sentito un certo J.B., originario del New Jersey, che al 99 per cento è sempre lui».
E come fu ascoltato?
«Come teste. Su aspetti marginali e quasi irrilevanti di uno dei crimini. Il problema è che J.B. non si è presentato dagli investigatori, come promesso, ma è sparito di nuovo.