de cristofaro delitto catamarano

IL KILLER DEL CATAMARANO TORNA LIBERO - IL PORTOGALLO IGNORA LE RICHIESTE DELL’ITALIA E LO SCARCERA - L’ERGASTOLANO, CHE NEL ’98 UCCISE A COLPI DI MACHETE LA SKIPPER ANNARITA CURINA, ERA EVASO GIÀ DUE VOLTE. ORA E’ DI NUOVO IN FUGA

PIPPO DE CRISTOFARO DIANE BEYER PIPPO DE CRISTOFARO DIANE BEYER

Giusi Fasano e Giuseppe Guastalla per il Corriere della Sera

 

La comunicazione ufficiale del ministero della Giustizia italiano è arrivata solo ieri, laconica: «Scarcerato per decorrenza dei termini di custodia cautelare». C' erano voluti due anni di indagini, pedinamenti, intercettazioni telefoniche ed informatiche in tutta Europa per scovarlo e poi arrestarlo in Portogallo nel 2016, ma dopo meno di cinque mesi per Filippo De Cristofaro, lo spietato killer del catamarano protagonista di evasioni clamorose, le porte del carcere di Lisbona si sono magicamente aperte.

Tutto legale. Da ottobre non si sa che fine abbia fatto.

 

Ex insegnante di danza, playboy con la passione per le barche, abile informatico, «Pippo» De Cristofaro, oggi 63enne, era stato condannato nel 1991 all' ergastolo per aver ucciso il 10 giugno 1988 a colpi di machete la skipper pesarese Annarita Curina di 33 anni. Voleva rubarle il catamarano «Arx» con il quale sognava di raggiungere la Polinesia.

 

Fu arrestato in Tunisia dopo 40 giorni di fuga fra i porti del Mediterraneo assieme alla fidanzatina olandese Diane Beyer, che allora aveva 17 anni e che lo aveva aiutato nell' omicidio e a far sparire il cadavere (fu condannata a 6 anni), De Cristofaro era stato estradato e rinchiuso in carcere in Italia. Abile anche a ingannare, era riuscito ad evadere due volte. La prima, nel 2007 dal carcare di Opera, ma era stato arrestato un mese dopo ad Utrecht (Olanda), la seconda mentre era in permesso dal penitenziario di Porto Azzurro all' Isola d' Elba.

 

DE CRISTOFARO 1DE CRISTOFARO 1

Per riacciuffarlo in Portogallo dopo l' ultima evasione c' era voluto tutto l' impegno della Polizia. Partendo da un foglietto di carta trovato appallottolato tra la spazzatura nella cella di Porto Azzurro, sul quale De Cristofaro aveva annotato il suo account Gmail, gli investigatori per due anni avevano seguito passo passo le sue tracce tra Albania, Olanda, Francia, Spagna fino ad arrivare in Portogallo.

 

Si erano fermati in una zona residenziale di Sintra a una trentina di chilometri ad Ovest di Lisbona dove i suoi accessi alla Rete erano più frequenti e dove aveva raccontato in giro che voleva avviare un commercio di diamanti in Africa.

 

Ma come scovare l' assassino? La Polizia portoghese, in collaborazione con l' Interpol e la Polizia italiana, aveva praticamente messo sotto controllo tutti gli accessi wi-fi della zona di Sintra ai quali De Cristofaro si collegava navigando con quattro cellulari diversi. Quando lo hanno individuato, però, non lo hanno arrestato subito. Hanno aspettato con pazienza che il 18 maggio dell' anno scorso salisse su un treno diretto a Lisbona. A fermarlo ci hanno pensato i poliziotti portoghesi.

 

FILIPPO DE CRISTOFARO FILIPPO DE CRISTOFARO

Lo hanno trovato in possesso di 5.900 euro in contanti, di una patente di guida, di una nautica e di un passaporto. Tutti falsi: li aveva comprati a Milano da un gruppo di albanesi. Il nome che compariva era quello di Andrea Bertone e, forse per celia, si era tolto dieci anni di età.

 

Possesso di documenti falsi è il reato per il quale la magistratura di Lisbona ha emesso un' ordinanza di custodia cautelare che ha tenuto in cella Pippo De Cristofaro. Dal momento dell' evasione da Porto Azzurro sul suo capo pendeva un «Mandato di arresto europeo» (Mae) emesso il 9 novembre del 2015 dalla Procura di Milano, competente sulla vicenda perché l' ultima sentenza passata in giudicato era quella (9 mesi di reclusione) del 7 aprile dello stesso anno relativa all' evasione da Opera.

 

Mandato che si aggiungeva ad uno analogo della Corte d' appello di Ancona legato alla condanna all' ergastolo per l' omicidio della povera skipper.

FILIPPO DE CRISTOFARO FILIPPO DE CRISTOFARO

Già due giorni dopo l' arresto, la nona sezione penale del Tribunale di Lisbona chiedeva alla Procura di Milano chiarimenti sull' ergastolo perché, dato che in Portogallo non è prevista la reclusione a vita, questo generava dubbi sulla possibilità di concedere una futura estradizione.

 

 Ma la risposta con la quale il pm Andrea Fraioli, che ha ereditato il fascicolo sulla «esecuzione pena» dal collega Ferdinando Pomarici andato in pensione, spiegava che in realtà in Italia non è possibile oltrepassare il limite dei 30 anni di reclusione è rimasta senza seguito. Lisbona era quindi perfettamente a conoscenza dell' esistenza del Mae da eseguire, ma da allora, a quanto pare, non ha mandato più comunicazioni, né per dire che De Cristofaro sarebbe stato estradato né il contrario. La procedura prevede un' udienza in cui vengono valutate le richieste dello Stato (l' Italia) che vuole che l' arrestato gli sia consegnato e quelle della difesa. Invece, è calato il silenzio.

KILLER CATAMARANOKILLER CATAMARANO

 

Quando qualche settimana fa sono cominciate a circolare le prime voci sula liberazione del killer del catamarano, a Milano è scattato l' allarme.

 

Dopo uno scambio di telefonate con il ministero della Giustizia che, tramite il dipartimento dell' Amministrazione penitenziaria, segue le vicende estradizionali, è emerso che anche a Roma nessuno sapeva nulla.

 

La settimana scorsa la prima informale conferma alla quale ieri si è aggiunto l' ultimo tassello: dopo la conclusione del periodo di custodia cautelare per l' accusa di possesso di documenti falsi, evidentemente prima di un processo, Filippo De Cristofaro è stato scarcerato il 15 ottobre.

ANNARITA CURINA LA SKIPPER ANNARITA CURINA LA SKIPPER

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