“SONO UNO STUPRATORE. SONO COLPEVOLE COME I CINQUANTA UOMINI CHE HANNO VIOLENTATO MIA MOGLIE” – L’AGGHIACCIANTE TESTIMONIANZA DI DOMINIQUE PELICOT, L’UOMO CHE PER DIECI ANNI HA DROGATO LA MOGLIE PER PERMETTERE A OLTRE CINQUANTA SCONOSCIUTI DI STUPRARLA MENTRE LUI FILMAVA GLI ABUSI: “AVEVO UNA DIPENDENZA, AVEVO DEI BISOGNI CHE HO SODDISFATTO DA EGOISTA. GISELE NON SE LO MERITAVA” – E LA MOGLIE REPLICA IN AULA: “SONO STATA TRATTATA COME UN SACCO DELLA SPAZZATURA…” - GLI UOMINI COINVOLTI AVEVANO DAI 26 AI 72 ANNI E SI SONO DIFESI DICENDO DI ESSERE CONVINTI DI PARTECIPARE A UN GIOCO CONSENZIENTE MA PELICOT RIBATTE: "SAPEVANO TUTTO, NON POSSONO NEGARE"
Estratto dell’articolo di Anais Ginori per “la Repubblica”
«Ora basta, ho l’impressione di essere io la colpevole», sbotta a un certo punto Gisèle Pelicot. Nei processi per stupro c’è sempre un momento in cui la difesa tenta di invertire l’onere della prova, di ribaltare l’accusa. […] Gisèle Pelicot, 72 anni, ha invece fortemente voluto questo processo, da quando ha saputo nel 2021 che suo marito Dominique Pelicot – per tutti ormai il “mostro di Mazan”, il comune nel Sud della Francia dove viveva la coppia – l’ha drogata e fatta violentare nella notte da decine di sconosciuti.
[…] «Spero che il giorno in cui una donna si sveglierà al mattino senza ricordare cosa ha fatto il giorno prima forse penserà alla mia testimonianza». Al tribunale di Avignone sono state dettagliate le violenze sessuali che per dieci lunghissimi anni Pelicot ha fatto subire a sua moglie, addormentata con potenti sedativi e poi fatta stuprare da sconosciuti invitati a casa via Internet. Poi c’è stata la testimonianza di Gisèle, che ha denunciato una «barbarie» inflitta da quello che vedeva come un «marito modello».
Cinquant’anni di vita insieme, tre figli, nipotini, pranzi di famiglia come se niente fosse. Fino alla terribile scoperta di essere stata trattata come una «bambola di pezza », un «sacco della spazzatura», in stupri organizzati su un corpo inerte e documentati attraverso un voluminoso archivio di video e foto. Ad Avignone hanno incominciato a sfilare gli aggressori. Uomini “normali”. Da 26 a 72 anni. Celibi, sposati, divorziati. Camionisti, giornalisti, militari, vigili del fuoco. Uno spaccato della società. La maggior parte si è difesa sostenendo di aver creduto di partecipare a un gioco sessuale con una vittima «consenziente».
«Non potevo assolutamente interagire con nessuno e i video che pubblicheremo potranno testimoniarlo […] Da quando sono arrivata in quest’aula mi sento umiliata», ha risposto a chi l’ha trattata da «alcolizzata» e «esibizionista ». «Ho l’impressione che i 50 uomini seduti dietro di me siano le vittime». Il marito invece ha confessato. «Chiedo perdono anche se so che quello che ho fatto è imperdonabile. Sono uno stupratore. Lo sono quanto loro […] Conoscevano lo stato di mia moglie prima di venire, sapevano tutto, non possono negare».
Pelicot, ex dipendente del gruppo energetico Edf, ha pianto e tentato di giustificarsi, ricordando un’infanzia fatta di abusi sessuali e di un padre violento […] «Gisèle non se lo meritava», ha detto aggiungendo di averla «amato moltissimo». E allora perché, domandano i giudici? «Avevo una dipendenza, avevo dei bisogni che ho soddisfatto da egoista. E me ne vergogno». […]
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