siria damasco assad putin khamenei netanyahu erdogan

“ERDOGAN E I SUOI ALLEATI SUNNITI, JIHADISTI CON PATINA DI MODERAZIONE, È PADRONE DI QUASI TUTTA LA SIRIA” – L’ANALISI DI GIORDANO STABILE: “PUTIN PUÒ SALVARE AL MASSIMO LE SUE BASI A TARTUS E LATTAKIA. FORSE. KHAMENEI HA PERSO L’AUTOSTRADA SCIITA CHE ANDAVA DA BAGHDAD A BEIRUT. HEZBOLLAH RISCHIA DI ESSERE FATTO A PEZZI DA ISRAELE ALLA FINE DELLA TREGUA, A GENNAIO. LE MILIZIE SCIITE SI DEVONO RITIRARE VERSO L’EST DELL’IRAQ, PAESE PER IL 70% SCIITA, ULTIMO CUSCINETTO DI PROTEZIONE PER L’IRAN. I GOVERNI DI GIORDANIA ED EGITTO TREMANO NEL VEDERE I LORO NEMICI MORTALI, I FRATELLI MUSULMANI, TRIONFARE IN QUELLA CHE È STATA LA CULLA DEL NAZIONALISMO ARABO LAICO. I PAESI DEL GOLFO HANNO GLI STESSI TIMORI. E’ NATO UN NUOVO MEDIO ORIENTE, PIÙ INSTABILE E PERICOLOSO”

bashar al assad con vladimir putin

Giordano Stabile per www.lastampa.it

 

I ribelli siriani hanno fatto in dieci giorni quello che non erano riusciti a fare in dieci anni. La guerra civile siriana era scoppiata nel febbraio del 2012, da primavera araba si era trasformata in insurrezione armata. Gli stessi nomi di città. Hama, Homs, Aleppo, le roccaforti sunnite in fiamme. Il regime di Bashar al-Assad era sopravvissuto prima con l’appoggio degli alleati sciiti. Il libanese Hezbollah aveva inviato le sue forze speciali, fino a 20 mila uomini, l’Iran armi, ufficiali dei Pasdaran, soldi. Non bastava.

 

RECEP TAYYIP ERDOGAN DONALD TRUMP

Nell’estate del 2015 i ribelli, sempre più radicalizzati e jihadisti lanciava colpi di mortaio nel giardino del palazzo presidenziale, dalla periferia di Damasco. Assad allora viene salvato da Vladimir Putin: due squadroni di cacciabombardieri, migliaia di uomini delle forze speciali, i Wagner. Ad aiutarlo era anche l’Isis che dominava su mezza Siria e mezzo Iraq. L’appoggio americano all’insurrezione non era possibile, Washington decideva di appoggiare solo i curdi nel Nord-Est e piccole formazioni minori non qaediste.

 

BASHAR AL ASSAD ABBRACCIA ALI KHAMENEI

La controffensiva del raiss è durata dalla fine del 2015 alla fine del 2019. Si è ripreso tutto tranne Idlib. Lì gli ex qaedisti di Mohammed Abu al-Joulani si sono rifugiati sotto la protezione della Turchia di Recep Tayyip Erdogan. Era il patto di Astana tra Putin, Khamenei ed Erdogan. Il 7 ottobre ha scosso quella che sembrava una spartizione definitiva. L’asse sciita si è schierato con Hamas e la causa palestinese, pur sunnita. Israele ha ridimensionato Hezbollah in Libano e la rete di basi iraniane in Siria.

 

FRATELLI MUSULMANI

Ma non era sufficiente a far crollare Assad. Le fondamenta del regime erano corrose dal collasso economico e dallo sfaldamento dell’esercito. Fanti sunniti con paghe da fame, ufficiali sciiti (più qualche cristiano) nei posti chiave. L’esercito siriano è evaporato alla prima spallata. Erdogan ha aspettato la tregua il Libano, per non passare per quello che fa un favore a Israele contro gli sciiti.

 

FRATELLI MUSULMANI

Ha assicurato a Putin e Khamenei che i suoi miliziani non avrebbero attaccato. Poi è partito il blitz. Ora potrà trattare il futuro dalla Siria da una posizione di forza, da padrone. Vuole tutto il Nord nella sua fascia di influenza, pur senza annetterlo. Vuole distruggere le milizie curde legate al Pkk, che si sono riorganizzare nelle Forze democratiche siriane, sotto l’ombrello americano. Ombrello che Donald Trump, l’ha fatto capire ancora ieri a Parigi, è propenso a chiudere.

 

Putin a questo punto può salvare al massimo le sue basi lungo la costa sciita della Siria, Tartus e Lattakia. Forse. Khamenei ha perso l’autostrada sciita che andava da Baghdad a Beirut. Hezbollah rischia di essere fatto a pezzi da Israele alla fine della tregua, a gennaio. Le milizie sciite si devono ritirare verso l’Est dell’Iraq, Paese per il 70 per cento sciita, ultimo cuscinetto di protezione per l’Iran.

 

FRATELLI MUSULMANI

Erdogan e i suoi alleati sunniti, jihadisti con una patina di moderazione a uso dei media, è padrone di quasi tutta la Siria. I governi di Giordania ed Egitto tremano nel vedere i loro nemici mortali, i Fratelli musulmani, trionfare in quella che è stata la culla del nazionalismo arabo laico. I Paesi del Golfo, pur islamici conservatori, hanno gli stessi timori. E’ nato un nuovo Medio Oriente, ancora più instabile e pericoloso.

Ultimi Dagoreport

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…