nando dalla chiesa emilia cestelli

“L’ANELLO DI MIO PADRE LO LAVÒ LEI, PER EVITARMI DI SENTIRE IL SANGUE SCIOGLIERSI FRA LE MANI” – NANDO DALLA CHIESA E I 50 ANNI D’AMORE CON EMILIA CESTELLI, MORTA A 68 ANNI PER UN TUMORE: "LE DICEVO: “EMÙ SEI LA PRIMA” PERCHÉ "SEI UNICA" NON HA VALORE: SE CI SEI SOLO TU, CHE CONFRONTO È? ABBIAMO AVUTO UN DESTINO UNICO E LEI C'È STATA IN MODO MERAVIGLIOSO, AIUTANDOMI A FARE COSE DIFFICILI. LA MALATTIA È ARRIVATA UN ANNO E MEZZO FA. IL MOMENTO PIÙ DIFFICILE QUANDO…”

 

Candida Morvillo per il “Corriere della Sera”

 

nando dalla chiesa e emilia cestelli 2

Due settimane fa, in quest' appartamento zeppo di libri, il seggiolone della nipotina in salotto, con Nando Dalla Chiesa, viveva ancora Emilia. Oggi, c'è lui da solo, per la prima volta dopo 50 anni d'amore, polo e giacca, composto come sempre, se non fosse per gli occhi che non sono più quelli. Quelli saettanti dei mille comizi per la legalità, delle invettive contro le mafie.

 

Non c'è parola per descriverli, finché lui non dice: «Quando mi hanno detto che Emilia doveva usare il deambulatore, mi si sono inceneriti gli occhi». E poi, invece, peggio ancora, lei aveva sussurrato «finirò a letto» e così è stato: «Aveva capito tutto prima di noi, anche che sarebbe morta».

nando dalla chiesa

 

Aveva solo 68 anni. Di lei, in questa stanza, restano le foto in bianco e nero di una ragazza bellissima dal sorriso contagioso e, appesa sul letto dove se n'è andata, una foto enorme di loro due, ventenni, che si baciano. Lui ci ha scritto su, con lo spray, «Emù sei la prima»: «Le dicevo così, perché "sei unica" non ha valore: se ci sei solo tu, che confronto è?».

 

Il 20 maggio, su Facebook, il professore sempre sobrio, asciutto, pacato, che dall'assassinio del padre, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ha consacrato la vita all'antimafia, ha scritto: «La ragazza di Vicolo Pandolfini, il luogo in cui ci giuravamo amore eterno a Palermo, se ne è andata. Provate qualche volta a riconoscerla in una stella. Potrebbe dirvi "sono io", era uno dei suoi giochi preferiti».

emilia cestelli 5

 

Perché «la ragazza di Vicolo Pandolfini»?

«Domenica scorsa, mi ha chiamato don Luigi Ciotti e mi ha detto: sono nel Vicolo Pandolfini, ma è questo stretto? E io: certo, per questo ci andavamo, era piccolo, non passava nessuno Lì potevamo appartarci in una 600 bianca a parlare di futuro e di amore per ore».

 

Come l'aveva conosciuta?

«Era il 1970, era compagna di banco di mia sorella Simona. Io ero già a Milano per l'università. Un'estate, tornai e, in discoteca, vidi una biondina che ballava benissimo, allegra, leggiadra.

carlo alberto dalla chiesa e emilia cestelli 1

 

Pensai: ma guarda che bella. Simona mi disse: è Emilia Cestelli. La mattina alle sette, ero già in cucina, dissi a mia madre: mi sono innamorato. Chiese chi era, glielo dissi e rispose: hai fatto bene. Lei e papà la conoscevano, l'hanno considerata sempre la quarta figlia».

 

Sua sorella Rita racconta che, due anni fa, vi sorprese al mare, al tramonto, abbracciati, e che avete vissuto sempre abbracciati.

«Era molto di più del contatto fisico: abbiamo avuto un destino unico, così forte, e lei c'è stata in modo meraviglioso, aiutandomi a fare cose difficili. Lo vede questo anello? Lo portava mio padre quando fu ucciso.  Lo lavò lei, per evitarmi di sentire il sangue di papà sciogliersi fra le mani».

 

In quel settembre 1982, Emilia era anche incinta.

nando dalla chiesa e emilia cestelli 3

«Sono cose che legano tantissimo. È stata in questo mio cammino duro senza mai tirarsi indietro. Era incinta di Dora al funerale di papà e di Carlo a quello di mamma, morta d'infarto. Non mi ha mai detto: che vita mi costringi a fare? Da questo balcone, quante volte, si affacciava per vedere se sotto era libero».

 

«Libero» da pericoli?

«Durante il terrorismo, i compagni di movimento facevano le ronde sotto casa, quando entravo o uscivo. Da prof, non usavo mai lo stesso ingresso dell'università. Qualcuno andò anche a fotografare nostro figlio all'asilo.

 

Tuttora, ci sono posti in cui mi dicono: non venire, qui non è aria per te. Sono abituato alla semiclandestinità. Per telefono con papà, non dicevamo mai quando ci saremmo visti. Avevamo un codice. Lui chiamava e diceva: "mucosa". Mi manca Emilia, l'unica che sa. "Mucosa" significava: preparate da bere, sto arrivando.

emilia cestelli 3

 

Mi manca questo: mezzo secolo condiviso di cose che non dicono niente a nessuno, ma che a noi direbbero tutto».

 

Che cos' era il gioco delle stelle e del «sono io»?

«Quando Emù arrivava, o qualcuno parlava di lei, aveva questo modo di agitare la mano, ridendo, e dire "sono io, sono io". L'altra sera, i miei studenti mi hanno portato a un concerto. Suonava uno di loro, caro a Emù, Alessandro, che ha aperto la serata dicendo che la dedicava a una donna speciale, a Emilia. E io ho pensato: se lei fosse qui, agiterebbe la mano e sorridendo direbbe "sono io, sono io"».

 

Quando era candidato sindaco di Milano, Emilia spiegò che aveva scelto di non lavorare per non perdersi nessuna delle cose che le stavano a cuore.

«Rinunciò al suo lavoro quando iniziò il maxi processo a Cosa Nostra nell'86. Quando papà morì, gli promisi giustizia e capii subito che giustizia significava far crescere una cultura dell'antimafia.

 

emilia cestelli 1

Andavo a parlarne anche in due città al giorno. Ero sempre via. Emilia non è stata un passo indietro, ha condiviso tutto e senza mai perdere la sua allegria. Sapeva essere spiritosa anche quando lottava in prima persona. Con alcune donne dei Girotondi, andò a un processo a Cesare Previti con la maschera della Banda Bassotti».

 

Come arriva la malattia?

«Un anno e qualche mese fa, aveva sintomi strani: era un tumore al colon. L'intervento è riuscito, ma il tumore è tornato, al fegato, alle ossa. A ottobre, il dolore era tale che per spostarla l'hanno dovuta legare in verticale a una barella. Ha patito sofferenze atroci. Da allora sino alla fine, sono sempre stato con lei».

 

Il momento più duro?

«Al Niguarda, quando ci è stato detto che non c'era più niente da fare. Eravamo io e i figli, i nostri Gracchi che Cornelia ci invidierebbe. Abbiamo chiesto la terapia del dolore. A Emù, nell'ultimo anno, col dolore, venivano fuori le frasi d'amore di Vicolo Pandolfini, quelle dei vent' anni, nella 600.

simona nando e rita dalla chiesa

 

Quando poi è stata sedata, mi sono messo accanto a lei e ho continuato ad accarezzarle i capelli e a ripeterle sottovoce quelle frasi. Lì, ho scoperto l'essenza del matrimonio: condividere buona e cattiva sorte. L'ho sentito profondamente mentre, per quattro giorni, sono stato a sussurrare. E, nel dolore, anche a me fiorivano parole di cinquant' anni prima».

emilia cestelli 4nando dalla chiesa con rita e fabrizio nel 1984nando dalla chiesa con ritanando dalla chiesarita nando e simona dalla chiesanando dalla chiesa e emilia cestelli 1emilia cestelli 2

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - COSA FRULLAVA NELLA TESTA TIRATA A LUCIDO DI ANDREA ORCEL QUANDO STAMATTINA ALL’ASSEMBLEA GENERALI HA DECISO IL VOTO DI UNICREDIT A FAVORE DELLA LISTA CALTAGIRONE? LE MANGANELLATE ROMANE RICEVUTE PER L’OPS SU BPM, L’HANNO PIEGATO AL POTERE DEI PALAZZI ROMANI? NOOO, PIU' PROBABILE CHE SIA ANDATA COSÌ: UNA VOLTA CHE ERA SICURA ANCHE SENZA UNICREDIT, LA VITTORIA DELLA LISTA MEDIOBANCA, ORCEL HA PENSATO BENE CHE ERA DA IDIOTA SPRECARE IL SUO “PACCHETTO”: MEJO GIRARLO ALLA LISTA DI CALTARICCONE E OTTENERE IN CAMBIO UN PROFICUO BONUS PER UNA FUTURA PARTNERSHIP IN GENERALI - UNA VOLTA ESPUGNATA MEDIOBANCA COL SUO 13% DI GENERALI, GIUNTI A TRIESTE L’82ENNE IMPRENDITORE COL SUO "COMPARE" MILLERI AL GUINZAGLIO, DOVE ANDRANNO SENZA UN PARTNER FINANZIARIO-BANCARIO, BEN STIMATO DAI FONDI INTERNAZIONALI? SU, AL DI FUORI DEL RACCORDO ANULARE, CHI LO CONOSCE ‘STO CALTAGIRONE? – UN VASTO PROGRAMMA QUELLO DI ORCEL CHE DOMANI DOVRA' FARE I CONTI CON I PIANI DELLA PRIMA BANCA D'ITALIA, INTESA-SANPAOLO…

donald trump ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - UN FACCIA A FACCIA INFORMALE TRA URSULA VON DER LEYEN E DONALD TRUMP, AI FUNERALI DI PAPA FRANCESCO, AFFONDEREBBE IL SUPER SUMMIT SOGNATO DA GIORGIA MELONI - LA PREMIER IMMAGINAVA DI TRONEGGIARE COME MATRONA ROMANA, TRA MAGGIO E GIUGNO, AL TAVOLO DEI NEGOZIATI USA-UE CELEBRATA DAI MEDIA DI TUTTO IL MONDO. SE COSÌ NON FOSSE, IL SUO RUOLO INTERNAZIONALE DI “GRANDE TESSITRICE” FINIREBBE NEL CASSETTO, SVELANDO IL NULLA COSMICO DIETRO AL VIAGGIO ALLA CASA BIANCA DELLA SCORSA SETTIMANA (L'UNICO "RISULTATO" È STATA LA PROMESSA DI TRUMP DI UN VERTICE CON URSULA, SENZA DATA) - MACRON-MERZ-TUSK-SANCHEZ NON VOGLIONO ASSOLUTAMENTE LA MELONI NEL RUOLO DI MEDIATRICE, PERCHÉ NON CONSIDERANO ASSOLUTAMENTE EQUIDISTANTE "LA FANTASTICA LEADER CHE HA ASSALTATO L'EUROPA" (COPY TRUMP)...

pasquale striano dossier top secret

FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI PALAZZI E NELLE PROCURE, CHE IL TENENTE DELLA GUARDIA DI FINANZA, AL CENTRO DEL CASO DOSSIER ALLA DIREZIONE NAZIONALE ANTIMAFIA (MAI SOSPESO E ANCORA IN SERVIZIO), POSSA INIZIARE A “CANTARE” – LA PAURA SERPEGGIA E SEMBRA AVER "CONGELATO" LA PROCURA DI ROMA DIRETTA DA FRANCESCO LO VOI, IL COPASIR E PERSINO LE STESSE FIAMME GIALLE. L’UNICA COSA CERTA È CHE FINCHÉ STRIANO TACE, C’È SPERANZA…