L’ENNESIMO MISTERO SULLA SCOMPARSA DI EMANUELA ORLANDI – IL “CORRIERE” RACCONTA CHE DIETRO ALL’ANGELO VANDALIZZATO NEL 2013, REALIZZATO DA GIULIO MONTEVERDE (CHE SI TROVA AL VERANO, CIMITERO DI ROMA), DEGLI “STUDIOSI DEL CASO” DI EMANUELA HANNO SCOPERTO TRE OGGETTI CHE POTREBBERO ESSERE LEGATI ALLA SUA SCOMPARSA: UN BARATTOLO VERDE, UNA CHIAVE E UNA MONETA DA 100 LIRE - L'ANGELO HA UNA FASCETTA, PROPRIO COME LA ORLANDI NELLA CELEBRE FOTO STAMPATA SUI MANIFESTI...
Estratto dell'articolo di Fabrizio Peronaci per www.corriere.it
Tre oggetti trovati all'interno del cimitero monumentale Verano, tra tombe abbandonate e sterpaglie alte un metro, rilanciano il giallo della scomparsa di Emanuela Orlandi (e quello collegato di Mirella Gregori) nel più macabro dei modi: un barattolo di vernice, una chiave con una sequenza numerica, una moneta.
A recuperare i tre indizi sono stati, nei giorni scorsi, alcuni studiosi della vicenda della «ragazza con la fascetta», ed è proprio questo il punto: la foto iconica della quindicenne con il nastro sulla fronte, stampata sui manifesti all'indomani della scomparsa (22 giugno 1983), oggi fornisce una traccia inedita, inquietante. Una novità che potrebbe preludere a sviluppi sorprendenti, se si pensa che nello stesso camposanto è ambientato un altro enigma funerario, l'incredibile furto della bara della 17enne Katy Skerl, il cui omicidio, avvenuto nel gennaio 1984, è stato in tempi recenti posto in relazione al caso Orlandi-Gregori.
OGGETTI RITROVATI DIETRO L ANGELO DI GIULIO MONTEVERDE
Delitti, adolescenti sparite, simbologie in luoghi sacri. Sembra fantasy, ma è realtà. Per una corretta ricostruzione, è necessario un passo indietro. Era il luglio 2013 quando si venne a sapere che ignoti vandali avevano mutilato la statua dell’Angelo del dolore, realizzata dallo scultore Giulio Monteverde (1837-1917) per decorare la cappella di famiglia, posta nell'area del Pincetto. La notizia, pubblicata solo da siti specializzati, passò in sordina.
ORLANDI CONTRO IL CLERO - MEME BY SHILIPOTI
E - soprattutto - non fu evidenziato un dettaglio. L'angelo di Monteverde, autentico capolavoro dell'arte funeraria europea, ha un particolarità: indossa una fascetta tra i capelli mossi, lunghi. Se tale dettaglio fosse diventato di dominio pubblico, un dubbio sarebbe stato lecito: la scelta di vandalizzare precisamente quella statua andava letta come un rimando diretto, anche piuttosto esplicito, alla storia di Emanuela Orlandi? Il furto della bara della Skerl, d'altra parte, è stato scoperto nel 2022, ma nel 2013 era già avvenuto: qualcuno che «bazzicava» tra le tombe con losche intenzioni, quindi, già c'era.
LA VERITA SUL CASO ORLANDI - VIGNETTA BY MACONDO
Passano una decina d'anni ed eccoci all'oggi, al ritrovamento dei «reperti». Si tratta di un barattolo di vernice verde, arrugginito e svuotato per oltre metà; di una chiave d'auto molto vecchia, sulla quale appaiono quattro numeri (1-6-2-6), riconducibile forse a una Fiat di piccola cilindrata o a una Mini anni Settanta; e di una moneta da cento lire, molto deteriorata, emessa nel 1956.
I tre oggetti si trovavano nell'intercapedine dietro l'angelo marmoreo con la fascetta in testa, le dita della mano destra mozzate e anche la canna della tuba (lo strumento musicale tenuto lungo il fianco sinistro) troncata di netto, evidente frutto di un atto vandalico mirato, volontario. [...]
Ma quale potrebbe essere l'obiettivo dell'oscura «entità» (una o più persone) che si cela dietro questa macabra sciarada? Mandare messaggi sottotraccia sull'affaire Orlandi-Gregori-Skerl è la lettura più immediata, ma potrebbe anche trattarsi (e qui ci spostiamo nel campo della psicopatologia criminale) di una sfida agli inquirenti a cercare gli indizi giusti che portino all'assassino-sequestratore, animata dal desiderio, magari inconscio, di essere catturato.
«La prima considerazione da fare - riflette una docente universitaria, studiosa di arte e simbologie funerarie - è che, nella sterminata iconografia degli angeli-custodi dell'Aldilà, solo Giulio Monteverde, uno degli scultori più raffinati dell'Ottocento, ha scelto una figura che indossa una fascetta tra i capelli. Il secondo punto, importante, è che al Verano ci sono tre angeli di Monteverde, ma solo quello collocato nella cappella dove è avvenuta la profanazione ha il nastro sulla fronte». [...]