L’EUROPA ROMPE LE PALLE AI GOVERNI MA REGALA 11 MILIARDI ALLE ONG – LA CORTE DEI CONTI UE HA RIMPROVERATO LA COMMISSIONE PER LO STANZIAMENTO AD ASSOCIAZIONI E FONDAZIONI NON GOVERNATIVE, MA LA VON DER LEYEN FA FINTA DI NIENTE E RIMANDA TUTTO AL 2021 - NON CI SONO CONTROLLI E PER ACCEDERE AI FINANZIAMENTI BASTA UN’AUTOCERTIFICAZIONE. E SENZA DOCUMENTI NON SI CAPISCE SE CI SONO COLLEGAMENTI CON GLI SCAFISTI…
Patrizia Floder Reitter per “la Verità”
charles michel ursula von der leyen david sassoli christine lagarde come le ragazze di porta venezia
Ancora non sappiamo a quali Ong che si occupano di cooperazione, solidarietà, ambiente, siano finiti gli 11,3 miliardi di euro stanziati dalla Commissione Ue tra il 2014 e il 2017. Già rimproverata dalla Corte dei conti europea, la Commissione evita di fare chiarezza anche rispondendo all' interrogazione presentata a settembre dal gruppo Identità e democrazia (Id) di cui è presidente il leghista Marco Zanni. «Si prevede la preparazione dell' elenco dei beneficiari non prima del 2021», è la sconcertante comunicazione arrivata pochi giorni fa dagli uffici che fanno capo alla nuova presidente Ursula von der Leyen.
E nonostante «l' evidente problema di monitoraggio dovuto alla mancanza dell' elenco completo dei beneficiari», ci si ostina a sostenere che «il sistema attuale di controllo e incrocio d' informazioni assicura un ragionevole livello di garanzia nella tutela dei fondi».
Una presa per i fondelli, visto che non abbiamo ancora prove di una maggior trasparenza dei finanziamenti alle Ong, come raccomandava giusto un anno fa la Corte dei conti europea.
Quella relazione, precisa e severa, è stata presto dimenticata. Nel frattempo, associazioni e fondazioni non governative hanno occupato tutti gli spazi possibili per intercettare barconi di migranti e sfidare i divieti di sbarco. Il gruppo Id ha nuovamente chiesto «dati dettagliati dei finanziamenti europei ricevuti direttamente o indirettamente dalle Ong, operanti sia in generale nel supporto alla gestione dei flussi migratori, sia specificatamente durante il pattugliamento e nel salvataggio nel Mar Mediterraneo». Documenti indispensabili, per capire quali collegamenti ci possano essere tra scafisti e no profit, nel traffico di esseri umani.
AUTOCERTIFICAZIONE
Ben pochi cittadini europei sapranno che basta un' autocertificazione per accedere ai finanziamenti Ue. È uno degli elementi di critica rilevati dalla Corte dei conti europea che scrive così: «La Commissione non è stata sufficientemente trasparente circa l' esecuzione dei fondi dell' Ue da parte di Ong». Precisava meglio: «Essendo l' assegnazione dello status di Ong nel sistema contabile della Commissione basata su autodichiarazioni, ed essendo i controlli effettuati dalla Commissione limitati, la classificazione di un' entità come Ong risulta inattendibile».
migranti a bordo della open arms
Una bomba, silenziata da forze politiche e media. Questo significa che un numero imprecisato di pseudo organizzazioni umanitarie non corrispondono ai criteri di serietà e affidabilità richiesti.
Nel mirino della Corte dei conti sono finite soprattutto «le procedure relative ai subcontratti di sovvenzione e le procedure di selezione». Non solo «non esiste attualmente una definizione di Ong condivisa a livello Ue». Ma non ci sono criteri per l' assegnazione dei denari. Tra il 2014 e il 2017 è passato attraverso Ong il 6,8 % dei Fondi europei di sviluppo (Fes). Stiamo parlando di 1,2 miliardi di euro su un totale di quasi 18 miliardi.
carola rackete all'europarlamento 5
A varie organizzazioni non governative sono andati ben 5,5 miliardi di euro su 40,9 miliardi (13,29%) dei fondi destinati ad assistenza, sviluppo, aiuti umanitari e altre finalità proprie del «Ruolo mondiale dell' Europa». Scorrendo gli altri ambiti d' intervento, definiti «rubriche» nel quadro finanziario pluriennale (Qfp), strumento con il quale l' Unione europea stabilisce gli importi annui massimi che potrà spendere, per le organizzazioni impegnate in «Crescita intelligente e inclusiva, competitività per la crescita e l' occupazione», sono andati 4 miliardi di euro su 79,9 miliardi (5,5%). Solo 350 milioni di euro su 12.793 milioni (2,74%) per «Sicurezza e cittadinanza».
NESSUN CONTROLLO
marco zanni raffaele fitto antonio rinaldi
Ma dove vanno a finire questi soldi? La relazione spiega che «la maggior parte dei fondi Ue assegnati ad Ong è destinata ad azioni esterne», che rientrano tra quelle previste da Fes e Ruolo mondiale dell' Europa. In quali percentuali, già lo abbiamo visto, rispettivamente 1,2 miliardi e 5,5 miliardi di euro nell' arco di tempo considerato.
MIGRANTI SU BARCA A VELAmigranti a bordo della open arms 1
La grande questione è: con quali criteri vengono poi distribuiti i contratti stipulati separatamente con terzi o più soggetti, per nulla chiari, cui fa riferimento la Corte dei conti europea? I finanziamenti sono gestiti dalle direzioni generali, chiamate anche «servizi», che attuano le politiche della Commissione europea in diverse materie. Vediamone alcune, quelle che hanno ricevuto più fondi per le Ong.
therry breton ursula von der leyen
La direzione generale Cooperazione internazionale e sviluppo (Dg Devco), oggi rinominata «ai Partenariati internazionali» e responsabile della politica dell' Ue per lo sviluppo e gli aiuti internazionali, aveva ricevuto 2.768 milioni di euro. La direzione generale Politica di vicinato e negoziati di allargamento (Dg Near), che dovrebbe facilitare la cooperazione, promuovere buona governance e diritti umani nei Paesi orientali e meridionali vicini all' Ue, ricevette 783 milioni. La direzione generale Protezione civile e operazioni di aiuto umanitario europee (Dg Echo), 2.904 milioni.
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Stanziati i fondi Ue, questi poi vengono erogati alle organizzazioni non governative che ne fanno domanda e che sono (dovrebbero essere) operanti nelle diverse attività. In quale modo vengono selezionate? Il regolamento finanziario applicabile al bilancio dell' Ue «non distingue i beneficiari aventi status di Ong dagli altri beneficiari». Non solo: la «Commissione non dispone di alcuna strategia diretta specificamente alle Ong e i suoi servizi non applicano criteri comuni in merito a cosa costituisca una Ong», rileva la Corte dei conti. Non c' è ancora un sistema comune di registrazione per chi richiede finanziamenti dell' Unione europea e, notate bene, «la Commissione verifica solo in modo limitato che le entità siano correttamente registrate come Ong».
paolo gentiloni bacia ursula von der leyen
Già, perché quando un' organizzazione non governativa conclude per la prima volta un contratto con la Commissione, fornisce informazioni solo in base a un' autodichiarazione. Ecco allora che i maggiori beneficiari dei 4 miliardi di euro destinati a «Competitività per la crescita e l' occupazione», registrati come Ong, erano per lo più istituti di ricerca e università, oltre a una società cooperativa.
CARENZA DI INFORMAZIONI
valdis dombrovskis paolo gentiloni
Come si fa poi a qualificare l' operato di una no profit, se «raramente» vengono richieste documentazioni di precedenze esperienze compiute? La Commissione non dispone di tutte le informazioni sui finanziamenti ricevuti in passato e su tutte le attività svolte dalle Ong. Quindi un ente autocertifica quello che vuole, millanta di aver svolto qualche cooperazione allo sviluppo e ottiene soldi.
Perfino le Nazioni Unite, nel richiedere fondi all' Unione europea, non hanno dimostrato di valutare le Ong con cui poi stipulavano sub contratti: «Le procedure di selezione mancavano di trasparenza», in metà dei progetti a gestione indiretta che la Corte dei conti ha esaminato.
ursula von der leyen con david sassoli e la nuova commissione ue
Eppure, la Commissione aveva ugualmente espresso «una valutazione positiva».
Ce ne sarebbe a sufficienza per demolire un simile sistema di erogazione di fondi, ma c' è dell' altro. I modelli di informativa finanziaria della Commissione non sempre registrano dati sui fondi ricevuti da tutti i beneficiari di un contratto, come nel caso dei sistemi della Protezione civile e operazioni di aiuto umanitario europee (Echo), dove importi relativi a ulteriori sub contratti nemmeno compaiono. Il modello di informativa finanziaria utilizzato dalle direzioni generali di Devco e Near permette di conoscere i progetti e le spese, «tuttavia, non vi è alcuna ripartizione dei finanziamenti ricevuti per ciascuno dei beneficiari della convenzione di sovvenzione». La Commissione non sa nemmeno di quanto sarà lievitata la spesa.